La stanza di Harry è molto simile a come l'avevo immaginata in passato. Il letto è coperto da morbide lenzuola nere e piumino abbinato. Mi guardo attorno e vedo tantissime foto di lui quando era più piccolo: insieme a sua sorella Jennifer e alla sua famiglia, qualche foto con qualche amico che non ho mai visto. I libri di testo del liceo sono perfettamente ordinati sopra alla mensola della grande scrivania in legno scuro.«Ti piace?» la voce di Harry arriva dalla porta e improvvisamente mi sento come se mi avessero colta con le mani nel sacco.
Mi volto verso di lui e arrossisco immediatamente alla vista di Harry con solo un asciugamano legato attorno ai fianchi, fresco di doccia.
Lo ammiro dalla testa ai piedi, mentre penso a quanto sono fortunata e a quanto lui sia fottutamente sexy in questo momento. Parto dal viso e noto che ha le pupille dilatate, il verde smeraldo dei suoi occhi adesso è scuro e pieno di lussuria. Le clavicole sporgenti e macchiate di inchiostro, le braccia forti e muscolose anch'esse macchiate. Il suo addome scolpito e la linea a V marcata... se non ci fosse l'asciugamano a coprire il resto, a quest'ora penso che starei già avendo le vampate.Harry mi fissa dalla testa ai piedi con apprezzamento, mentre si fa spazio un ghigno sul suo volto. Capisco subito il motivo: la mia vestaglia di seta rosa pallido lascia ben poco all'immaginazione e lascia scoperta gran parte delle mie gambe.
L'atmosfera tra noi è cambiata, basta solamente che uno dei due faccia la prima mossa... Harry avanza verso il letto e si siede, senza interrompere il contatto visivo che si è creato tra i nostri occhi.
«Vieni qui» sussurra Harry a bassa voce. La sua voce roca accende qualcosa dentro di me. D'istinto chiudo le gambe sentendo la pressione salire e fermarsi al centro del mio stomaco. Faccio come dice e mi siedo a cavalcioni su di lui. Una vista stupenda: mi sta guardando dal basso. Passa le mani sulle mie cosce facendomi venire i brividi mentre disegna dei piccoli cerchi, finendo per alzare la mia vestaglia già corta di suo. Passa un dito sulle mutandine in pizzo rosa.
«Vuoi uccidermi?» dice tra i denti ed il suo respiro si fa irregolare. Il contatto del suo dito sul mio centro mi fa gemere e voglio di più.
«Guardati, non ti ho ancora toccata per bene e sei già bagnata. Sei pronta per me piccola?» mi domanda guardando fra le mie gambe.
Annuisco e cerco di trattenere un gemito mentre continua a disegnare dei cerchi sul mio clitoride.
«Oh, sì che sei pronta per me. Sei fradicia, Heaven» sussurra prima di invertire le nostre posizione.
È lui a prendere il controllo ed ora sono inerme sotto di lui. Harry si toglie l'asciugamano liberando la sua erezione già dura.«Guarda cosa mi hai fatto. Solo tu mi fai questo» mormora, e con un gesto secco toglie le mie mutandine e le lancia da qualche parte sul pavimento, prima di fiondarsi sulle mie labbra.
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Tra Anne e mia madre in cucina non c'è paragone, sono fantastiche. Le due si sono alzate molto presto questa mattina per cucinare il pranzo di Natale.
Questa mattina, ho fatto in tempo ad andare in città con l'auto di mia madre e ho comprato dei regali per lei, Harry, Anne e Desmond; devo dire che dopo aver fatto questo, mi sento più tranquilla e meno in imbarazzo rispetto a ieri. Questo è il mio primo vero Natale e mentirei se dicessi che è solamente Harry a renderlo speciale: mia madre non ha mai passato un vero e proprio Natale con me, per questo oggi lo sento più magico. Fino all'anno scorso, il Natale per me era un giorno come tutti gli altri, e forse anche peggio dato che al rientro a scuola tutti i miei compagni parlavano di quanto fossero state grandiose le loro feste, e si vantavano dei regali che avevano ricevuto, mentre io me ne stavo da sola con i miei pensieri. Invidiavo da morire i miei compagni e le loro famiglie, e la cosa più strana, è che loro invidiavano me per i soldi che aveva la mia famiglia: non mi erano mai mancati vestiti, scarpe e borse di ogni tipo, però la mia felicità non era - e non è - basata sui soldi. Avrei preferito di gran lunga nascere in una famiglia normale, in cui i miei genitori avrebbero fatto un lavoro modesto, in cui non sempre avrei potuto permettermi un paio di scarpe nuove, ma mi avrebbero amata fino all'ultimo; piuttosto che in una famiglia benestante, dove mio padre è un criminale e mia madre passava il tempo a lucidare i mobili e a sorridere alle feste.***
Tutti abbiamo preso posto al grande tavolo di casa Stone, ma al contrario di ieri, ci sono due persone in più: una cara amica di Anne, di nome Natasha, vedova da qualche anno insieme alla figlia che dovrebbe avere più o meno la mia stessa età, Elena è il suo nome.
Devo dire che non provo una forte simpatia verso quest'ultima, da quando Anne mi ha presentata come la fidanzata del suo Harrison, la sua espressione verso di me è letteralmente cambiata. Non che siano problemi miei, ma di una cosa sono certa: non sono stupida. Vedo il modo in cui guarda Harry come se volesse saltargli addosso da un momento all'altro, mi ricorda molto certe ragazze che frequentano il nostro stesso college: sempre con la bava alla bocca. La cosa non mi gratifica per niente, anzi, mi irrita abbastanza, ma cerco comunque di trattenermi. Non sono a casa mia, non posso fare brutta figura, non posso cacciare Elena e non posso nemmeno dirle di smetterla di guardare Harry.Fra chiacchiere ed altri nuovi annedoti, il pranzo si svolge meglio di quanto avessi pensato fino a poco prima, per la presenza di Elena, ovviamente. Mi do della stupida mentalmente e mi pento subito di averla giudicata senza nemmeno conoscerla. Posso giudicare una persona a cui ho solamente stretto la mano? Non credo. Il mio sesto senso è difficile che si sbagli, ma evidentemente sono io che sono troppo gelosa di Harry.
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«Siamo un'ottima squadra!» esclama Anne battendo il cinque a mia madre che ridacchia.
«Hai proprio ragione, Anne!» le risponde mia madre sorridente.
La cosa mi fa sorridere e mi si riempie il cuore di gioia: non penso di averla mai vista così felice in venti anni della mia vita.Sono felice che mia madre e la madre di Harry vadano d'accordo, si comportano come due suocere che si conoscono da una vita, e la cosa invece che imbarazzarmi, mi diverte molto.
Abbiamo già messo i piatti nella lavastoviglie e abbiamo già pulito il grande bancone in marmo in pochissimo tempo, noi tre insieme.
«Heaven sei stata molto gentile ad aiutare» mi sorride Anne.
«Figurati è un piacere» le rispondo, ed è la verità: la cosa non mi pesa affatto.
Anne si asciuga le mani sul grembiule che ha legato in grembo, prima di sciogliersi i capelli e passarci le dita in mezzo per sistemarli.
«Bene, ora manca solo il caffè! Heaven, cara ti dispiace andare in sala a chiedere chi vuole il caffè?» mi domanda dolcemente Anne, senza farmelo ripetere due volte annuisco sorridendo e vado in sala.
La prima cosa che noto, è che il famigliare viso di Harry non è da nessuna parte. Aggrotto la fronte quando noto che nemmeno Elena è presente nella stanza.
Allarme rosso!
Mi urla la mia coscienza.
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EVENING
Romance[COMPLETA] Vincitore di #UnseenGemsAward 🏆 EVENING Se dovessi incontrarmi di nuovo? Una sera come le altre. Una sorpresa inaspettata. Sentimenti mai spariti. Situazioni mai state risolte. Questo è quello che è successo ad Heaven Dion, occhi ve...