Rhydian's pov
Ho trovato il mio nuovo 'posto felice', come lo chiama Iael, ed è in un suo abbraccio.
Non so da quanto tempo io la stia stringendo con esattezza, ma so che non ho alcuna intenzione di lasciarla andare nelle scale di questa palazzina.
Anche lei si era letteralmente catapultata fra le mie braccia, prima ancora che potessi dire qualcosa. Dovrebbe essere un buon segno, no?Intrufolo le mani fra I suoi capelli allentando di poco la stretta sul suo corpo e facendo sì che I suoi piedi tocchino di nuovo terra.
"Sono qui Rhydian" Avverto le sue mani farmi dolci carezze sulla schiena e avverto il suo sorriso sul mio collo bagnato dalla pioggia.
Mi accorgo solo ora di star tremando come una foglia. Appena mi concentro sul suo tocco che testimonia che lei è davvero qui, mi sento sollevato da ogni preoccupazione. Lei sta bene e non sembra avere intenzione di lasciarmi.
Aprendo gli occhi noto che ha vestiti differenti. Devono essere di mia madre, beh a parte l'enorme felpa nera.
"Piccola Iael" La allontano da me ma le mani sostano comunque sulla sua vita. "Da quando hai l'abitudine di rubare I miei vestiti?"
Lei si guarda sorpresa e riporta poi gli occhi nei miei "Io ero fradicia, e tua madre mi ha dato dei vestiti puliti"
"Peccato che solo la felpa sia mia. Mi sarebbe piaciuto vederti coi miei pantaloni lunghi il doppio delle tue gambe." Sorrido al pensiero. "E sappi che puoi tenerla, risale all'era in cui facevo seconda media"
Tra l'altro credo che stia meglio a lei che a me. Io sembravo un emo senza ciuffo sugli occhi con felpe come quella, lei al massimo sembra un'eroinomane sulla via della guarigione. È buffa e bella proprio così com'è.
"Ho letto la canzone, quando l'hai scritta?"
Ah, si riferisce a quelle parole e note scarabocchiate sul foglio stropicciato. Deve esserle piaciuta a giudicare dal luccichio commosso dei suoi occhi celesti.
"Quando tu eri troppo impegnata ad evitarmi per farti piacere Alex"
"Andris" Mi riprende divertita, solo per irritarmi. Sa bene che in realtà ricordo quel nome. "È quasi più bella dell'altra" La prima che ho scritto per lei. "Quasi, però. Le parole della prima sono ancora più romantiche" A giudicare dal modo in cui mi sta guardando giurerei che abbia capito da sola che è sempre stata dedicata a lei, non certo al fantasma di Robin.
"Ma questa è stata capace di farti ricredere su di me"
"Tua madre ha contribuito alla cosa, e in fin dei conti, sapevo bene anche da sola che tu sei buono"
Nel sentirglielo dire mi sento di poter volare più in alto di quelli della pubblicità dei Pavesini. Mi sento leggero da ogni peso, mi sento come se lei mi avesse dato l'ultimo aiuto per uscire dal baratro scuro in cui mi trovavo, ho spezzato ogni catena legata al passato. Anche se quel che è successo mi ha segnato, mi ha cambiato, non gli permetterò più di non farmi vivere.
"Dovremmo far ascoltare una delle tue canzoni a tua mamma"
Oltre che farla ricredere su di me, deve anche averle detto che non le ho mai permesso di sentirmi suonare. La musica era ed è una cosa troppo personale per me, una cosa che mi sento di condividere solo con la mia musa ispiratrice: la piccoletta.
"Ragazzi, dovremmo avvertire anche gli altri" La voce di Chase interrompe il momento riecheggiando per l'intero androne.
"Un giorno le faremo ascoltare una canzone" Acconsento. In fin dei conti si tratta di mia madre, voglio condividere la mia passione con lei. È il minimo che possa fare per renderla felice dopo tutto ciò che le ho fatto passare.
STAI LEGGENDO
Flicka and her Badass
Teen FictionFlicka era il dolce soprannome che Franz Lindberg usava per chiamare la sua amata bambina. Ora però è sulla bocca di tutti, su cartelloni pubblicitari, su poster e sulle più comprate riviste di gossip. Sì, perchè Flicka è il nome d'arte della cantan...