Prologo

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"Papà mi racconti qualcosa sulla mamma?"

Da quando Iael aveva compiuto otto anni aveva assunto l'abitudine di chiedere a suo padre com'era la sua mamma. Purtroppo non ricordava molto su di lei. Nei suoi ricordi però era così bella che talvolta la immaginava nelle vesti dell'incantevole strega nella fiaba del fratelli Grimm. Non l'aveva mai detto a nessuno, nemmeno ai suoi fratelli, perchè temeva che pensassero fosse una cosa stupida. La loro mamma era troppo buona per ricordar loro una strega seppur incantevole. Perciò aveva tenuto questo pensiero per sé.

Proprio perchè Iael non ricordava molto di sua madre, ogni sera, prima di andare a dormire, chiedeva degli indizi su di lei a suo padre, l'unica persona che amava parlare di Abigail.

La piccola aveva provato a parlare di lei con altri membri della sua famiglia, ma tutti cambiavano sempre argomento. Iael ogni volta non capiva il perché, dopotutto pensava che fosse giusto parlare di una persona che hai amato,pensava fosse giusto ricordarla. Ma gli adulti preferivano non dire ad alta voce quanto si sentisse la mancanza di quella donna in famiglia.

Tranne suo padre, lui era l'unico che adorava almeno quanto lei, parlare di Abigail, anche se alcuni giorni avrebbe preferito non farlo. Alcune volte sentiva troppo la mancanza di sua moglie, l'unica donna della sua vita, come la definiva sempre lui.

Ma adorava parlarne a sua figlia. Lei era così intelligente che ogni tanto pareva di conversare con un adulto saggio. Lo affascinava vedere come cresceva e con lei I suoi pensieri, la sua intelligenza e la sua bellezza disarmante.
Ogni tanto si perdeva nel pensare che proprio lei era la stessa bambina che, in tenera età, aveva imparato a suonare il pianoforte solo guardando sua madre. Una bambina prodigio, la definivano così in famiglia.

"Tesoro, i dieci indizi non cambiano mai, non è ora che tu vada a dormire?" Provò a convincerla il padre, pur sapendo che Iael non si sarebbe arresa, non prima di aver raggiunto il suo obbiettivo. Quella bambina sapeva essere molto testarda.
Infatti, mise il broncio e negò con la testa, facendo sbuffare suo padre.

Ormai la piccola, sapeva a memoria le dieci cose che Franz le diceva ogni sera, ma quel momento lo considerava una sorta di chiaccherata solo tra padre e figlia, senza i suoi fastidiosi fratelli maggiori. Anche lui stava volentieri col suo angioletto dagli occhi del colore del cielo.

"Okay, allora la prima cosa..." Fece finta di pensarci su, anche se sapeva a memoria tutte le dieci cose; dieci quanto il numero degli anni di sua figlia "Aveva gli occhi così azzurri, che sembrava di guardare il cielo in una giornata di sole. A volte sembrava di vedere addirittura alcune nuvole solitarie e le sottili pagliuzze dorate che spezzavano l'azzurro dell'iride sembravano essere raggi di sole. Ma poi sbatteva le lunghe ciglia scure e tu ricordavi di esserti incantato a guardarla negli occhi"

"La seconda qual'era?" Chiese la bimba, pur sapendo già la risposta.

"Non era per niente brava a coltivare le piante" Ridacchia come ogni volta che lo raccontava "Ma era così testarda, che ogni primavera ne piantava qualcuna in giardino, anche se puntualmente esse morivano"

"E poi? Qual'è la la terza?" Chiese Iael, entusiasta come ogni sera.

"Mmm, fammici pensare..." Disse Franz, facendo sbuffare sua figlia, seduta sulle sue ginocchia "Oh, ora ricordo...aveva una chioma di lunghi capelli neri, lucidi come seta e mai legati. Diceva che non poteva tradire il suo spirito libero legando I suoi capelli, per questo li lasciava sempre naturali. Non li aveva mai tinti, nè tagliati troppo"

La bimba non lo interruppe questa volta, adesso stava cominciando ad essere stanca e appoggiò la testolina sul petto del padre. Quest'ultimo continuò a parlare ma abbassando la voce.

Flicka and her BadassDove le storie prendono vita. Scoprilo ora