Capitolo 1 - Mia

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Non riesco a dormire. Ma questa non è certo una novità. Guardo l'ora e mi rendo conto che è ancora notte fonda. Fisso il soffitto mentre sono ancora stesa sul letto. Sbuffo spazientita e mi alzo di scatto. Mi avvicino alla piccola finestra ed osservo il mondo fuori dalla mia camera. Sta iniziando a piovere. Senza pensarci due volte afferro l'impermeabile e mi fiondo fuori dall'appartamento.

Non esco molto, preferisco farmi vedere il meno possibile in giro. È utile quando si fa una vita come la mia. Meno la gente sa di me e meglio è.

Inizio a camminare a passo lento, senza una meta. Non c'è nessuno in giro a quest'ora.

Mi guardo intorno mentre la pioggia inizia a battere insistentemente sul cappuccio dell'impermeabile. Cammino piano, non mi importa di bagnarmi. La pioggia mi piace. I giorni come questi sembrano rilassarmi un po'. Di solito la gente ha paura dei lampi, dei tuoni o della pioggia troppo forte ma per me è il contrario; sembrano riempirmi la testa e a me va bene così. Questo mi aiuta a pensare di meno. La pioggia sembra quasi farmi scivolare via i ricordi anche se so che torneranno presto a farmi visita.

Osservo distrattamente le strade del paesino che non sento per niente mio. È soltanto un luogo come un altro, uno dei tanti che ho visto nella mia vita, non mi suscita nessun particolare ricordo e questo va più che bene.

Mi inoltro a passo lento in una stradina buia ma non ho paura, non ne ho mai. Nonostante mi senta quasi rilassata il mio corpo non mi tradisce; infatti, il mio udito è sorprendentemente vigile. Percepisco un rumore alle mie spalle ma non smetto di camminare. In fondo qui nessuno può farmi del male, nessuno può togliermi più nulla.

Continuo a camminare guardando davanti a me ma percepisco ancora qualcuno alle mie spalle. Sospiro sonoramente.

<<Se cerchi denaro o gioielli sappi che non ho nulla con me.>> dico coprendomi un po' di più con l'impermeabile, più che altro per nascondere meglio la mia figura.

Non ricevo alcuna risposta ma sento ancora la presenza di qualcuno alle mie spalle. Continuo la mia passeggiata solitaria chiedendomi chi, oltre me, possa essere così pazzo da camminare sotto questa pioggia incessante e soprattutto a quest'ora.

Sbuffo spazientita e dopo qualche passo mi giro di scatto. Non vedo nessuno e la cosa mi insospettisce. Nonostante la forte pioggia il mio udito non si è sbagliato sicuramente; qualcuno mi segue e se si nasconde vuol dire che c'è qualcosa che non va. Non è la prima volta che vengo seguita, so cosa vuol dire, ma speravo di essere al sicuro qui. Almeno per un po'. Assottiglio lo sguardo e mi guardo ancora intorno. Resisto alla tentazione di mettermi sulla difensiva. Non posso essere sicura di chi sia, probabilmente sono solo troppo paranoica. Magari è davvero solo un ladro che sta cercando di sorprendermi alle spalle. Mi giro e ricomincio a camminare.

<<Principessa.>>

Mi blocco di colpo. Sono anni che non sento questa voce. Una serie di ricordi del passato mi piombano addosso lasciandomi senza fiato. Non so che fare. Non posso scappare da lui, non ce la farei, ma non ho voglia di vederlo e né tantomeno di parlarci. Non posso farlo. Ricomincio a camminare nella speranza che capisca che non voglio parlarci.

<<Principessa, vi prego!>> mi richiama con un tono quasi di supplica, facendo qualche passo verso di me.

Adesso riesco a sentire il suo odore. Chiudo gli occhi e inspiro quel profumo così familiare che mi riporta in un luogo e in un tempo ormai lontani.

<<Vi prego.>> ripete. <<Dovete assolutamente ascoltarmi.>>

Devo? Non credo. All'improvviso sento la rabbia crescere in me. Stringo i pugni e mi giro con un'espressione indecifrabile stampata sul viso. Lo vedo sbarrare leggermente gli occhi. Da quanto tempo non ci vediamo? Da quanti anni? Forse mi trova cambiata, cresciuta. Probabilmente sono completamente diversa da come mi ricorda o probabilmente pensava che fossi cambiata ma sono sempre la stessa. Fisso guardinga i suoi occhi neri che mi scrutano a loro volta.

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