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Cerco di restare lucida e di ragionare nel modo più razionale possibile, ma ad ogni minuto che passa, è sempre più difficile ignorare la domanda che continua a ripetersi fino allo sfinimento nella mia testa: cosa faccio? O meglio, cosa dovrei fare?

Prendo un respiro profondo e prendo le scale per andare al piano di sopra, mentre ringrazio Dio per il fatto che nessuno degli ospiti si sia accorto di me. In questo momento li invidio, continuano a chiacchierare come se niente fosse, mentre io ho lo stomaco attorcigliato.

Il pavimento in parquet lucido, è un temibile nemico per chi porta le scarpe con il tacco alto - come me in questo preciso istante - quando è stato passato con la cera appena qualche ora prima. Guardo a destra e a sinistra nel corridoio, ma di loro sembra non esserci traccia. Continuo a camminare nel corridoio diretta verso il bagno - pensando al peggio - che si trova proprio dietro l'angolo, quando sento le loro voci. So che è sbagliato, ma mi metto ad origliare pregando mentalmente che non abbiano sentito il mio arrivo dato il suono delle mie scarpe sul parquet.
Ma che dico? Ho tutto il diritto di origliare, e che cavolo! È del mio ragazzo che stiamo parlando.

«Quindi ora stai con lei?» sento dire da Elena.

«Sì, sto con lei. Qual'è il punto Elena?» sbuffa Harry.

D'istinto sorrido, sento per certo che a lui non piace. Ma il fatto che siano qui, insieme, da soli, non mi piace per niente.

«Non c'è nessun punto Harrison. Sapevi che provavo e provo qualcosa per te» mormora secca lei.

Spalanco gli occhi e stringo i pugni.

«Non è un mio problema, questo» puntualizza lui.

«Be', devo dire che ti piaceva parecchio scoparmi, tempo fa. Ricordi? Ricordi quando mi hai presa sulla scrivania della mia camera?» mormora lei in tono seducente e riesco ad immaginare un ghigno malefico sul suo viso.

Il solo pensiero mi fa sudare le mani e formicolare i piedi.

«È passato. Sapevi dall'inizio che era solo divertimento per me. Ero solo un ragazzo del liceo che aveva bisogno di svuotarsi le palle e tu eri lì. Niente di più» ribatte serio Harry.

Questa parte di lui, era quella che preferivo meno: freddo e distaccato.
Ma in questo momento, non poteva piacermi di più. Adesso so che tra loro c'è stato qualcosa e ammetto che la cosa mi infastidisce, ma mi tranquillizza il fatto che non sia accaduto di recente, o non saprei proprio come avrei potuto reagire.

«Sai, speravo che ti saresti innamorato di me» mormora Elena.

Trattengo una risata al pensiero di quanto sia convinta e vanitosa.

«Innamorarmi di te?» si beffa di lei Harry, «ti ho solamente usata, anzi usata non è proprio il termine corretto perché non ti ho mai promesso niente. Eri consenziente, ti ho mai obbligata a fare sesso con me?» gli domanda bruscamente Harry.

«No ma-»

«Allora qual'è il tuo fottuto problema Elena? Perché mi hai seguito?» mormora Harry irritato.

Dopo aver sentito le sue parole mi tranquillizzo ancora di più, è come se il sapere che sia stata Elena a seguire il mio fidanzato gli tolga le colpe che gli avevo affibbiato nella mia mente. Avevo pensato di fargli un bel discorsetto per farmi dare delle spiegazioni, ma adesso che ho questa certezza posso stare tranquilla.

«Perché volevo parlare con te»

«Non abbiamo niente da dirci. Senti Elena, te lo dico nel modo più gentile possibile non rompermi le palle. Io sto con Heaven e la amo. Non hai il diritto di metterti fra noi»

«Sei davvero uno stupido. Innamorato della figlia dell'uomo che ha ucciso tua sorella... è così che volevi bene a Jenny?» lo provoca lei.

D'istinto stringo i pugni, e proprio mentre sto per svoltare l'angolo per fare la mia entrata in scena, il suono di uno schiaffo riecheggia fra le pareti e mi porto le mani alla bocca avanzando verso di loro. Harry non l'avrebbe mai colpita, mi ripeto mentalmente. Ma quando arrivo davanti a loro capisco che non è stata opera di Harry: ma di Anne.

«Fuori. Da. Casa. Mia.» Ringhia Anne fra i denti. «Voglio te e tua madre fuori da questa fottuta casa, ora!» Urla. Non pensavo che Anne fosse il tipo da tirare fuori gli artigli, ma in un certo senso me ne compiaccio.

Elena si volta verso di me lanciandomi uno sguardo di fuoco mentre io le sorrido e le indico le scale.

«E tu che cazzo hai da guardare?» sbotta Elena verso di me.

«Hai sentito Anne, fuori da questa casa» ringhio a mia volta verso di lei che si incupisce. È paura?

Senza farselo ripetere due volte si avvia velocemente giù dalle scale e noi facciamo altrettanto assicurandoci che se ne vadano sia lei che la madre.

**

Anne sembra tornata serena, ma vedo che qualcosa la turba. Mi affaccio alla porta della cucina seguita da Harry trovando Anne e mia madre sedute mentre parlano.

«Oh, venite» ci sorride Anne.

«Mamma cosa è successo con Natasha?» le domanda Harry aggrottando le sopracciglia confuso.

«Avevo chiesto ad Heaven di chiedere a tutti voi chi voleva il caffè, ma poi non è più tornata ed ho intuito che qualcosa non andava. Quando sono salita al piano di sopra ho beccato Natasha frugare in camera mia e di tuo padre nei cassetti, è palese che volesse rubare. Poi ho sentito le vostre voci dall'altra parte del corridoio e quando ho sentito Elena parlare di mia figlia e di Heaven in quel modo sono scoppiata. Mi dispiace...» mormora delusa lei.

«Anne penso che tu sia troppo buona.» Le sorride mia madre. «Sono cose che possono capitare, ma prima o poi la verità verrà sempre a galla. Si sono rivelate per quelle che sono e se fossero ancora qua le prenderei a calci. Sul serio.» Mormora mia madre, lo ha detto così seriamente, facendoci ridere tutti.

La tensione si alleggerisce, finalmente.

«Dubiti di me?» mi domanda Harry.

Gli sorrido e gli prendo la mano. «Mai»

«Quanto siete carini. Mi ricordate me e Des da giovani!» mormora Anne con aria sognante.

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