Incomprensioni

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Casa Lightwood-Bane era nel subbuglio piú totale: fazzoletti di carta, asciugamani, ciotole piene d'acqua e strane miscele, libri aperti su ogni scrivania o tavolo, fogli sparsi sul pavimento. Magnus correva da una parte all'altra dell'appartamento senza fermarsi nemmeno a respirare. Alec cercava di calmarlo, ma era inutile.
Erano tre settimane che lavorava senza tregua, dormiva un paio d'ore al giorno e non mangiava. Aveva gli occhi infossati, i capelli sporchi e le mani screpolate.
Non riusciva a trovare una soluzione, e questo lo faceva impazzire. Non sarebbe andato cosí fuori di testa se si fosse trattato di qualcos'altro, ma si trattava di sua figlia, quella piccola creatura che dormiva sdraiata sul divano del salotto.

Era svenuta alla fine dell'interrogatorio, e non si era piú svegliata. Simon e Isabelle facevano i turni per stare con i bambini e portare alimenti e medicine allo stregone. Jace e Clary erano occupati tutto il giorno, ma avevano passato il weekend a casa loro per dare a Magnus un po' di tregua. Ovviamente lui non si era fermato neanche per un secondo.

Celine stava peggio di tutti. Era fisicamente forte, ma il suo legame con Mandy non le permetteva di riprendere le forze. Era piegata sul corpicino esanime della Parabatai, le teneva la mano, esattamente come aveva fatto negli ultimi venti giorni, le raccontava cosa stava succedendo ad Alicante, la rassicurava dicendole di non preoccuparsi, ma la sua voce era tesa come la corda di un arco, e non era certo il tono migliore per tranquillizzare qualcuno.

-Sai quel Jonathan Cartwright con sua moglie, Marisol? Hanno deciso di trasferirsi qui! Non é pazzesco? Quando zio Simon l'ha saputo era cosí felice! Sono stati suoi compagni all'Accademia, Marisol é un'Ascesa, proprio come lui. L'ho incontrata ieri sera a due isolati da qui, ha detto che vorrebbe tanto conoscerti. Però tu adesso dovresti proprio svegliarti, altrimenti come facciamo a fare le presentazioni?- Celine le sorrise alzando leggermente le spalle, poi le lasciò andare cambiando espressione -Tanto é inutile, a parlare cosí sembro solo un'idiota e Mandy non si sveglierà solo per far piacere ad una sconosciuta- si buttò sul puf vicino al divano, visibilmente stanca di quella situazione.

Magnus richiuse di colpo il libro di pozioni che aveva appoggiato sul tavolo della cucina e le si parò davanti in due passi -Se non sei qui per aiutare puoi anche andartene- era stato cosí arrabbiato poche volte nella vita, e sicuramente non lo era mai stato con una ragazzina. Si accorse di aver esagerato vedendo l'espressione interdetta della ragazza, cosí si ricompose leggermente -Scusa... Scusami Celine, lo so che ci stai male anche tu- detto questo lei gli indicò la poltrona che aveva affianco e lui ci si sedette accettando l'invito.

Si respirava ansia anche nell'aria, il silenzio era distubato solo dal rumore dell'acqua che scorreva dal rubinetto del bagno. Ne uscí Alec con l'ennesimo panno bagnato in una bacinella. Si andò ad accovacciare vicino a Mandy, che intanto dormiva rilassata, o almeno cosí sembrava. Le poggiò delicatamente la pezza sulla fronte sudata, facendo attenzione, quasi avesse paura di toccarla direttamente. La guardò un attimo e si incupí. Magnus lo vide, e sapeva il perché di quello sguardo -Si sveglierà- disse, con il tono di chi sta cercando di rassicurare se stesso per primo. Alec annuí tristemente e si alzò in piedi, poi si avvicinò alla finestra e scostò una tenda per vedere fuori. Lo stregone lanciò un occhiata di circostanza a Celine, che la colse al volo, e raggiunse il compagno.

