Capitolo 33 - Mia

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Sono ancora vicino le sbarre quando sento dei passi. So già di chi si tratta e stringo le sbarre di metallo.

Chris, poco distante da me, è poggiato al muro della cella, con le braccia incrociate e non sembra turbato dalla situazione.

Dimitri ha uno sguardo imperturbabile e mi guarda in silenzio. Fa un altro passo verso le sbarre ed io esco una mano di scatto e cerco di afferrarlo. Lui si ritrae subito e le guardie si avvicinano di più ma lui le blocca con un gesto della mano.

<<Se non vuoi che ti uccida fammi uscire di qui immediatamente, sporco traditore.>> ringhio afferrando di nuovo le sbarre con forza. Le nocche sono diventate bianche ma non mollo la presa. O le sbarre o il collo di Dimitri.

Dimitri mi osserva attentamente e la sua espressione si indurisce.

<<Non vuoi neanche sentire le mie ragioni?>> mi chiede con calma.

<<Le tue ragioni? Mi vuoi spiegare perché mi hai fatta rinchiudere qui?>> gli chiedo, fuori di me. <<Ho detto che voglio uscire di qui, ora.>>

<<Mia, devi ascoltarmi.>>

<<Devo?>> Sbatto le mani alle sbarre. <<Giuro che ti stacco quella bella faccia d'angelo che ti ritrovi e la appendo ad un paletto.>>

Sento Chris ridere e vedo Dimitri spostare lo sguardo su di lui e stringere i pugni lungo i fianchi. <<Cosa ti fa ridere, Christopher?>> gli chiede sposandosi per trovarsi di fronte a lui. <<Non ho bisogno di entrare nella tua mente per leggere il tuo disprezzo.>>

<<Si, hai ragione. Ti disprezzo.>> risponde Chris. <<Ma in realtà sono così contento che tu stia rivelando la tua vera natura. Ho sempre saputo che nascondevi qualcosa.>>

<<Si, ho sempre nascosto qualcosa, da sempre. Ed è anche qualcosa di importante.>> ammette Dimitri fissandolo intensamente.

<<Hai intenzione di dircelo o dobbiamo pregarti per farlo?>> chiede Chris sbuffando.

<<Non girerò troppo intorno alla cosa, sarò schietto con voi, come purtroppo non ho potuto mai esserlo.>> risponde Dimitri continuando a fissarlo intensamente come se si stesse rivolgendo solo a lui. <<Faccio parte dei Ribelli e sono io che vi ho fatti rapire e chiudere qui.>> conclude con sicurezza, senza il minimo tentennamento.

<<Bastardo!>> urlo. Mi avvicino velocemente a lui e mi sporgo più che posso dalle sbarre, riuscendo ad afferrarlo per la camicia.

Avevo ragione, fa parte dei Ribelli. Sento il sangue arrivarmi al cervello. <<Mio padre si fidava di te! Come hai osato?>> chiedo tirandolo con forza verso le sbarre.

La faccia di Dimitri sbatte forte sulle sbarre fredde ma lui non emette un suono. Mi guarda negli occhi in silenzio.

Le guardie fanno un passo verso di noi ma di nuovo il ragazzo le blocca con un gesto della mano. I due uomini si scambiano un'occhiata scettica ma fanno un passo indietro.

<<Fammi spiegare, per favore. Poi deciderai se uccidermi o meno.>> mi dice lui in tono calmo alzando le mani in segno di resa.

<<Potrei ucciderti anche adesso.>> gli rispondo strattonandolo ancora con forza.

<<Lo so. E so che se non lo hai ancora fatto è perché sotto sotto vuoi sapere perché ti trovi qui.>> mi dice. <<Mia, voglio solo parlare con te. Poi ti farò uscire, te lo prometto.>>

<<Non me ne faccio nulla delle tue promesse.>> Lo lascio andare di scatto e mi allontano. Mi siedo sulla brandina con forza, come se la lontananza possa farmi passare la voglia di ammazzarlo. Raddrizzo la schiena e incrocio le braccia al petto.

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