40- Dieci cose su di lei

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Rhydian's pov

Continuo a camminare e camminare per la stanza.
Sta notte chiudere gli occhi è un problema più grosso del solito.
Ogni volta che ci provavo vedevo il viso di mio padre, troppo simile al mio, quello senza vita poggiato sull'asfalto di Robin oppure quello deluso e combattuto di Iael. C'era una guerra dentro ai suoi occhi sgranati. Una guerra combattuta dalla parte di lei che voleva solo starmi vicino e circondarmi della sua luce e l'altra che temeva potessi diventare davvero come Kent un giorno.

La cosa positiva è che non era scappata e non mi aveva lasciato. Mi aveva solo detto di aver bisogno di stare da sola, è giusto.
Non mi ha ancora lasciato. Mi ripeto.

Non ancora Rhydian, non ancora

Molto rassicurante, davvero.

Sai bene che non è un buon segno il fatto che si sia rinchiusa nella sua stanza.

Già, forse sta pensando ad un modo per dirmi che le faccio paura e che non riesce più a guardarmi in faccia.

Molto probabile.

"Ah, ora basta" Sbraito frustrato dando un pugno contro il muro della camera. Un paio di crepe di formano sotto la mia mano e quando la stacci noto una macchiolina del mio sangue.
Eppure l'unico dolore che sento è ancora alla testa e al cuore. Ho bisogno di Iael. Voglio che mi dica che è tutto passato ed ora è il momento di pensare ad un futuro più felice.

Mi ritrovai a dare un pugno dopo l'altro al muro e dopo un po' ero in ginocchio per terra e passare una mano sopra le mie guance bagnate. Non pensavo nemmeno di ricordare ancora come si facesse a piangere.

Mi asciugo velocemente ogni segno del breve pianto silenzioso. Non è il momento di tornare a fare il piccolo Rhydian che passa le sue giornate depresso a piagnucolare.

È quasi l'una di notte quando decido che non lascerò andare la piccoletta nemmeno se lo vuole. Devo parlare e convincerla che non deve avere paura di stare con me. Non potrei mai neanche pensare di farle del male, anzi, voglio proteggerla da chiunque voglia farglielo.

Mi alzo e sostituisco la canotta bianca che indosso con una t-shirt qualunque e meno sudata. Magari mi sorriderà ed abbraccerà più facilmente se mi presentassi da lei profumato.

Seh, contaci bello.

Sempre la solita coscienza pessimista.

Posso riuscire a riconquistarla, dovessi farle un discorso smielato strappa lacrime davanti alla porta chiusa.

Magari mi faccio una passeggiata, giusto per capire bene cosa dirle.

Al diavolo la passeggiata, corro praticamente fino alla porta della stanza di Iael, in fondo al mio stesso corridoio.

Come potevo immaginare, nessuno risponde la prima volta che busso.
Riprovo almeno una dozzina di volte,tanto che non mi sento più la mano destra.
Ovviamente busso un'altra dozzina di volte con la sinistra, perchè avrei avuto due mani sennò?

Sicuro non per sfracellartele contro una porta d'albergo, per farti perdonare  dalla tua ragazza.

Il farmi male non è nemmeno servito a nulla. Lei si ostina a non rispondermi, non mi dice nulla, neanche di lasciarla in pace.

"Iael, ti prego apri questa stupidissima porta" Mi lascio cadere sul pavimento appoggiandomi alla porta.
Ho di nuovo sbagliato approccio. Se urlo e tiro pugni contro la porta sembro davvero minaccioso. Devo darci un taglio e passare alla parte seconda: discorso smielato.

Flicka and her BadassDove le storie prendono vita. Scoprilo ora