Capitolo 37 - Mia

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<<Devo andare ma tornerò presto, te lo prometto.>> gli dico guardando attentamente i suoi occhi verdi. Mi sono mancati troppo e vorrei restare con lui ma per ora so che non posso farlo.

<<No, non ti permetterò di andare adesso che sei ritornata.>> risponde in tono duro lui, afferrandomi un polso.

Sospira. <<Jake, devo andare... il primo posto in cui verranno a cercarmi sarà casa tua. Quando le acque si saranno calmate tornerò da te e ce ne andremo da qui.>> gli spiego.

Jake non cambia espressione ma allenta la presa sul mio polso. <<Vengo con te.>> mi dice.

Scuoto la testa. <<Non se ne parla. È troppo pericoloso; potrebbero trovarmi. Devi restare qui e fingere che io non sia mai venuta, chiaro?>> rispondo. Non ha intenzione di coinvolgerlo in questa situazione.

Lui si arrende ed annuisce debolmente. Sa bene quanto io sia testarda. Nulla mi farà cambiare idea soprattutto se si tratta di una cosa così seria.

<<Adesso vado, mi faccio viva io. Tu stai tranquillo.>> gli dico accarezzandogli il viso.

Non gli permetto di dire altro e mi calo giù dalla finestra con un agile scatto. Una volta giù, sollevo lo sguardo e vedo che mi osserva dall'alto con uno sguardo preoccupato. Lo saluto con la mano dal basso e vado via.

Mi guardo intorno pensando a dove potermi rifugiare. Cammino a passo svelto continuando a guardarmi intorno. Non ho idea di dove potermi rifugiare. Non ho nessuno a cui chiedere aiuto: né genitori, né parenti, né amici.

Cammino ancora, sovrappensiero, e mi dirigo verso una specie di bosco poco lontano da casa di Jake. Non ho il coraggio di allontanarmi troppo da lui e poi spero che nel buio della notte non sia facile trovarmi. Devo cercare un posto in cui riposarmi e poi devo pensare a dove andare una volta che Jake ha sistemato tutto con la sua famiglia. Ne abbiamo parlato; gli ho spiegato brevemente cosa è successo quando sono sparita e il perché non possa restare qui. Abbiamo deciso di scappare ma ovviamente lui mi ha chiesto un po' di tempo per sistemare le cose con i suoi genitori. Non sarà facile ma lui vuole venire con me ed io sono troppo egoista per dire di no.

Mi inoltro nel bosco a passo svelto. Mi guardo intorno cercando di cogliere qualsiasi rumore. Scorgo un posto abbastanza riparato e mi siedo sulla terra umida poggiando la schiena ad un tronco. Prendo dallo zaino la coperta che ho preso a casa di Jake e mi copro cercando di ripararmi dal freddo.

Resto in una specie di dormiveglia. Ogni volta che sento un rumore sbarro gli occhi e i miei sensi si allertano.

<<Mia!>> sento gridare dopo non so quanto tempo.

Il sangue mi si gela nelle vene mentre il cuore sembra voler uscire dal petto. Scatto in piedi e mi guardo intorno. Non vedo nulla e spero sia stato solo frutto della mia immaginazione.

Sento di nuovo urlare e corro verso la voce che mi chiama e che, purtroppo, ho riconosciuto.

In lontananza scorgo due uomini che camminano dietro Jake. Lui è incatenato per i polsi e viene spinto a camminare da uno dei due.

<<Lasciatelo!>> urlo verso di loro.

Non so come comportarmi. Sto per scattare in avanti per attaccarli e liberare Jake quando vedo uno di questi prendere un pugnale e poggiarlo sulla sua gola. Mi immobilizzo all'istante. La minaccia è chiara. Vedo gli occhi di Jake, spalancati, probabilmente come i miei. Vorrei tranquillizzarlo ma non posso, non ci riesco. Probabilmente ho più paura di lui.

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