Capitolo 3 - Mia

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<<Non ci capisco nulla, Mia!>> si lamenta Jake per l'ennesima volta mettendosi le mani nei capelli.

Sbuffo spazientita guardandolo male.<<Ho perso il conto di quante volte lo hai ripetuto! Se ti applicassi nello stesso modo in cui ti lamenti andresti benissimo in matematica!>>

Jake fa un lamento per farmi capire di essere disperato. <<Concentrati per favore. Non posso esserci sempre io ad aiutarti e a farti copiare! Ormai il professore lo ha capito e sono sicura che ti sposterà lontano da me questa volta.>>

Gli lancio i miei appunti e lui li prende guardandoli male, come se la colpa dei suoi brutti voti in matematica fosse di quei fogli. Li osserva per un po' e poi sbatte forte la testa sulla scrivania. Nonostante sia sull'orlo di una crisi di nervi mi viene da ridere. Mi trattengo serrando le labbra ed incrocio le braccia al petto.

<<E' inutile, non ci capirò mai niente. Mi sembrano dei geroglifici... Mi aiuterai domani, vero?>>

<<È inutile farmi gli occhi dolci, la risposta è no.>> mento. Non potrei mai negargli il mio aiuto ma dargliela vinta troppo presto sarebbe un vero errore da parte mia.

Jake mi guarda a bocca aperta, fingendosi sorpreso, poi fa un sorriso furbo e si alza piano.

<<Cosa hai detto?>>

<<Ho detto che non ti aiuterò, stupido caprone.>> rispondo marcando le ultime due parole senza però riuscire a trattenere un sorriso.

Jake si muove velocemente cercando di raggiungermi dall'altra parte della scrivania ma io sono più veloce. Corro per la stanza cercando di mettere tra noi degli ostacoli per rendergli più difficile la corsa.

<<Sei sleale.>>

<<Non sapevo ci fossero delle regole.>> gli dico spostando una sedia e facendolo inciampare.

<<Tregua, tregua.>> Jake si piega in due e cerca di riprendere fiato mentre io lo osservo con un sorrisino.

<<Ho vinto.>> gongolo avvicinandomi a lui. <<Come sempre.>> aggiungo per infastidirlo.

Jake si alza e mi afferra, tenendomi ferma. <<Ti ho presa finalmente, mostriciattolo!>> urla.

<<Ma non è giusto! Ti sei arreso.>>

<<In questo gioco non ci sono regole. Lo hai detto tu.>>

Mi solleva da terra facendomi volteggiare mentre io urlo e rido. Per fortuna i suoi genitori non sono in casa altrimenti chissà cosa avrebbero pensato.

<<Sembri così piccola ma pesi più di me.>> Mi butta sul letto di peso.

<<Hei!>> gli dico in tono di rimprovero. Lo afferro per il polso e lo tiro verso il letto, facendolo cadere al mio fianco.

Chiudo gli occhi e riprendo fiato. Quando li riapro trovo Jake a fissarmi. <<Cosa guardi?>>

<<Sto cercando qualcosa nei tuoi occhi.>> risponde con un sorrisino, continuando a fissarmi con i suoi occhi verdi. Ogni volta che guarda i miei occhi risponde così. Dice sempre che sono così profondi e misteriosi che lui cerca sempre la verità al loro interno ma non riesce mai a trovarla; non arriva mai a toccare il fondo di quei due buchi neri.

<<So io cosa stai cercando...>>

<<Cioè?>>

<<L'intelligenza! Quella che tu non hai!>> Gli faccio un sorrisino furbo.

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