Supereroi di seconda mano

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Se Mandy fosse stata una persona impulsiva, probabilmente si sarebbe buttata senza pensare nel fiume.
Non era il suo caso.

Corse verso il lato sinistro della valle, allontanandosi dalla cascata.

Continuò ad avanzare facendo attenzione a non scivolare giù dal dirupo, che fortunatamente andava diminuendo mano a mano che si avvicinava alla meta.

Rallentò fino a fermarsi quando raggiunse il sentiero che aveva avvistato da lontano.

Ci poggiò un piede per verificarne la stabilità, e qualche ciottolo di medie dimensioni rotolò giù.

Strinse i denti e si precipitò giù per la stradina, facendo a gara con le pietre, quasi fosse importante arrivare in fondo prima di loro.

Rischiò di inciampare più volte, ma continuò imperterrita a sgambettare senza tregua.

Arrivata alla fine non attese di controllare la compattezza del terreno, e ruzzolò verso la sponda del ruscello, finendo con l'impantanarsi.

Non ci diede peso e avanzò nel terriccio semi-liquefatto, sussultando quando entrò in contatto con l'acqua.

Era gelida, e per un attimo si chiese se Connor non fosse svenuto a causa della temperatura.

Che si fosse preso una congestione?
Che qualche animale marino lo avesse sbranato?
Più probabilmente era semplicemente annegato.

'Sì, deve essere andata così' si disse in mente, per poi realizzare con orrore cosa aveva appena pensato.

-Connor!- riprese a cercarlo, nuotando e gridando a perdifiato il suo nome, senza ottenere risposta.

Stava per farsi sopraffarre dall'ansia, quando una voce familiare le fece recuperare il controllo.

-Mandy, siamo qui-
Non era Connor.

-Celine?- chiese fra sè, temendo di aver avuto un allucinazione.
-No, Leonardo Di Caprio- rispose l'altra, attirando l'attenzione su si sè
-Foto o autografo?-

Mandy non riuscì a cogliere l'ironia per la troppa angoscia, e corse immediatamente fuori dall'acqua, non senza un po' di difficoltà.

Raggiunse Celine, che stava accovacciata su una figura coperta dalla massa di ricci rossi.

Quando si alzò in piedi scoprì un Connor esanime, e completamente fadicio.
I capelli gli stavano appiccicati alla fronte, le labbra erano viola e le palpebre gonfie.
Mandy fece per avvicinarsi, ma l'altra la fermò con un gesto della mano.

-No, niente metodi violenti. Solo delicatezza e affetto-
La bionda la guardò stranita, ma la lasciò fare.

Celine si piegò nuovamente su Connor, e poggiò una mano sulla sua guancia.

Mandy avvertì una strana sensazione che le fece sgranare gli occhi e respirare più forte per un istante, e pensò fosse dovuto al freddo.

-Casa chiama Rightway- disse a bassa voce, come stesse parlando con un bambino addormentato -È ora di svegliarsi-
Nessuna risposta.

Celine sospirò.
-Beh, io ci ho provato-
Prese un lungo respiro.

-RIGHTWAY APRI I DANNATI OCCHI O TE LI APRO A SUON DI SPRANGATE-
Connor si svegliò con una convulsione improvvisa.

Iniziò a tossire acqua portandosi le mani alla gola e assumendo un colorito violaceo.

Mandy si apprestò ad aiutarlo dandogli dei colpi leggeri sulla schiena, mentre Celine si alzava e si guardava attorno circospetta.

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora