Capitolo 31 - Mia

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Osservo la lapide in silenzio. Manca poco all'arrivo dei Ribelli e mi sono rifugiata lì per trovare un po' di pace. Non ho voglia di allenarmi, non ho voglia di sentir parlare di strategie o di raccomandazioni per la battaglia.

Osservo la foto di mia madre e cerco di memorizzare al meglio ogni dettaglio, di imprimerlo nella mente. Non mi serve un grande sacrificio, mi sembra di essere la sua fotocopia.

Non è la prima volta che mi trovo davanti ad una lapide. Ripenso a quella di Jake e a quanto mi sia macabramente familiare.

<<Anche io vengo spesso qui. Lo trovo un posto molto rilassante, anche se molti direbbero il contrario.>>

Kalindi mi viene incontro lentamente. Mi guarda con un piccolo sorriso sulle labbra. Noto un taglio sulla guancia e mi chiedo come se lo sia procurato. È stato mio padre? Forse è la punizione per averlo oltraggiato davanti a tutti.

<<Noi non ci conosciamo, Principessa. Io sono Kalindi.>> si presenta la donna unendo le mani e facendomi un profondo inchino.

<<So chi sei. Ti ho vista ieri.>> le rispondo continuando ad osservarla, soffermandomi di più sui suoi occhi leggermente a mandorla e la sua pelle olivastra.

<<Anche io vi ho vista ieri.>> risponde con un sorriso gentile. Il suo tono è completamente diverso da quello rivolto a mio padre.

La donna si avvicina alla lapide di mia madre. Osserva la foto e le fa un piccolo inchino. Poi si avvicina e la accarezza piano. <<Ciao, Isabella.>> sussurra.

La chiama per nome. Qui nessuno chiama per nome la Regina o il Re. <<Conoscevi mia madre?>> le chiedo incuriosita.

<<Ero la sua guardia personale. Quindi si, la conoscevo abbastanza bene.>> risponde la donna continuando ad osservare con tenerezza la foto di mia madre. Adesso ha tutta la mia attenzione.

<<Guardia personale?>>

La donna annuisce. <<Il mio compito era sostanzialmente quello di proteggerla.>> mi spiega.

<<Non ci sei riuscita bene visto che è morta.>> le faccio notare.

Lei si gira a guardarmi. <<Purtroppo non si poteva fare nulla. È morta dandovi alla luce.>>

Quindi per colpa mia. Non me lo dice chiaramente ma lo intuisco dal modo in cui mi guarda.

<<Scusa.>> le dico tornando a guardare la foto di mia madre. <<Ovviamente non è colpa tua.>>

<<Avrei dato la mia vita per tua madre.>>

<<Le volevi bene?>>

<<Molto. Tutti amavamo la Regina.>>

<<Parlami di lei.>> le dico. <<Per favore.>> aggiungo quando mi rendo conto che sembrava un ordine.

La donna sembra combattuta. <<Mi dispiace ma non sono la persona giusta per parlarvi di lei.>>

<<Non mi è mai stato detto nulla su mia madre, nessuno sembra sapere niente in questo Castello. Neanche mio padre mi ha mai detto nulla a riguardo, solo della sua morte dovuta al parto.>> le spiego. <<Eppure tu mi dici che tutti le volevano bene. Non credo sia vero; sembra che tutti l'abbiate dimenticata.>>

La donna sembra colpita dalle mie parole. Stringe i pugni lungo i fianchi. <<Vostra madre era una donna fantastica ed io non la potrei mai dimenticare.>> risponde a bassa voce.

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