Morbo indotto

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-Mandy!- la chiamò la Fata, facendole alzare lo sguardo nella sua direzione -Come sta andando? Vi vedo in difficoltà- la schernì poi.

Mandy non mutò espressione.
Probabilmente non c'era modo di farle assumere un'aria più disperata.

Aveva gli occhi sgranati e opachi, le pupille tanto piccole da scomparire nel verde sempre più scuro delle iridi.

Stava corrugando le sopracciglia per concentrarsi, e due piccole vene le pulsavano sulle tempie per lo sforzo.

Era rossa in viso e sul collo, e gocce di sudore grosse quanto lacrime le rigavano ogni centimetro di pelle scoperto.

Mosse le labbra, tanto screpolate da dare l'idea che si sarebbero frantumate in mille pezzi da un momento all'altro.

Sussurò qualcosa, ma la sentì solo Magnus, che le lanciò uno sguardo pieno di dolore, senza però dire una parola.

-Puoi ripetere? Io e Celine non ti abbiamo sentita- disse Roxana.

Celine si trattenne dal saltarle addosso.
Sentire ciò che stava dicendo Mandy era più importante.

La più piccola si alzò in piedi, con le gambe che tremavano, forse per l'angoscia, forse per la fatica.
Stava piegata su se stessa, arcuando le spalle verso l'interno.

Prese un respiro, almeno così sembrò, poi guardò Roxana dritta negli occhi.
-Che cosa vuoi?-

Non lo chiese in tono vendicativo, triste o arrabbiato.
Pose la domanda come se fosse la cosa più normale del mondo.
Come se avesse capito che quella era davvero l'unica strada percorribile.

Roxana le regalò uno scintillante sorriso -Voglio che Alexander Lightwood muoia-

Mandy fu scossa da un fremito -Lui non morirà-
L'altra la guardò pietosa -Lui morirà, Mandy. Lo sai anche tu-

Celine si ritrovò in piedi -Non la ascoltare!- gridò -Troveremo il modo per guarirlo, lo giuro sull'Angelo-
-Non dovresti fare promesse che non puoi mantenere- l'ammonì Roxana.

Celine non le rispose nemmeno.
-Mandy! Magnus! Voi pensate a salvare Alec, a lei penso io- e così dicendo impugnò saldamente la spada, pronta a sfondare il proprio limite.

-Non stiamo riuscendo- le rispose Mandy  -La ferita continua a sanguinare, e stiamo esaurendo le forze..-
-Non è reale, la stanchezza è solo nella tua testa-
-Abbiamo provato di tutto..-
-Allora non avete provato abbastanza!-

Mandy la guardò, visibilmente ferita.
Celine si morse la lingua.
Stava per dire qualcosa, ma Magnus intervenne -Mandy ha ragione.
La ferita non si sta rimarginando. Se continua così, non potrà più recuperare il sangue che ha perso- poi si rivolse a Roxana -Dicci con cosa lo hai colpito, e in cambio faremo qualsiasi cosa tu voglia-

Roxana arricciò un labbro -Qualsiasi cosa?-
Magnus annuì.
Celine lesse nei suoi occhi tutto il dolore che aveva sopportato nella sua vita, e si chiese cosa sarebbe stato effettivamente disposto a fare, per salvare la persona che amava.

-Voglio le vostre armi, e voglio che ve ne andiate dal mio regno, giurando su Raziel che nessuno Shadowhunter metterà piede su questo territorio se non sotto specifico invito.
Fate quanto ho detto, e vi svelerò la ragione per cui il ventre del vostro compagno non sta guarendo-

Tutti sospirarono affranti, ma nessuno si stupì. In effetti, nessuno si sarebbe aspettato una richiesta diversa.
A Celine parve strano che non avesse incluso Connor, ma non disse nulla.

-Dunque?- li spronò, in attesa di una risposta.
Risposta che non tardò ad arrivare.

Tutti, anche chi tra loro era ancora costretto a stare a terra per le ferite, si spogliarono delle proprie armi.

Clary prese la frusta di Isabelle, l'arco e le freccie di Simon, e la spada di Jace.
Poi si accostò a Connor, che le mise in mano i due coltelli che teneva nella cintura.
Infine si diresse verso Celine, la quale però esitò.

