<<Jake, potrai mai perdonarmi?>> gli chiedo di nuovo con gli occhi gonfi di lacrime.
Lui continua ad accarezzarmi pazientemente la nuca poggiata sulle sue gambe. È steso su un letto d'ospedale con alcune flebo attaccate alle braccia ma adesso fortunatamente sta meglio, sta recuperando pian piano le forze. Posa lo sguardo su di me e non c'è traccia di rabbia nei suoi occhi. Non ce n'è mai quando mi guarda. Neanche questa volta. <<Smettila di piangere, Mia. Te l'ho detto: non è stata colpa tua.>> mi ripete con calma.
Continuo a piangere ed un singhiozzo mi scuote.
<<Mia, guardami per favore. Adesso che i miei genitori non ci sono, spiegami cosa è successo.>> dice cercando il mio sguardo.
<<Non lo so! Stavamo litigando, ero così arrabbiata con te! Poi tu mi hai abbracciata ma io non volevo. Sentivo ancora la rabbia crescermi dentro. Non mi era mai successo, Jake! Non volevo, te lo giuro!>> gli dico in tono disperato.
<<Stai tranquilla, continua a raccontare.>> mi dice accarezzandomi un braccio. Non lo merito, non merito la sua bontà. Per colpa mia lui si trova in questo letto d'ospedale.
<<Poi hai urlato e sei caduto a terra, svenuto. Ho cercato di farti svegliare, ma niente.>> dico tirando su con il naso. Ripenso alla paura provata in quel momento e rabbrividisco. <<Allora ho chiamato i tuoi genitori, che erano appena rientrati, e ti abbiamo portato qui. Appena ti hanno visitato ci hanno detto che sembravi essere stato colpito da un fulmine.>>
<<Wow.>> sussurra lui. <<Non ricordo nulla.>>
<<Mi dispiace tanto! Non so cosa sia successo ma sono stata io.>> dico mettendomi seduta e prendendomi la testa tra le mani.
<<Dai, guardami.>> mi dice Jake spostando le mani dal mio viso e costringendomi a guardarlo. <<Qualsiasi cosa sia successa, non devi dire nulla a nessuno. Cercheremo di capire cosa sia successo e affronteremo la cosa insieme ma questa cosa rimane tra di noi, okay?>>
<<Ma...>>
<<No, Mia.>> mi interrompe in tono duro per stroncare qualsiasi discussione sul nascere. <<E adesso basta piangere. Sto bene.>> aggiunge addolcendo il tono della voce.
Annuisco debolmente e poi lo abbraccia cercando di non fargli ulteriore male. <<Ho avuto così tanta paura di perderti, Jake.>> sussurro nell'incavo del suo collo. Respiro forte il suo odore cercando di calmarmi, ripetendomi che lui è ancora qui con me.
<<Mia.>> Sento qualcuno sussurrare vicino al mio orecchio. <<Mia, svegliati.>>
<<Chris, che diavolo ci fai nella mia stanza?>> dico riconoscendo la sua voce. <<Avrei potuto infilzarti.>> Al primo "Mia" avevo già afferrato il coltellino sotto il cuscino.
<<Shhh, vuoi parlare a bassa voce? Ho già dovuto stendere le due guardie qui fuori. Non vorrei doverne far fuori altre.>> mi sussurra.
Mi metto seduta sul letto e lo guardo. La luce della luna che entra dalla finestra gli illumina il volto. <<Allora?>>
<<Guarda cosa ho qui.>> mi dice mostrandomi un oggetto. Mi avvicino e stringo gli occhi per metterlo meglio a fuoco.
<<Come fai ad averla?>> Sfioro la collana tra le sue mani.
<<L'ho rubata.>> mi dice con una scrollata di spalle.
<<A chi? Sei fuori di testa? Ti uccideranno.>> dico alzando la voce.
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Revenge
FantasyMia conduce una vita apparentemente normale: vive con i suoi genitori, va a scuola e si diverte con Jake, il suo più caro amico. Sente che in lei c'è qualcosa di diverso dai suoi compagni ma non riesce a capire cosa finché un giorno finisce per far...