Dopo scuola io e Carter decidiamo di fare un giro insieme.
Appena esco lo trovo nel parcheggio che mi viene incontro e mi abbraccia.
D'istinto mi giro verso Lucky, appena ci vede lancia una brutta occhiata a Carter, che ovviamente lui ricambia, e poi si volta a parlare con Nina.
<<Cos'ha da guardare quello stupido?>> Scuote la testa. <<Prima o poi lo prendo a pugni. Non sopporto la sua faccia di merda!>> Esclama Carter, aprendo la portiera della macchina.
Faccio lo stesso anche io, e poi accende l'auto. <<Dove andiamo?>>
<<Dovrei andare a comprare delle cose. Ti va di accompagnarmi? Poi andiamo a fare un giro, dove vuoi tu!>>
<<Ma certo!>>
<<Allora? Com'è andata oggi a scuola? Ti vedo molto rilassata.>> Tiene lo sguardo dritto sulla strada.
<<E'andata bene.>>
<<Ma che fine hai fatto ieri sera? Ti ho lasciata con Lucky e poi non ti ho più sentita. Ti ho scritto molti messaggi..>>
Glielo dico o non glielo dico? Sono sempre stata sincera con lui, e lui è sempre stato il primo a dirmi che posso tranquillamente esserlo.<<Bè.. io..>> Balbetto. <<Ero.. ero con Lucky..>>
<<Ti ha portato in giro ad ammirare la bellissima New York?>> Fa una piccola risata, e io inizio ad agitarmi.
<<Ho passato la notte con lui.>> Dico, tutto d'un fiato.
Carter stringe le mani sul volante, si ferma vicino ad un marciapiede, e spegne la macchina.
Si gira verso di me e mi guarda con espressione dura. <<Stai scherzando, vero?>>
Scuoto la testa. <<No.. abbiamo passato la notte insieme..>>
Alza il sopracciglio. <<Avete semplicemente parlato tutta la notte, riso, e scherzato, giusto?>> Inizia a mettermi in soggezione con tutte queste domande.
<<Abbiamo..>> Faccio un respiro profondo. La mia voce trema. <<Io e lui abbiamo..>>
Sbattele mani sul volante. <<Cosa? L'hai fatto con lui? Dopo tutto quello che ti ha fatto tu ci sei andata a letto?>>
Abbasso lo sguardo.
<<Guardami!>> Urla. Appena alzo lo sguardo noto nei suoi occhi l'odio.
<<Che cazzo hai in quella testa?>>
<<Perchè te la prendi tanto?>> Chiedo esasperata. <<E' un problema mio, non tuo!>>
<<Serena, io ho passato mesi a consolarti, okay? Mesi a farti discorsi che pensavo tu capissi!>>
<<Sai benissimo quanto tengo a Lucky! Sai benissimo quanto mi piace! Perchè devi attaccarmi così?>>
<<Perchè hai sbagliato e io te lo sto facendo notare!>>
<<E'un problema mio!>> Urlo, agitando le mani in aria. <<E'solo e solamente un problema mio, e tu non devi metterti in mezzo.Non capisco perchè te la devi prendere così tanto. Non eri quello 'a me puoi dire tutto che ma e poi mai ti giudicherò'?>>
<<Ti sto solo facendo notare dove hai sbagliato, o preferisci un amico che ti applaude dicendo 'brava Serena! Continua così'?!>>
<<Pensavo la prendessi diversamente Carter!>>
<<Non sarei tuo amico se non ti facessi notare i tuoi errori.>> Si passa una mano davanti il viso sbuffando. Indica la portiera.<<Esci.>>
<<Cosa?>> E' tutto così assurdo. <<Scherzi vero?>>
<<No. Non scherzo. Esci.>>
Non capisco perchè se la sia presa così tanto.
<<Vaffanculo!>> Apro la portiera e la chiudo con forza.
Cosa gli da così fastidio? Non capisco. Mi ha sempre detto che mai e poi mai mi avrebbe giudicata, mi ha sempre detto di potermi fidare..
Cosa gli prende?
Mi guardo intorno e prendo la strada per andare verso casa.
Non posso credere che Carter mi abbia praticamente sbattuto fuori dalla macchina per una litigata del genere.
Mentre cammino velocemente sento qualcuno fischiare dietro di me. Mi giro, e mi viene il batticuore.
Di nuovo lui, quel ragazzo tatuato, appoggiato a una panchina che mi guarda fisso negli occhi.
<<Cosa vuoi da me?>> Chiedo, con tono più calmo possibile.
Lui fa un piccolo sorriso e poi si volta.
Lo guardo andarsene, ma quando si rigira mi guarda con uno sguardo pieno di.. odio? Rabbia? Alza il sorpacciglio squadrandomi e poi si volta aumentando il passo.
Perchè continua a seguirmi? A fissarmi? Perchè lo trovo ovunque io vada? Ma soprattutto, cosa vuole da me?
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A STORM INSIDE ME 2
FanfictionE' scappata da New York per paura. E' scappata perchè non aveva scelta, il dolore l'aveva schiacciata e lei non riusciva più a respirare. I giorni in California passavano ma i ricordi no, non riusciva a farseli scivolare dalla pelle: Lucky era tut...