-Non possiamo fidarci di lei-
-È l'unico modo per salvare Alec-
-Non le darò mai la mia spada-
Clary le puntò gli occhi addosso, ma non era uno sguardo di rimprovero. Era delusione.
-Celine, Alec potrebbe morire da un momento all'altro. Ti prego, ti scongiuro di non mettere il tuo orgoglio davanti alla sua vita-

Celine le diede la propria spada, e distolse lo sguardo.
Sua madre sussurò un "grazie", poi si avvicinò a Roxana.

-Puoi posarle ai miei piedi. Arriveranno alcuni Cavalieri a breve per portarle via-

'Quindi era tutto un piano' pensò Celine, affondano le unghie nei propri palmi per la rabbia.

Clary lasciò cadere le armi a terra, e aggiunse la propria spada.
Poi guardò Roxana.
La ragazza non ricambiò lo sguardo, ma la Cacciatrice aveva tutta l'aria di chi nutre un sospetto troppo terribile per essere condiviso.
Clary indietreggiò, per poi voltarsi e tornare a vegliare su Jace e tutti gli altri.

-Hai avuto ciò che volevi. Adesso tocca a te- disse Magnus, facendo un passo in avanti.
In questo modo si affiancò a Mandy, e i due si trovarono a dare entrambi le spalle ad Alec, facendo da scudo umano a qualunque cosa stesse per rivelare Roxana.

La ragazza si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi sghignazzò -È triste che dobbiate scoprirlo così. Ammetto di essere rimasta piuttosto delusa da voi: la geniale Mandy e il Sommo Stregone di Brooklyn non sono riusciti a diagnosticare correttamente il problema. Non si smette mai di imparare, giusto?-

-Rispondi e basta- la interruppe Magnus, con il tono di voce che andava alterandosi.

Roxana sospirò, poi estrasse il coltello che aveva riposto nel proprio stivale.
Quello con cui aveva colpito Alec.

Si portò la lama alla gola, poi incise la propria clavicola procurandosi un taglio superficiale per tutta la lunghezza dell'osso.

Immediatamente la ferita si ricongiunse, ma un rivolo di sangue continuò a scendere indisturbato.
Roxana lo toccò con le dita, per poi mostrarle fiera a tutti gli altri.

Mandy prese a ragionare senza controllare il proprio flusso di pensieri, e giunse ad una conclusione che la confuse ancor di più -Il sangue.. la lama del coltello era macchiata di sangue... il sangue.. di Robert!-

-E con ciò? Questo cosa dovrebbe significare?- chiese Celine -Non hai ancora detto quello che dovevi dirci!-

-Lo ha fatto- disse Magnus, con gli occhi persi nel vuoto, e lo sconforto più puro dipinto in volto.

Mandy non comprese quale fosse la ragione della sua reazione, ma si voltò senza pensarci verso Alec.
Nel guardarlo capì che rimaneva davvero poco tempo.

-Papà aiutami!- gridò, gettandosi sul corpo di Alexander.
Magnus non si voltò.

-Papà! Roxana non ci aiuterà, vieni qui, per favore!-
Ma l'altro sembrò non sentirla.

Lo stregone schiuse le labbra, ma parlò solo dopo qualche istante.
-Il Morbo indotto- disse.

-Il cosa?- domandò Celine.
Magnus deglutì, ma non sembrava presente a se stesso -Il Morbo indotto. È un incantesimo molto complesso. Consiste nel fare in modo che il sangue di una persona porti con sè anche la condizione di salute di questa, indipendentemente da quale essa sia.
A chiunque entri in contatto con il sangue stregato, viene trasmesso il Morbo, e automaticamente anche la condizione della persona da cui proviene il sangue-
Interruppe la spiegazione, poi aggiunse -È un tipo di magia nera che può essere praticata solo da qualcuno di molto vicino ai Demoni. Nessuno in questo mondo dovrebbe esserne in grado. O almeno, così credevo-

Celine ci pensò per un attimo, mantenendo un'espressione confusa, poi a un tratto il suo sguardo si incupì.
-Se il sangue era di Robert, e Robert è morto... questo significa che il Morbo sul coltello è... la morte?-

Il silenzio che seguì fu la risposta.

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora