Epilogo (da revisionare)

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Dieci anni dopo

Rhydian's pov

Dicono che la prigione ti faccia capire chi ti ama davvero, che ti faccia scoprire chi sei veramente.
Io ci ero stato solo una volta, per quasi due mesi, ma non avevo scoperto chi ero e l'unica persona che mi aveva amato era stata solo mia madre.

Basil Lemange mi aveva tirato fuori dal carcere minorile e mi aveva dato l'opportunità di rifarmi una vita. Mi sono sempre ripetuto che un giorno o l'altro avrei cercato di sdebitarmi, di ricambiare il favore in qualche modo.
Ma non l'ho mai fatto. Non l'avrei tirato fuori di prigione, lui meritava di starci per tutti gli anni assegnati dal giudice.
In tribunale, il 4 Ottobre di ormai quasi dieci anni fa, era stato condannato a ventiquattro anni di carcere per uso improprio di armi, rapimento e complotto contro il governo. Anche Marcus aveva avuto la sua stessa condanna.
Andris aveva ottenuto invece uno sconto della pena, considerato in parte obbligato a compiere alcune azioni contro la sua volontà. Il prossimo anno sarebbe uscito.

Intanto io sono andato a fare visita a tutti e tre come ogni 5 Agosto, il giorno del loro arresto, dopo lo schianto dell' elicottero su un palazzo di New York.
Parlo loro della vita fuori dal carcere, e di come la mia vita ha preso una piega del tutto nuova e inaspettata. E poi mostro a Basil la cicatrice sul braccio sinistro lasciatami dal proiettile della sua pistola.

Andris si è guadagnato una cauta amicizia da parte mia, anche se non avrei mai smesso di pensare che è ottuso e ignorante.

Esco dal carcere svedese nel bosco di Göteborg, ad appena un'ora di auto dalla mia nuova casa.
Ho chiesto io stesso il trasferimento dei tre detenuti in Svezia, volevo averli vicino a casa per la mia visita annuale.

Torno nel mio suv grigio stranamente silenzioso e passo dall'aereoporto con tutta calma per recuperare I miei amici appena arrivati in Svezia. Ashley e Brandon con il piccolo Trouble vengono qui tutti gli anni accompagnati da Chase e a volte anche da Derek. Ormai seppur avesse superato I trent'anni come me, la versione dei poveri di Enrique Iglesias si ostina a venire qui per fare il filo ad una delle donne della famiglia Lindberg.

L'auto dei ragazzi è parcheggiata al solito posto e basta il suono del mio clacson per farmi seguire fino a casa Lindberg.

Purtroppo però quel suono sveglia anche un uragano dai capelli scuri "Siamo arrivati adesso?"

"Quasi" rispondo, girando un ultima volta verso il bosco in periferia.

"Quando arriviamo?"

"Arriviamo quando siamo arrivati" Accendo la radio per sovrastare il suono dei continui sbuffi annoiati di mia figlia.

In pochi minuti arriviamo davanti all'imponente casa di famiglia, quella dove passiamo le vacanze estive tutti insieme ogni anno. Persino mia madre ha preso l'abitudine di stare qui con noi.

"Siamo arrivati adesso papà?"

"Si" dico sbuffando. Mi slaccio la cintura e scendo dall'auto. Faccio scorrere il portellone dietro del piccolo suv grigio metallizzato per far scendere anche una mia piccola versione. Un po' meno asociale e scorbutica.

"Abigail sta ferma, come pensi che riuscirò a toglierti dal seggiolone?"

Non riusciresti a slacciarla nemmeno se lei stesse ferma Rhydian.

"Caspita 'sto coso è più difficile da slacciare del reggiseno di tua madre" mormoro più rivolto a me che a mia figlia.

"Cos'è un reggiseno papà?" Mi chiede ingenua Abigail. Caspita, devo controllare meglio quello che dico in sua presenza. Ora come glie lo spiego?

Flicka and her BadassDove le storie prendono vita. Scoprilo ora