Capitolo 21 - Mia

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Mi tolgo il vestito di mia madre come un automa. Lo poso delicatamente sul letto per non sgualcirlo ulteriormente. Mi sciolgo l'acconciatura che mi ha fatto Anne e butto i fiori per terra. Afferro dei vestiti puliti e mi cambio. Sento una specie di ronzio continuo nella testa e ho quasi voglia di sbatterla al muro per farla smettere. Afferro un coltello e lo metto nel retro dei pantaloni di pelle.

Appena ho finito esco nel corridoio. Passo davanti la stanza di Chris e mi chiedo se sia rientrato in camera anche lui. Rivedo i suoi occhi verdi confusi, feriti e arrabbiati mentre gli passo accanto nella sala.

<<Devo vedere mio padre.>> dico alle quattro guardie ferme davanti la sua porta. Non serviranno a fermarmi.

<<Vostro padre è in stanza ma ha chiesto di non essere disturbato.>> mi risponde uno degli uomini.

<<Devo vederlo.>> ripeto. Non ho voglia di combattere con loro ma se necessario lo farò.

<<Principessa, per favore.>> si fanno avanti.

<<Fatela passare.>> ordina mio padre.

Rimetto a posto il coltello che già avevo afferrato. Sono contenta che abbia dato l'ordine, eviterò di fare del male a degli innocenti. Evidentemente sa che i suoi uomini non sarebbero serviti a fermarmi.

Le guardie mi lasciano passare ed entro. La stanza è semibuia, c'è solo la luce della luna che entra dalla grande finestra ad illuminarla. Entro e mi richiudo la porta alle spalle. Mio padre è seduto su una poltrona posizionata di fronte alla finestra ed osserva fuori. Ha un bicchiere in mano ed una bottiglia di vetro semi-vuota vicino a sé. Riesco a sentire l'odore di alcol ed arriccio il naso. Faccio un passo avanti e lo guardo meglio. I suoi lineamenti, sempre duri e contratti, sono più rilassati del solito. Ha gli occhi aperti ma non è vigile come sempre. Deve aver bevuto un po'.

<<Sapevo che saresti venuta qui.>> dice continuando a guardare fuori dalla finestra.

<<Per quello hai messo quegli uomini a proteggerti?>> chiedo in tono duro.

Si sistema meglio sulla sedia ma continua a non guardarmi. <<Ci sono sempre delle guardie fuori dalla mia stanza. Sono il Re.>>

<<Non hai bisogno di quattro guardie per proteggerti. Sei uno degli uomini più temuti del regno.>>

<<Ne ho bisogno quando bevo, però.>> dice per poi sorridere. <<Possiamo parlare domani? Non sono abbastanza lucido.>>

<<Non voglio parlare con te.>> dico avvicinandomi velocemente a lui. <<E guardami.>> gli dico afferrandolo per il mento e costringendolo a guardarmi negli occhi.

Il bicchiere che ha in mano cade per terra e si frantuma. Nessuno dei due si muove.

Guardo i suoi occhi di ghiaccio leggermente arrossati a causa dell'alcol.

<<E cosa vuoi fare, Mia?>> mi chiede facendo un sorriso strafottente. <<Uccidermi?>>

<<Risolverei tutti i miei problemi.>> gli dico lasciandolo andare e allontanandomi.

<<Non vuoi diventare una Regina, lo so. Per questo non mi uccidi.>> dice guardandomi.

<<Non ti uccido perché nonostante tutto sei mio padre.>> quasi urlo aprendo le braccia.

Mi guarda in silenzio. <<Perché sei qui, allora?>> chiede con voce incerta dopo un po'.

<<Perché lo hai fatto?>>

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