EVENING

50

Il suono della sveglia, lo stesso che è stato il mio compagno mattiniero per molto tempo, suona insistentemente dal mio cellulare, quando finalmente apro gli occhi per spegnerla. Ancora assonnata, guardo il ragazzo riccio al mio fianco, che mi fissa divertito appoggiato sul suo gomito.

«Buongiorno amore» mormora lasciandomi un leggero buffetto sul naso.
Harry non è affatto il tipo che affibbia nomignoli da innamorati, eppure, anche quando lo dice per scherzare, il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

«Buongiorno» rispondo di rimando ancora assonnata. Stamattina non ho per niente voglia di andare a lezione, ma è l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale.

«Dovresti dormire nuda» sospira Harry.

Mi giro e lo guardo male.
Cioè sei impazzito?

«Con questo freddo?» gli domando con un sopracciglio inarcato, lui annuisce sorridendo. «Scordatelo» ribatto bruscamente, ma un sorriso si fa spazio sulle mie labbra.

Harry si alza dal letto a torso nudo ed è così sexy da farmi avvampare. Non capisco come faccia a dormire a petto nudo anche durante l'inverno.
I miei occhi rimangono fissi sul suo addome scolpito.

«Ti godi lo spettacolo?» ghigna.

«Be', è un gran bello spettacolo» ammetto arrossendo.

Harry mi prende il viso e mi fissa dritto negli occhi. «Amo quando arrossisci, non smetterò mai di dirtelo. E amo te»

«E io amo te» sorrido e gli bacio le labbra.

Le mie intenzioni erano buone, non avevo in mente niente di malizioso, ma Harry approfondisce il bacio e le nostre lingue si incontrano. Mi afferra per le gambe e mi solleva facendomele allacciare attorno al suo bacino. Posso sentire la sua erezione contro alla mia coscia.

«Piccioncini siamo in- oh cazzo!» Logan si copre gli occhi e inizia a ridere.

Harry ed io ci stacchiamo imbarazzati e iniziamo a ridere a crepapelle.

Un Logan incerto si toglie le mani dagli occhi e ci guarda divertito.

«Non volevo interrompere la vostra performance mattutina ma siamo in ritardo. Le lezioni iniziano tra 20 minuti» ci annuncia alzando le spalle.

Faccio un balzo e mi metto subito a cercare qualcosa da indossare nell'armadio sotto lo sguardo divertito di Harry - ancora a torso nudo - e di Logan già vestito.

***

Il vento freddo mi fa accapponare la pelle, ed Harry se ne accorge perché mi stringe più forte a lui, mentre camminiamo verso l'entrata dell'edificio. Dopo che Harry ha recuperato la memoria ed è "risorto", molte persone che frequentano il college qui, erano convinte di avere le allucinazioni... ma poi si sono abituate. Al contrario, altre persone ancora oggi ci guardano con gli occhi sbarrati e increduli, cosa che ci fa ridacchiare. Ma comunque sia, ringrazio qualsiasi forza ci sia al di sopra di noi per averci fatto ritrovare.

Harry mi prende la mano e mi fa voltare verso di lui. Mi accarezza la guancia e mi lascia un bacio.
«Ci vediamo dopo?» mi domanda.

«Ci vediamo dopo» gli sorrido.

Mi lascia un'ultimo bacio e mi trovo a guardarlo mentre si allontana per andare nell'edificio opposto.
Mi manca di già, ma non posso farci nulla... lo vedrò più tardi.

Le ore passano in fretta, ed essendo l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, usciamo un'ora prima.
Non abbiamo fatto un granché oggi.

Finisco di sistemare la mia roba nella borsa dove tengo i libri mentre gli altri escono, ma non prima di avermi fatto gli auguri.

«Heaven Dion, lei è davvero una delle ragazze più brillanti che io abbia mai conosciuto. Ottimo lavoro! Ci vediamo dopo le vacanze» mi sorride il professore che insegna economia.

«La ringrazio, buone vacanze» ribatto educatamente prima di uscire dall'aula.

Harry mi sta aspettando appoggiato al muro e appena mi vede, sul suo viso appare il sorriso che tanto amo, accompagnato dalle fossette, mentre mi viene incontro.

Le ragazze lo guardano come se volessero mangiarselo con gli occhi, e la cosa più irritante è che sembra che a nessuna di loro interessi se io le veda o meno. Ma Harry non le calcola di striscio, e questa a parer mio, è l'unica cosa che importa.

«Come è andata?» mi domanda Harry mentre usciamo dell'edificio.

«Direi bene, non abbiamo fatto niente.» Alzo le spalle. «E a te?»

«Ho avuto un test alla prima ora ma del resto non abbiamo fatto nulla nemmeno noi» mi informa passandosi una mano fra i capelli che sono cresciuti parecchio, e se non li taglierà almeno un po', finiranno per accecarlo un giorno di questi.

«Un test?» chiedo sorpresa.

Lui annuisce mentre mi guarda divertito. Scuoto la testa e gli faccio segno di camminare, dato che Logan e Lexie ci stanno già aspettando in caffetteria.

La caffetteria, in questo periodo dell'anno, è illuminata da piccole lucine ed i tavolini fuori sono riparati dal freddo da un tendone riscaldato.
Ogni anno c'è sempre qualche studente che non torna a casa per le vacanze, e mi si stringe il cuore nel sapere che anche io, al primo anno, non avrei scelto di tornare a casa, dato i rapporti con i miei genitori. A volte penso a mio padre, mi chiedo come se la passi a stare tra quattro mura fredde, senza tutto il suo sfarzo e i suoi soldi, ma la risposta che mi viene in mente è sempre la stessa: sta dove merita di essere.

«Qualcosa non va?» mi domanda Harry. È così bello sapere che è attento a me.
Sto per rispondergli quando Lexie si fa sentire.

«Eccovi finalmente!» urla lei alzandosi di scatto dalla sedia.
Tutti gli occhi sono puntati su di lei, ma sembra non farci caso.

«Lexie non urlare» La ammonisce Logan. «Ci stanno guardando tutti.»

Lei lo trucida con lo sguardo.
«E allora? Non mi interessa» ribatte con una smorfia.

Harry ed io ci guardiamo e tratteniamo una risata. Logan si passa una mano sulla fronte, Lexie sa essere davvero esasperante a volte; ma Logan la ama ugualmente. Quando ami una persona è un pacchetto completo, devi accettare i pregi e anche i difetti: anche se questi ultimi a volte tendono a prevalere sul resto.

«Oggi non abbiamo fatto un emerito cazzo» annuncia Lexie, «avrei potuto stare a casa, al caldo, sotto alle coperte a dormire fino a mezzogiorno, invece che venire qui» si lamenta.

«Il college è una responsabilità, ma non è obbligatorio» le ricorda Harry.

«Lo so, ma se devo venire per non fare nulla, allora stavo meglio a casa» ribatte lei, incrociando le braccia al petto.

Decidiamo di sorvolare il discorso, tanto non c'è modo di far cambiare opinione a Lexie, e questo oramai lo sappiamo molto bene tutti quanti.