17- Fuochi della volpe

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Rhydian's pov

Il mio stomaco decide deliberatamente di spezzare l'atmosfera tranquilla che il suo gesto inaspettato aveva creato.
I morsi della fame cominciano a farsi sentire rumorosi. Per colpa loro non ho il tempo di pensare ad una battuta che faccia arrossire la piccoletta, e invece lei parla subito. Come se non aspettasse altro se non qualcosa che distolga le nostre menti dal pensare al suo bacio leggero sulla mia guancia.

Sarà anche stato leggero ma la sua importanza pesa parecchio sul mio cuore. In sua presenza, quel dannato organo cambia dalla roccia al marzapane, dal ghiaccio all'acqua. Mi sta forse rammollendo?

"Hai fame, Rhydian?" Ridacchia in evidente imbarazzo. Continua a torturarsi il labbro inferiore mettendo me a seria prova. Più che un bacio sulla guancia mi accorgo che ne avrei desiderato uno sulla bocca, decisamente meno casto di com'era stato.

Dovresti risponderle invece che fissarle le labbra in questo modo.

Per una volta la mia coscienza ha ragione.

Tanto per la cronaca, io ho sempre ragione e se tu mi ascoltassi più spesso sbatteresti meno la testa.

"No, tranquilla. Il mio stomaco ha solo deciso di inviare un richiamo audio alle balene" Butto lì una battuta, giusto per farla sentire meno in imbarazzo.

"Vieni, ti faccio vedere un posto tranquillo dove mangiare"

"Non torniamo a casa per pranzare?"

"Ci metteremo altre tre ore buone per tornare. E poi ho portato degli ottimi panini" Alza da terra il suo zaino grigio pieno di roba.

"Hai fatto dei panini?"

"Non proprio" Tira le labbra in un sorriso colpevole "Ci ha pensato il mio chef" Dicendo questo, si volta e comincia a camminare con lo zainetto in spalla. Quello zainetto che ad ogni passo le tocca il fondoschiena. Mi ricorda un bambino che comincia la scuola e ha lo zaino più grande di lui stesso.

"Allora? Non avevi fame?" Mi richiama.

Eccome se ho fame, vorrei risponderle, il tuo tour mondiale mi sta scombussolando tutti gli orari. Di conseguenza sono quasi sempre affamato o assonnato.

In pochi passi la raggiungo.
La seguo lungo un piccolo sentiero, così stretto che dei rami continuano ad arrivarmi addosso.
Ho il sospetto, però, che lei li tenga per passare e poi li lasci subito dopo, apposta perchè mi becchino.

"Iael puoi smetterla di lasciare I rami nel momento in cui passo io?"

La sento ridacchiare. Beccata "Non sto facendo proprio niente"

"Certo, come no" Evito un altro ramo che mi avrebbe frustato la faccia. "Dispettosa"

Ridacchia ancora. Allora la fermo prendendola per lo zaino.

"Ehy!"

La tiro indietro e io riesco a passarle avanti. Almeno così non dovrò schivare rami e rametti per colpa sua.

"Non puoi stare davanti a me" Si lamenta saltellando per attirare la mia attenzione mentre camminiamo.

"Perchè no?" Sposto un ramo,ma non lo lascio dopo essere passato. Aspetto che lo sorpassi anche lei prima di lasciarlo andare.
Lei rimane quasi sorpresa dalla mia improvvisa galanteria.

"Non puoi perchè non sai dove andare"

"Oh, non sarà difficile capirlo. Questa non è un'autostrada e in più non vedo bivi o svolte. Non posso far altro che andare dritto" La guardo con un sorrisetto stampato in faccia, ma quando mi rigiro per guardare il sentiero non vedo altro che una grossa siepe che ci sbarra la strada.

Flicka and her BadassDove le storie prendono vita. Scoprilo ora