25

2.2K 72 1
                                    

Harry cammina avanti e indietro per la stanza passandosi più volte le mani le mani nei capelli.
È nervoso, lo posso affermare.
Nonostante Harry abbia questo vizio di passarsi più volte le mani nei capelli, lo fa anche quando è nervoso o agitato.

Dentro di me sto morendo dalla voglia di sapere che cosa sta succedendo, ma so che non lo saprò finché la chiamata non sarà terminata.
Di cosa staranno parlando?

Mi mangio le unghie aspettando che la telefonata sia terminata.
Vorrei al più presto una spiegazione e vorrei sapere cosa sta succedendo.

Harry conclude la chianata e preme il pulsante rosso sullo schermo del suo telefono, mentre sospira e sorride allo stesso tempo.

«Paul ha le prove. Ha la lettera che tuo padre aveva spedito a Freddy, dove gli dice chiaramente di fare sembrare l'omicidio di mia sorella Jen un suicidio. La lettera è stata scritta da tuo padre in persona, c'è la sua firma e sulla carta c'è lo stemma della Dion's» mi informa con un lieve sorriso.

Io spalanco gli occhi incredula.

«Harry è magnifico! Se riusciamo ad averla possiamo portare tutto alle autorità e fare avere a quei due ciò che si meritano» mormoro felice.

«Già» dice lui seguito da un lungo sospiro, «ma non è così semplice, la lettera si trova all'interno della Dion's. Paul non può entrare negli archivi senza essere visto, perché dovrebbe passare per forza dall'ufficio di tuo padre. L'unica nostra possibilità è quella di infiltrarci di notte, ma prima ci servono le chiavi» mi spiega.

«So dove mio padre tiene le chiavi di riserva per entrare all'interno della Dion's, ma sono a casa mia» sussurro abbassando il viso.

"Casa loro" penso correggendomi.

«Dici sul serio?» mi risponde spalancano gli occhi e sorridendo.

«Sì, Harry. Dopo questa saremo liberi»  affermo con un gran sorriso.

«Sarai mia, ancora più di quanto tu non lo sia già» mormora sulle mie labbra prima di prendermi in braccio e baciarmi.

Mi fa girare per tutta la stanza con le mie gambe a penzoloni e le mie braccia attaccate al suo collo mentre ridiamo come degli scemi.
Il peso che fino a poco prima avevo sul cuore finalmente si è dissolto ed ha lasciato spazio alla felicità e all'amore.

Prendere quella lettera sarà un gioco da ragazzi e me occuperò io personalmente. Tornerò a casa dicendo di aver dimenticato dei vestiti invernali dato che ne ho l'armadio pieno. Quando mio padre andrà a dormire gli prenderò le chiavi di nascosto e con Harry andremo ad iniziare la nostra vendetta. Non sarà poi così difficile...

«Lo farò io» mormoro decisa staccandomi da lui per guardarlo negli occhi. Voglio parlargli del mio piano.

«Che cosa?! No, non lo farai, Heaven.» Dice con un tono che non accetta repliche.

«Ma devo farlo io!» provo a spiegarli.
«È la nostra unica possibilità. Non può esserci un piano B, sono l'unica a poter entrare in casa mia senza scuse» continuo sperando che capisca.

«Ci sarò anch'io. Non ti lascio sola» ribatte duramente il riccio.

«Non lo farai, infatti. Ma dovrai aspettare almeno fino a notte fonda, in modo che io possa prendere le chiavi» gli dico.

Lui mi guarda confuso e indeciso, sembra che ci stia pensando, ma perlomeno non ha ancora detto un No secco.
Harry è il ragazzo più protettivo che io abbia mai conosciuto e questa cosa è una lama a doppio taglio; sono cresciuta prendendo ordini dalla mia famiglia ed ora non sono più accondiscente a questo tipo di cose. Se Harry pensa che seguirò alla lettera ogni suo ordine si sbaglia. Mi dispiace davvero per lui e nel profondo del mio cuore io lo capisco e sento il suo dolore come se fosse il mio. Deve essere davvero difficile, sapere che tua sorella è stata uccisa per mano di un uomo che è ancora a piede libero, ma anche se non fosse a piede libero farebbe male ugualmente. Apprezzo la forza di volontà di Harry, apprezzo ogni cosa che fa per me e apprezzo il fatto che lui voglia proteggermi e tenermi al sicuro, ma ormai ci sono dentro fino al collo e tanto quanto lui. Anzi, forse ci sono sempre stata dentro. Voglio che Harry capisca che io non mi tirerò indietro e farò tutto il possibile per tirare fuori entrambi da questa storia.

Lui si passa una mano fra i capelli e alla fine sospira.

«E va bene» accetta frustrato guardandomi.

Io sorrido e gli prendo il viso fra le mani. Restiamo per un po' così, senza parlarci. Sarebbe inutile usare la bocca per parlare quando lo fanno già gli occhi.

«Non mi accadrà niente» mormoro più a me stessa che a lui.

«Ti conviene, Heaven Dion» ribatte secco.

«Dopo che questa storia sarà finalmente finita che intenzioni hai?» gli chiedo facendomi coraggio. Mentre ascolto la mia voce formulare questa domanda rivolta ad Harry, mi rispondo da sola: non mi importa che intenzioni abbia, mi va bene tutto, purché comprenda anche me.

«Non lo so ancora, ma ora so che voglio portarti in un posto» mi confessa.

Aggrotto la fronte confusa mentre lo guardo infilarsi i pantaloni. Ad una piccola parte di me, quella non razionale, dispiace che si sia già rivestito.

«Dove?» gli domando.

«Lo vedrai» dice vagamente.

«Odio non sapere le cose» mormoro alzando gli occhi al cielo e sbuffo.

«Lo so, Heaven. Allora? Ci vieni con me o no?»

Annuisco mentre finisco anche io di vestirmi. Prendo la mia giacca in pelle, dato che le temperature stanno iniziando ad abbassarsi e lo seguo fuori dalla mia stanza.

Entriamo nella Range Rover nera di Harry e subito sprofondo nel comodo sedile in pelle.

Le vie della città passano davanti ai miei occhi velocemente e mi rendo conto di quante cose ho ancora da fare e da visitare. Penso che una volta risolti i nostri problemi, mi piacerebbe davvero tanto fare un giro con Harry qui a Los Angeles, che sia per visitare la città o per prenderci un caffè in un bar.

Le strade oggi non sono molto affollate, di solito lo sono sempre qui a Los Angeles.

Il ragazzo affianco a me continua a guidare per una buona mezz'ora e  quando finalmente svolta a destra su una lunga strada e poi ancora a destra arrivando in un parcheggio vuoto, capisco che siamo arrivati. Mi guardo attorno per capire dove mi abbia portata Harry ma proprio non ne ho idea.

Mi volto verso di lui per chiedergli una spiegazione, ma appena i miei occhi incontrano il suo viso noto con stupore che i suoi occhi sono lucidi.
È la prima volta che lo vedo in queste condizioni, la cosa mi fa male e non poco, è una cosa che non ho mai provato con nessuno. Eppure potrei giurare di sentire il suo dolore fin sotto alla mia pelle. È quando ritorno a fare mente chiara sulle cose, che capisco finalmente la nostra destinazione. Alzo il viso verso di lui per chiedergli una conferma, ma lui mi stava già guardando.

«Ti ho portato da una persona speciale per me. Ho sentito il bisogno di portarti qui, per conoscerla» mi annuncia sorridendo amaramente.

Mi alzo dal mio sedile, scavalcando la console per mettermi seduta sopra alle sue gambe e lo stringo forte a me in un abbraccio che lui ricambia immediatamente. Gli prendo il viso fra le mani e lo guardo negli occhi. Bacio le sue labbra e poi mi stacco solo per baciargli le lacrime che scendono dai suoi occhi, prima di rimuoverle delicatamente dal suo viso con le mie dita. Harry non dice nulla e questa cosa mi spezza il cuore, vorrei che si sfogasse e che parlasse con me. Vorrei essere la sua spalla, perché lui è la mia anche se ancora non lo sa.
Ma apprezzo anche il suo silenzio, purché non mi escluda.
Non dico niente, rimaniamo entrambi in questo modo mentre aspetto che si calmi.

EVENING Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora