Capitolo 14 - Mia

124 7 3
                                    

<<Principessa.>>

<<Prego, Consigliere.>> dico riconoscendo la sua voce dietro la porta della mia stanza.

Poggio il libro sul comodino accanto al letto e mi alzo mentre l'uomo entra con un vassoio tra le mani. Ogni giorno mi porta colazione, pranzo e cena personalmente. Sa che preferisco mangiare in stanza piuttosto che dover mangiare con mio padre. Mi porge il vassoio facendomi un piccolo inchino.

<<Consigliere, ci sono centinaia di persone a servizio in questo castello. Non dovete portarmi voi il cibo.>> gli dico prendendo il vassoio.

<<Lo so, ma non è un problema per me farlo.>> risponde lui mentre mi accomodo su una sedia sotto la grande finestra della mia stanza.

<<Ma non siete tenuto.>> Addento un pezzo di pane. <<Se il Re lo scoprisse cosa direbbe?>> Per mio padre sarebbe un disonore scoprire che un suo Fedelissimo fa da schiavetto ad una ragazzina.

<<Non importa, lo faccio con piacere.>> risponde l'uomo. <<Volete compagnia?>>

Chris mi ha proposto più volte di mangiare insieme. Anche lui mangia nella sua stanza anche se dubito che il cibo gli sia portato dal Consigliere. Io ho rifiutato sostenendo l'importanza di avere dei momenti di solitudine. Sono sicura che prima o poi mi imporrà la sua presenza anche durante i pasti ma per ora mi godo la mia beata (e silenziosa) solitudine.

<<Grazie.>> rispondo. Il Consigliere è sempre gentile con me, per una volta non me la sento di dirgli di andarsene.

Lo sguardo dell'uomo è sorpreso ma si addolcisce immediatamente.

Fa un passo verso di me ma qualcuno bussa forte alla porta ed entra senza aspettare risposta.

<<Consigliere, mi scusi tanto. Vi ho cercato dappertutto ma poi una guardia mi ha informato che eravate qui. Il Re vi sta cercando. E' urgente.>> riferisce una donna tutto d'un fiato. Ha le guance rosse e l'affanno; sembra aver corso.

Continuo a mangiare masticando piano, osservandola. Non è cambiata affatto, è esattamente come la ricordavo.

<<Mi perdoni, Principessa. Tornerò appena possibile.>> si congeda il Consigliere uscendo velocemente dalla porta.

La donna si gira verso di me come se si fosse accorta solo in quel momento della mia presenza. Diamine, questa è la mia stanza! È ovvio che io sia qui. Si inchina rispettosamente al mio cospetto e mi trattengo dal fare una smorfia.

<<Principessa, sono felice di rivedervi.>> dice senza alzare però gli occhi su di me.

<<Ciao, Anne.>> rispondo in un tono piuttosto freddo. <<Sai che puoi chiamarmi Mia, no? In fondo ci conosciamo da tanti anni.>> aggiungo inchiodandola sul posto con lo sguardo.

La donna sembra colpita dalle mie parole. <<Se vi serve qualcosa potete chiamarmi.>> mi risponde ignorando la mia provocazione. <<Adesso vado.>> conclude facendomi un altro profondo inchino. Sembra avere fretta di uscire da questa stanza.

Non le rispondo ma continuo a mangiare e a fissarla. La donna esce dalla stanza in silenzio, continuando a non guardarmi negli occhi.

Un tempo avrei sofferto nel rivederla ma dopo tutto quello che ho passato sento solo un po' di fastidio.

Finisco di mangiare da sola e lascio il vassoio per terra, sapendo che qualcuno verrà a toglierlo, forse proprio Anne.

Vado in bagno e riempio la vasca con dell'acqua calda. Mi spoglio e mi osservo al grande specchio. Questo mi restituisce l'immagine di una ragazza, alta e tonica, con la pelle chiarissima ed i capelli e gli occhi neri come la pece. Sembro integra, sana, ma dentro mi sento rotta, spezzata in mille pezzi. Se guardo meglio, però, mi rendo conto che lo specchio non mente. La mia faccia non riesce a nascondere ciò che sento dentro. Distolgo lo sguardo dallo specchio. Non mi piace ciò che riflette. Mi immergo nella vasca e poggio la testa sul bordo. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.

RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora