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È passato qualche giorno dall'ultima volta - prima volta dopo mesi - che ho visto Harry e dalla nostra piccola conversazione che mi ha segretamente spezzato nuovamente il cuore. Ormai, non so veramente cos'altro ci sia rimasto da spezzare, credevo che un cuore già spezzato rimanesse tale, ma mi sbagliavo; quando rompiamo un piatto, questo si spacca in tante piccole parti ed i pezzi cadono a terra, ma non sono completamenti frantumati.
Così, anche un cuore a pezzi può essere frantumato ulteriormente, perchè se non fai attenzione, potresti inciampare nei residui che sono rimasti e farti molto male.

Non ho proprio idea di come io possa farmi ricordare da Harry, ed è per questo motivo che sto andando da una persona speciale. Ho deciso di chiedere consiglio ad un'amica.
Lei non è solo un'amica, è stata la mia psicologa. È stata quella che mi ha seguita quando oramai niente aveva più senso per me, quando la mia vita era diventata solo nero.
È stata quella che mi ha dato la forza per rialzarmi e continuare la mia vita.
Mi ha insegnato ad andare avanti anche quando il dolore che sentivo nel petto sembrava insopportabile e mi è stata accanto nei miei giorni più bui; oltre a Logan e Lexie, ovviamente.

Sono seduta sulla comoda poltrona del suo ufficio aspettando che il paziente prima di me esca. L'ansia si fa spazio in me ed io la percepisco tutta nel mio stomaco. Faccio dei respiri profondi e cerco di essere positiva.

Dopo una buona decina di minuti la porta si apre e Jane saluta la paziente che è appena uscita con uno splendido sorriso.

Appena si accorge di me sorride felice e mi invita ad entrare.
Chiude la porta e mi abbraccia forte.

«Come stai Heaven? È da un po' che non ti vedo!» mi domanda felice per  la mia visita inaspettata.

Prendo un respiro profondo e mi decido a parlare.
«Sto bene, fisicamente. Mentalmente mi sento distrutta, vedi Jane, sono successe delle cose» mormoro guardandola e lei annuisce invitandomi a sedermi sui comodi divanetti all'interno del suo ufficio.

Per un'attimo mi sembra di ritornare a quando venivo qui a fare le mie sedute settimanali.

Jane prepara il caffè e me ne porge una tazza. L'aroma riempie la stanza ed io mi sento già più rilassata.
Faceva così anche quando ero in terapia, preparava il caffè, me ne porgeva una tazza e aspettava con calma che io iniziassi a buttare fuori tutto il mio dolore.

«Harry è vivo» le dico tutto d'un fiato.

Lei spalanca gli occhi.
«Vivo? Heaven... ne sei sicura?» mi domanda osservandomi bene.
Posso capirla, starà pensando che io sia diventata pazza.

«Sì» le dico annuendo con la testa.
«Il primo giorno di college, finito le lezioni sono andata al cimitero e ho visto degli uomini che erano intenti a scavare per togliere la sua lapide. Mi hanno fatto vedere la sua bara ed era vuota. Dopodichè sono svenuta e mi sono ritrovata in ospedale. Un'infermiera, quella che lo ha assistito, mi ha confermato che è vivo» le spiego.

«Ma...?» mi domanda.

«Ma non ricorda niente; ha perso la memoria.» concludo abbassando il viso.

«Beh, almeno è vivo» cerca di consolarmi.

«L'altro giorno l'ho visto» sorrido amaramente, «gli ho anche parlato, ma lui non sa chi sono. Mi ha fatta sentire una merda quando ha detto che non ricorda tutti i nomi delle ragazze che si è portato a letto» le confesso ed inizio a raccontarle anche di Adrian.

«È per questo che sei venuta da me, tesoro?» mi chiede calma.

«Sì Jane, io non so cosa fare. Io non so come fargli ricordare chi ero per lui, e questa cosa mi uccide giorno dopo giorno. Se fosse morto sul serio, sarei stata male a vita sì, ma almeno avrei avuto la certezza che lui sapesse. Ma ora che è in vita e non sa chi sono che cosa dovrei fare? Il ragazzo che amo non mi riconosce più e non sa niente di me. È come se mi abbia rimossa del tutto dalla sua vita. A questo nuovo dolore preferivo di gran lunga quello precedente. Sapere che lui è in vita ed io non posso abbracciarlo e baciarlo come vorrei...» concludo mordendomi il labbro ed i miei occhi si fanno lucidi.

«Heaven, sto per darti una buona ed una cattiva notizia. Sei disposta ad ascoltarle entrambe?» mi domanda cauta Jane, dopo qualche secondo.

«Sì, lo farò» le rispondo immediatamente.
Se c'è qualcuno che può aiutarmi, quel qualcuno è la donna che ho davanti.

«La buona notizia è che la sua perdita di memoria non è grave perchè qualcosa lo ricorda e sa chi è. La cattiva notizia è che potrà volerci molto tempo per far sì che lui  recuperi del tutto la memoria»

«Quindi cosa dovrei fare?» le chiedo speranzosa.

«Devi solo dargli tempo. Non raccontargli troppo e non insistere, si allontanerebbe da te. La sua mente non è ancora del tutto stabile e tuo cugino Adrian non è d'aiuto per lui. Dovrai comportarti normalmente ogni volta che lui verrà vicino a te o lo spaventeresti troppo. Però se riuscirai a stabilire un minimo di rapporto con lui potrai provare un metodo. Cioè, potrai raccontargli la vostra storia sotto forma di fiaba. Racchiudi i momenti più importanti e le scene più significative di voi due. Quei momenti sono ancora dentro di lui anche se ora non li vede, se tu gli racconterai queste storie, magari lui potrà ricordarle. Sai, una volta qualcuno diceva che chi è in fondo al cuore non muore mai» mi sorride ed io ricambio.

«E se non funzionasse?» le domando preoccupata.

«Funzionerà, fidati di me. Di solito, questo tipo di perdita non è mai del tutto, solo che alcuni ci impiegano più tempo di altri. I ricordi si mostrano sottoforma di sogni e non sempre sono decifrabili, perché potrebbero essere frammenti di cose realmente accadute. Quindi piano piano, lui ricorderà, ma lo farà più in fretta se farai come ti ho detto» mi assicura.

Mi alzo ed abbraccio forte Jane ringraziandola.

«Sii forte e decisa Heaven. Volere è potere» mi ricorda con un gran sorriso.

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