59 HARRISON

1.4K 45 0
                                    

Se dovessi spiegare cosa provo in questo momento, francamente, non saprei cosa dire. Il nodo che mi si è formato alla bocca dello stomaco non accenna ad andarsene neanche minimamente, ed io, non so proprio cosa fare. 
Sento sulle spalle un peso troppo grande per me: adesso non siamo più in due, siamo in tre.
Di conseguenza, la mia è una responsabilità ancora più grande adesso. So già che se dovesse succedere qualcosa ad Heaven o al bambino non potrei mai perdonarmelo.

Ogni volta che penso che i problemi siano finiti e riesco a ritagliarmi un momento di pace, ecco che loro ritornano come se fossero un boomerang. A questo punto, penso che Heaven ed io siamo una calamita per loro. Sbuffo più volte passandomi le mani fra i capelli frustrato, mentre penso a trovare una soluzione.

Alla fine prendo il cellulare dalla tasca e compongo il numero di Logan, che risponde tranquillo dopo qualche squillo.

H: Logan, dove sei?
L: Quì, al bar. Ti vedo dal vetro, perché?
H: Arrivo.

Annuncio riattaccando.

Metto le mani in tasca e inizio a camminare velocemente verso il lato opposto della strada. Sorrido lievemente al ricordo di Heaven, il giorno che eravamo tornati da New York.

Vedo subito il mio amico all'esterno del bar mentre è intento a fumare una sigaretta, ha un espressione strana in volto.

«Logan» lo saluto.

«Harry, cosa è successo?» mi  domanda fissandomi.

Logan è un'altra persona che mi conosce veramente bene, capisce subito dal mio tono o dalla mia espressione se qualcosa non va.

«Adrian è tornato» sospiro frustrato passandomi per l'ennesima volta una mano fra i capelli.

«Adrian? Ne sei sicuro?» mi chiede, mentre aggrotta la fronte.

Annuisco e tiro fuori dalla tasca il bigliettino che ho trovato in macchina per farglielo vedere.

Lo afferra e lo apre spalancando gli occhi appena legge cosa c'è scritto.
Lo ripiega lentamente e me lo ridà.

«Sapevo che avremmo dovuto spaccargli il culo quando ne avevamo la possibilità!» ringhia arrabbiato.

«A chi lo dici» mormoro. «Questa volta la situazione è più delicata: Heaven è incinta... porta mio figlio in grembo» dico a voce alta.

Alla parola mio figlio mi rendo conto della veridicità delle mie parole.
Mio figlio. Mio figlio. Mio figlio. Mio figlio. Mio figlio. Mio figlio.

Cazzo!

«Harry cerca di pensare lucidamente. Cosa facciamo? Hai già qualche idea?» mi domanda calmo.

So bene che in queste situazioni è bene tenere il sangue freddo, lo so molto bene, fottutamente bene... ma non ci riesco, non quando le persone che amo potrebbero essere in pericolo.

«Pensavo di non dire niente alle ragazze, per ora» ammetto guardandolo.

Mi fissa con i suoi occhi blu mentre sembra pensarci, ma alla fine annuisce.

«Forse hai ragione Harry. Ma prima o poi dovremmo dirlo anche a loro, non possiamo rischiare» mi ricorda visibilmente preoccupato.

«Lo so. Ma non voglio rischiare per ora, Logan. Ma soprattutto non voglio dare questo a peso a Heaven, è incinta da poco e lo stress potrebbe farle perdere nostro figlio» gli spiego.

«Va bene, hai ragione. Quindi ricapitolando: non diciamo nulla alle ragazze e fin qui ci siamo... ma rimane sempre il problema, cosa facciamo?»

Mi sforzo di pensare a cosa potremmo fare per essere tutelati ma non mi viene in mente nulla.

«Harry? Hai ancora il numero di Paul?» mi domanda Logan dopo qualche secondo.

Paul...

«Sì, certo. Ma non vedo come potrebbe esserci utile questa volta» gli dico confuso.

«Provare non costa nulla. Magari lui ha qualche informazione su dove potremmo trovarlo» opta alzando le spalle.

«Hai ragione. Lo chiamo subito»

Provare non costa nulla, sinceramente in questo momento farei qualsiasi cosa.

Compongo il numero di Paul e aspetto con ansia che risponda.

P: Pronto Harry?
H: Hey Paul, come va?
P: Molto bene, grazie. Tu come stai?
H: Sto bene. Ma sono preoccupato... senti dove sei?
P: Alla Dion's perché?
H: Le chiamate vengono monitorate?
P: No, Harry. Non preoccuparti. È successo qualcosa?
H: Sì Paul. Adrian è tornato. Mi serve il tuo aiuto...

Silenzio

P: Farò quello che posso, ragazzo. Che cosa ti serve di preciso?
H: Devo trovarlo, ma non ho nessun indirizzo.
P: Potrei rintracciare il suo telefono. Cosa dici?
H: Sarebbe perfetto Paul!

Sorrido guardando Logan.

P: Lo faccio subito. Ti invio un messaggio con il numero di Adrian e la sua posizione.
H: Grazie Paul. A presto.

Dico e riattacco.

«Be'?» mi domanda Logan curioso.

«Buone notizie: Paul può rintracciare la sua posizione» gli annuncio.

«È grandioso! Avrei potuto farlo anche io se solo avessi avuto il suo numero di telefono, ma ci avrei impiegato di più dato che il mio computer non è proprio uno dei più moderni...» mormora sbuffando. «Ma avevo ragione, sapevo che Paul avrebbe potuto aiutarci»

«Già. A momenti dovrebbe arrivarmi un messaggio con la sua posizione ed il suo numero» taglio corto.

«Vuoi andare da lui subito?» mi domanda aggrottando le sopracciglia.

«È ovvio, Logan! Non credi?» alzo gli occhi al cielo.

** Mezz'ora dopo **

Il mio telefono suona: è l'arrivo di una nuova notifica. Spero che sia quella che sto aspettando.

Prendo il telefono dalla tasca dei miei jeans e lo sblocco.

È Heaven.
Sbuffo. Penso che sia la prima volta che lo faccio davanti ad un suo messaggio.
Ovviamente lei mi stava aspettando...
Velocemente digito la risposta, mentendole spudoratamente.

Mi sento in colpa per averle mentito così senza informarla della situazione, ma mi ripeto mentalmente che lo sto facendo per il suo bene.
Logan mi da una pacca sulla spalla e mi sorride lievemente.
Sto facendo la cosa giusta. Vero?

Non ho tempo di rimuginarci su perché il mio telefono suona un'altra volta. E questa volta non è Heaven, ma è Paul.

«Andiamo» dico a Logan.

EVENING Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora