Capitolo 26 - Mia

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Camminiamo uno a fianco all'altro in silenzio. Dimitri mi ha chiesto di fare una passeggiata in giardino per poter parlare. Ho accettato perché non volevo stare chiusa in una stanza ma forse ho sbagliato. Tutti ci guardano. Ormai la notizia del matrimonio si è diffusa in tutto il Regno e chiunque qui ci guarda con curiosità.

Cerco di ignorare gli sguardi della gente e guardo Dimitri. Sembra nervoso e più silenzioso del solito. <<Chi ti ha conciato così?>> gli chiedo osservando ancora il suo volto.

<<Allenamento andato a male.>> risponde lui facendomi un sorrisino tirato, confermandomi così di essere nervoso.

Annuisco anche se non ci credo. So che è un ottimo combattente e comunque durante un allenamento non ci si riduce così. Lascio correre perché evidentemente non vuole parlarmene.

Guardo gli alberi intorno a noi ed il bellissimo giardino ora pieno di gente. Per qualche giorno questo posto sarà gremito di gente ma la cosa stranamente non mi dispiace.

<<Senti, Mia.>> mi ferma Dimitri. <<Devo parlarti.>>

<<Siamo qui per questo.>> gli faccio notare senza essere troppo dura.

<<Lo so che non mi credi del tutto ma davvero io non sapevo nulla del matrimonio.>> mi dice guardandomi negli occhi. <<E non sapevo nemmeno perché fossi chiusa nei sotterranei. L'ho saputo da Christopher.>>

Non gli rispondo. Sembra sincero ma non posso fidarmi di nessuno, ormai l'ho imparato bene.

<<Ma di lui ti sei fidata.>> mi dice in tono offeso. Lui chi? Christopher? <<Quando abbiamo capito che lui non è un Comune tu non ci hai messo molto a credergli, a credere che lui non sapesse nulla delle sue origini.>> risponde in tono stizzito.

<<Senti, questa non è una gara tra te e Chris. Non vi state sfidando a chi piscia più lontano ed io non voglio essere il territorio del vostro scontro. Questo non è un gioco, questa è la mia vita.>> gli dico cercando di restare calma. Non ho tempo da perdere con queste cavolate.

<<Non sono in competizione con nessuno.>> ribatte lui. <<Ma vorrei che tu mi credessi e non posso fare altro che ripeterti la verità.>>

<<Perfetto, ti credo.>> gli dico più per tenerlo contento. A chi importa se io gli credo o meno? Ormai mio padre sembra aver deciso per noi.

<<Importa a me.>> mi risponde leggendomi nel pensiero. <<Io voglio che tu mi creda, Mia.>> mi dice prendendomi le mani e tenendole tra le sue.

Guardo le nostre mani. <<Perché non ti sei opposto al matrimonio?>>

<<Neanche tu lo hai fatto.>> mi ricorda. <<Non sapevo che fare in quel momento. Non potevo di certo mettermi a discutere con il Re davanti a tutta quella gente.>>

<<Lo hai fatto in seguito? Quando io ero nei sotterranei?>> gli chiedo togliendo le mani dalle sue.

Lui mi guarda ma non mi risponde.

<<No, non lo hai fatto.>> rispondo per lui.

<<Non ne ho avuto l'occasione.>> si giustifica.

<<Quindi, lo farai in seguito?>> gli chiedo riprendendo a camminare.

Anche adesso resta in silenzio.

<<Volevi parlarmi però non mi stai rispondendo.>> gli faccio notare.

<<Hai ragione.>> ammette con un sospiro. <<Voglio dirti le cose giuste, non voglio rovinare tutto.>>

<<Tutto cosa?>> gli chiedo. <<Io e te siamo cugini e nulla cambierà questa cosa.>>

Mi guarda attentamente per un attimo e poi torna a guardare davanti a sé.

Ripenso alla conversazione avuta con mio padre sul matrimonio solo per farla rivedere a Dimitri.

<<Sarebbe così terribile sposarmi?>> mi chiede.

Mi fermo e lo guardo. I suoi occhi chiari mi osservano. Lui vuole sposarmi?

<<Senti, Mia.>> mi dice per poi sospirare. <<Per adesso lasciamo perdere questa storia. Facciamo finta che tuo padre non abbia detto nulla e dopo la battaglia decidiamo cosa fare.>>

<<Dopo la battaglia andrò via di qui.>> gli dico fissandolo.

<<Tuo padre non ti permetterà di andare via.>>

<<Ma io lo farò.>> ribatto con sicurezza. <<Non resterò qui, Dimitri.>>

<<Vuoi continuare a fare la nomade? A scappare ogni giorno in un posto nuovo? A vivere sola come un cane? Che vita è quella che hai condotto negli ultimi anni?>> mi dice infervorandosi. Lui sa quello che ho vissuto perché lo ha letto nella mia mente, ha visto i miei ricordi.

<<Non posso vivere qui. Tu non capisci.>> gli rispondo con calma.

<<Certo che capisco.>> mi risponde. <<Ma questa è casa tua. Tu sei la principessa del Regno.>>

<<Pensi che io possa vivere sotto lo stesso tetto di mio padre? Dopo quello che mi ha fatto?>> gli chiedo avvicinandomi a lui. I suoi occhi sono identici a quelli di mio padre ma non mi si gela il sangue a guardarli.

<<Prima o poi tuo padre non ci sarà più. Ammesso che tu riesca a fuggire per sempre da lui, cosa farai dopo? Tonerai qui o continuerai a vivere nel mondo Comune?>>

<<Non so cosa farò ma non tornerò qui.>> rispondo con sicurezza.

<<Tu hai delle responsabilità, Mia!>> mi dice con enfasi. <<C'è della gente che vive in questo Regno ed ha bisogno di qualcuno che sia al trono.>> mi dice con gli occhi che brillano.

<<Ti sbagli, non ho nessuna responsabilità.>>

<<A chi credi che andrà il trono dopo la morte di tuo padre?>> mi chiede in tono duro.

<<Andrà a te. Oltre me, sei il parente più vicino al Re.>> dico scrollando le spalle. <<Io non lo voglio quel trono.>>

<<Sei tu quella che deve andare al trono. Sei tu la principessa, non io.>> mi fa notare.

Un brivido di terrore mi percorre la schiena. <<Ti cederò il mio posto. Tu saresti perfetto come sovrano.>>

<<Anche tu. Solo che non te ne rendi conto.>> mi dice con calma. <<Sei forte, sei intelligente e sei buona. Saresti perfetta come sovrana.>>

<<Non è ciò che desidero fare.>>

<<E cosa desideri fare della tua vita? La fuggitiva a vita? Con quale scopo andresti avanti?>> mi dice con rabbia.

So che ha ragione. È una cosa che mi sono chiesta tante volte anche io.

<<Se ci sposassimo sarebbe tutto più semplice. Insieme potremmo governare questo posto.>> mi dice continuando a guardarmi intensamente.

Corrugo le sopracciglia mentre lui mi osserva attentamente. Sta cercando di convincermi a restare?

<<Non andartene.>> mi dice a bassa voce.

Lo guardo in silenzio per un po'. <<Mi dispiace.>> gli dico facendogli una piccola carezza sul volto. <<Andrò via.>>

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