Gli appoggiò una mano sulla spalla, e l'altro gli rivolse lo sguardo senza neanche girare il capo. Magnus sospirò -Lo so a cosa stai pensando- disse, Alec si scrollò la sua mano di dosso e si voltò completamente verso di lui -Ma davvero?-
-Sí- rispose piano lo stregone -pensi di sapere come andrà a finire, credi che anche lei finirà come...- si bloccò. Il Nephilim alzò gli occhi al cielo quasi disgustato, fece per andarsene ma non fu abbastanza veloce.
Magnus gli afferrò un braccio e i due si trovarono a pochi centimetri di distanza. -Ascolta- riprese -fa male anche a me. Piú di quanto pensi. Solo perché non lo dò a vedere non significa che io non soffri- Alec lo fissava con indifferenza, ma lui continuò -Pensi che anche lei finirà come Rafael, non é cosí?- il Cacciatore ebbe uno spasmo, poi guardò l'altro negli occhi, e si accorse che erano lucidi, come i suoi -Pensi di aver sbagliato a darmi ascolto, ad adottare un'altra bambina. Ma Alexander, lei non é un tappabuchi. Non ci potrà ridare ciò che ci é stato tolto, ma potrà darci qualcosa di nuovo, e di unico. Mandy e Max sono due delle tre cose davvero importanti che mi rimangono, l'altra sei tu. E io non voglio perderti, cosí come non voglio perdere lei- protese il braccio verso il divano. Alec guardò la ragazzina che dormiva, sembrava cosí fragile -Lo capisci questo?- Magnus lo guardò implorante, con gli occhi umidi e rossi per la stanchezza. Il Nephilim si strofinò velocemente i suoi, poi rispose -Sí, lo capisco- ma non lo capiva veramente.

Non capiva cosa provasse davvero Magnus nei confronti di sua figlia, ma sapeva che lei non era Rafael. Non lo avrebbe mai sostituito, e non avrebbe mai compensato il vuoto che aveva nel cuore, che lo rendeva cosí freddo, cosí distante.
Non poteva tenere a Mandy fingendo che fosse un'altra persona, ma poteva cercare di farla stare bene, in modo da non far soffrire ulteriormente l'uomo che amava.
Il campanello suonò.

Celine guardò Magnus -Strano, Jace e Clary non dovrebbero essere già qui- fece lui.
Si avvicinò alla porta e l'aprí.
-Connor Rightway- disse con aria interrogativa -Hai bisogno di qualcosa?-
Il ragazzo in tenuta con i capelli spettinati aprí la bocca per parlare, ma non ce la fece e la richiuse subito serrando i denti.
-Ti senti bene?- chiese lo stregone portando le mani avanti per sostenerlo. Il giovane fece una smorfia -Sí, é solo- si indicò il braccio destro cercando di non muoversi troppo
-Credo di essermi rotto un braccio mentre venivo qui- Magnus sembrava colpito -Mi dispiace. Tranquillo, te lo metto a posto in qualche minuto- fece per chiudere la porta di casa dietro di sé, ma Connor lo fermò toccandogli il gomito -No! Cioé... si mi farebbe un favore, ma non sono venuto per il braccio- l'altro lo guardò con aria stupita -E per quale motivo, allora?-
Il ragazzo si morse il labbro inferiore. Magnus riconobbe quell'espressione: era la stessa che faceva Alec ai loro primi appuntamenti.
-Io... ecco... io volevo vedere Mandy- lo disse tutto d'un fiato, poi sollevò lo sguardò in modo da vedere la reazione dell'uomo. Questo sollevò un sopracciglio -Vuoi vedere mia figlia?- il ragazzo annuí deglutendo.
Ci fu un momento di silenzio, poi Magnus si fece da parte e invitò Connor ad entrare con un ampio movimento del braccio -D'accordo allora, ma ti avverto: Mandy é stanca, quindi sarà una cosa veloce-
L'epressione preoccupata del ragazzo si trasformò in un enorme sorriso
-Certo! Sí, grazie signor Bane!- superò la soglia sorridendo e si diresse verso il salotto.
'Mh' pensò Magnus 'Signor Bane... sí, suona bene' ed entrò anche lui.

Angolo autrice
E fu cosí che cominciarono a capirci qualcosa di questa questione "Alec fa il cattivo con Mandy" ahahah
*non ride nessuno*
*si va a nascondere in Alaska dove non potranno lapidarla*
Spero di essermi spiegata bene: Alec soffre ancora per la perdita di Rafael, e non riesce ad amare Mandy perché non vuole rischiare di trattarla come una figlia di riserva... alla fine dei conti si tratta solo di un uomo ferito che cerca di fare la cosa giusta!
Ah... il nostro Alexander Lightwood... sempre a farsi i complessi mentali...
Bene, dopo questo sproloquio mi dileguo *sparisce in una bolla di sapone*
Waffle ❤

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora