Shadowhunters - Città delle mezze verità

Edward Ravenbreath

-Pronta?- chiese Celine.
Mandy inspirò gonfiandosi il petto, come a voler immagazzinare tutta l'aria possibile, per paura che di lí a poco non ne avrebbe trovata piú.
-Pronta- rispose.

Celine spinse la porta e la fece passare avanti.
Mandy si guardò attorno: la Sala degli allenamenti non era mai stata cosí affollata. Non riuscí a trattenere un'espressione di stupore, che fu evidentemente notata dalla compagna.

-Non ne ho idea- disse Celine.
-Non ti ho nemmeno fatto la domanda-
-Sí, lo so, ma l'hai pensata-
Mandy alzò gli occhi al cielo sorridendo: non c'era proprio niente da fare.

-Comunque credo di sapere perché c'é cosí tanta gente- disse a un tratto la bionda osservando i Nephilim allenarsi.
-Ah si?-
-Beh, ho letto da qualche parte che a breve si terrà un Torneo per giovani Shadowhunters qui ad Alicante-
-Un torneo di cosa?-
-Combattimento, percorsi a ostacoli... cose del genere-
Celine non sembrava prestare attenzione.
-Ho anche letto di un premio in palio per i primi tre vincitori! Però non ho idea di cosa potrebbe essere...-
Inutile: Celine aveva smesso di ascoltare.

-Dovresti partecipare- le disse Mandy, fiduciosa -Insomma, é ovvio che vinceresti! Non so se arriveresti prima, ma hai comunque buone probabilità di...-
-Arriverei prima- la interruppe Celine.
Mandy rise tra sé: conosceva bene i punti deboli della sua Parabatai.
-Allora partecipa!- la spronò.
Celine sembrò pensarci un momento, poi alzò le spalle -No-
Mandy restò un po' interdetta.

-Aspetta aspetta aspetta- disse all'altra, che si stava incamminando verso il sacco da box -Perché no?-
-Lo sai il perché-
Mandy sbuffò -Ancora con questa storia? Dai Cece, é successo secoli fa!-
-Due anni, per la precisione-
-Sí beh, ma si é trattato di un imbroglio! Quei ragazzi erano solo degli idioti disposti a tutto pur di vincere-
-Anche io ero disposta a tutto, eppure non mi sembra di aver rotto il femore a nessuno-
Forse aveva ragione.

Mandy ricordava ancora la frustrazione che traspariva dagli occhi di Celine, quando scoprí, due anni prima, a tre giorni dalla finale, che non avrebbe potuto partecipare all'ultima prova delle gare annuali di combattimento.

Dei ragazzi piú grandi, invidiosi della sua bravura, e certi che gareggiare contro di lei sarebbe stato come perdere a tavolino, le avevano proposto una sfida tanto eclatante quanto impossibile.

Sarebbe dovuta salire sull'edificio piú alto di Alicante, per poi lanciarsi nel vuoto e atterrare in piedi.
E lei ce l'avrebbe anche fatta, se non fosse che uno dei ragazzi la spinse giú dal tetto senza preavviso, e lei riuscí a malapena a salvarsi testa e schiena, mentre l'osso della sua gamba si ruppe in due.

Pianse molto quella notte, nel letto dell'infermeria; ma non fu per il dolore.
Bensí per il senso di colpa.
Mandy glielo aveva detto di non farlo, ci aveva provato in tutti i modi a convincerla a fermarsi e a non fidarsi, ma il suo orgoglio aveva prevalso anche quella volta.
E alla fine lei aveva perso.

-Però poi sono stati squalificati... e hanno pagato i danni- disse con delicatezza Mandy.
Celine sospirò -Certo, solo perché tu hai denunciato l'accaduto- prese le protezioni per le mani da uno scaffale e le indossò -Fosse stato per me adesso sarebbero liberi, felici e con una fedina impeccabile- tirò troppo forte uno dei lembi che stava allacciando e lo strappò -Oh perfetto!- gridò gettando tutto per terra e lasciandosi cadere addosso al muro.

Mandy sospirò piano, e si appoggiò di fianco a lei -Tutti facciamo degli errori a volte- un discorso del genere non avrebbe mai funzionato con Celine, lo sapeva bene, ma non aveva idea di cosa dire.

Pensò a qualcosa di piú funzionale, qualcosa che avrebbe potuto esprimere ciò che voleva, quando ebbe un'illuminazione.

-Sai... una volta un'amica mi ha detto "alla gente non importa mai davvero di quello che fai finché non sbagli, quindi prenditi la libertà di farlo, ogni tanto"-
Celine la guardò inarcando un sopracciglio -Ma che amica profonda che hai- commentò.
-Non sai nemmeno quanto- rispose Mandy incrociando le braccia.
Entrambe scoppiarono a ridere.