CAPITOLO 55

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Non sono mai andata oltre con i miei pensieri. Sono sempre stata chiusa nel mio piccolo mondo: la scuola, gli amici, i ragazzi..

Ma ora non è così. Ora sono costretta a diventare grande, a prendere le mie decisioni e soprattutto prendere le mie responsabilità.

Carter mi accarezza dolcemente i capelli, e mi sorride.

Il suo sorriso è dolce, sincero, vero.

E io lo guardo, anche io sorrido, ma il mio sorriso è forzato.

<<Sei bellissima, sai?>>

<<Sono un disastro Carter.>>

<<Sei un bel disastro allora.>> Ride. <<Beh? E' tardi, tutti stanno dormendo, cosa vuoi fare?>>

Non rispondo, fisso il pavimento, e lui continua a parlare.

<<Vai a dormire okay? Riposati, ne hai bisogno. Domani mattina torno e..>>

Lo interrompo. Basta rimandare. <<No.>>

<<Cosa no? Serena, sei stanca.>>

<<Sì sono stanca Carter. Sono sfinita. Stanca fisicamente, stanca mentalmente, tutto questo è un casino capisci? Capisci che ho tutto il peso sulle mie spalle? Non so più dove sbattere la testa. Ho paura, non so di cosa, ma ho paura. Carter io..>>

<<Tu?>>

<<Sei fantastico. Sei un ragazzo stupendo. Dio se lo sei.>> Poso lemani sulle sue guance. <<Ed è stato bellissimo fare l'amore con te. Ma Lucky.. Lucky rimarrà sempre qui.>> Prendo la sua mano e la poso sopra il mio cuore. <<E se aspetteremo unbambino dovrai rassegnarti al fatto che Lucky sarà sempre una parte di me. Che lo amerò perchè lui è stato il mio tutto, la mia prima esperienza, tutto..>>

<< Dovrò stare con te anche sapendo che non mi ami?>>

<<Io ti amo.>> Chiudo gli occhi. <<Solo in modo diverso.>>

<<E.se lo sei.. come crescerà nostro figlio? Con due genitori che non si amano?>>

<<Noi impareremo ad amarci. E tutto questo per lui. Va bene?>>

Annuisce soltanto. Poi va in salotto.

Dopo alcuni secondi torna, e in mano ha il test di gravidanza: me lo porge.

Lo afferro e lo guardo un po'. Non ho il coraggio.

<<Mi accompagni?>>

<<Che domande sono? Certo che ti accompagno!>>

Ci dirigiamo in bagno. Apro la porta, e mi guardo allo specchio.

Con il tempo ho capito molte cose: c'è chi c'è, chi non c'è, e chi c'è sempre stato e poi è sparito, e non è più tornato.

L'amore, le amicizie.. piano piano se ne sono andati tutti lasciando una ferita profonda nel mio cuore.

Ho provato a curarmi, ad avere cura di me, come dicono tutti.

"Abbi cura di te."

Ho mai avuto cura di me? Cura della persona che sono? Della persona che ero?

Ci sono giornate che sei felice e non pensi a nulla, ma giornate che sei costretto a pensare per fare spazio tra i pensieri, per essere più positiva..

Anche se alla fine sei consapevole che non serve pensare tanto. Bisogna andare avanti e basta.

Mi volto. Carter è appoggiato al muro e sta guardando il pavimento.

<<Tutto bene?>>

Annuisce. <<Vuoi che ti lascio sola?>>

<<Sarai lì, vero?>>

<<Sarò qui. Ti aspetto fuori.>> Mi lascia un bacio sulla fronte.

Faccio l'ultimo respiro ed apro la scatola.

Tiro fuori il test color rosa.

Mi abasso i pantaloni e faccio quello che devo fare. Respiro velcocemente, sono troppo agitata.

Quando finisco lascio il test sul mobile, ed esco.

<<Allora?>>

<<Bisogna aspettare un po'.>> Faccio spallucce.

<<Siamo preparati a qualsisasi situazione, no?>>

<<A questi punti bisogna esserlo.>> Cerco di sorridere e gli prendole mani. <<Grazie.>>

Mi abbraccia. <<Non ringraziarmi.>> E io mi godo il suo abbraccio.

Poi,dopo alcuni minuti mi allontano da lui. Vado in bagno e senza guardare prendo il test.

<<Pronta?>>

Annuisco. Sì, sono pronta.

Carter incrocia le braccia, io abbasso lo sguardo.

Guardo attentamente il test, una, due, tre volte.. come per accertarmi.

Poi guardo il ragazzo davanti a me.

Mi guarda, io lo guardo..

Senza dire niente porta le mani slla sua folta chioma. Io invece, sospiro soltanto.


A STORM INSIDE ME 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora