Capitolo 2 - Mia

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È il mio primo giorno di scuola e mi sento un po' nervosa.

<<Andrà tutto bene. >> mi rassicura mia madre dandomi una carezza sul viso.

<<Mamma, io non piaccio a nessuno.>> le rispondo dando voce ai miei pensieri.

È la verità, non ho mai avuto nessun amico perché tutti i bambini sembrano avere quasi paura di me. Non sono una bambina violenta, non ho mai fatto niente di strano, però tutti i bambini sembrano tenersi alla larga da me. Forse sono un po' strana.

Mia madre si irrigidisce leggermente e mi osserva per un po', senza dirmi nulla. <<Sono loro ad essere strani se non vogliono stare con te.>> mi risponde in fine.

Annuisco anche se non sono convinta delle sue parole.

L'insegnante ci raduna nel cortile e poi ci porta in classe. Ci chiede di sederci. Obbedisco e aspetto che qualcuno occupi il banco vuoto al mio fianco ma nessuno lo fa. Mi chiedo se sia colpa del mio aspetto. Forse sono miei occhi, troppo neri da non far distinguere la pupilla, o forse il mio sguardo è troppo serio. Cerco di guardare i miei compagni e di sorridergli per fargli capire che sono buona. Alcuni di loro ricambiano con un piccolo sorrisino incerto mentre altri si girano ma comunque nessuno si siede vicino a me.

Sospiro rassegnata e smetto di guardarmi intorno. Guardo fuori dalla finestra e aspetto che la giornata passi.

<<Buongiorno. Tu devi essere Jake.>> Sento dire all'insegnante.

Mi giro e noto un bambino fermo sulla soglia della classe.

<<Mi scusi, sono in ritardo>>. risponde con un piccolo sorriso.

<<Non preoccuparti, Jake. Vai a sederti dove preferisci.>>

Il bambino annuisce ed entra nella stanza guardandosi intorno. I compagni parlano tra di loro, eccitati dal loro primo giorno. Alcuni giocano e ridono sonoramente, forse si conoscono già, mentre altri sono silenziosi. Lo vedo camminare piano e cercare un posto vuoto fin quando non nota quello a fianco al mio. Sicuramente non si siederà qui ma continuo a guardarlo. Stranamente il bambino mi rivolge un sorriso e si avvicina a me.

<<Posso?>>

Mi chiede il permesso? E vuole sedersi qui? I suoi occhi verdi mi scrutano aspettando una mia risposta.

<<Sì, certo.>> rispondo in tono leggermente titubante.

Il bambino si accomoda al mio fianco in silenzio e poi inizia a sistemare la sua roba mentre io mi giro e guardo fuori dalla finestra. Ho un compagno di banco. Faccio un piccolo sorriso.

Sento toccarmi la spalla e mi giro.

<<Mi chiamo Jake.>> si presenta il bambino porgendomi la mano.

<<Io sono Mia.>> sussurro stringendo la sua mano.

Vedo il bambino corrugare la fronte e subito tolgo la mano dalla su. Cosa ho sbagliato? Non gli piace il mio nome? Si è reso conto che sono inquietante? Forse ha notato i miei occhi e li reputa troppo strani. Adesso sicuramente non vorrà più stare seduto vicino a me.

<<Bella stretta, Mia. Quasi mi spezzavi la mano.>> mi dice con un sorrisino.

Faccio un piccolo sospiro di sollievo e un sorriso mi spunta sul volto. Il bambino non sembra avere intenzione di cambiare posto. Forse finalmente potrò avere un amico.

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