Mamma?

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-Ed ecco a te- la donna posò il piatto sul tavolo con un sorriso -Mangia, devi rimetterti in forze!-
Roxana guardò il contenuto della ciotola: una semplice minestrina -Non credo proprio di avere fame- disse schifata facendo scivolare il piatto sul tavolo lontano da lei.
La madre le si sedette vicino e sospirò.
-Tesoro, io...- allungò una mano per accarezzarle il braccio, ma la ragazza lo ritrasse -Ho detto che non ho fame!- disse scocciata alzando il tono della voce.

La donna si sistemò meglio sulla sedia e deglutí. Pensò un momento a quello che avrebbe dovuto dire, poi prese un bel respiro -Roxana, tesoro,- la sua ostinazione nell'utilizzare quella parola dava sui nervi alla ragazza in una maniera assurda -lo so che sei triste per quello che é successo, ma non é stata colpa tua. Il demone che ti ha posseduta era troppo potente, tu non hai potuto fare nulla per imperdirlo...- parlava con voce dolce, coccolando sua figlia con gli occhi.
La proteggeva, lo aveva sempre fatto.
Forse é per questo che le aveva mentito.

-Mamma- la interruppe Roxana -c'é percaso qualcosa che vuoi dirmi?- non aveva motivo di essere gentile.
Lei non era gentile.
-Che cosa intendi tesoro?- chiese sua madre con voce flebile.
-Intendo se mi hai percaso tenuto nascosto qualcosa-
La donna sospirò tremando, e si portò le mani in grembo -D'accordo, io... credo sia arrivato il momento di dirti la verità-
'Allora é vero' pensò Roxana 'quel centauro aveva ragione'
-Avrei preferito raccontarti tutto con tuo padre, ma come ben sai ormai non é piú possibile- buttò gli occhi sulla foto di un uomo in divisa, coperta da un sottile velo nero.
-Noi dovevamo farlo insieme... avevamo previsto di farlo quando saresti stata abbastanza grande per capire... volevamo anche portarti in un bel posto, magari in un giorno importante... noi...-
-Ora basta- Roxana aveva usato una voce ferma, fredda e seria.
Questa storia doveva finire.
-Non c'é piú nessun "noi"- le parole colpirono la donna con una violenza indicibile -Papà é morto, d'accordo? Quindi ora muoviti e dí quello che devi dire- non se ne era neanche accorta, ma ora era in piedi di fronte a sua madre.

La sua strepitosa altezza troneggiava su quella esile e gracile figura.
La donna aveva un espressione sconvolta. Prese un lungo respiro, e si asciugò le lacrime con la manica del vestito in pizzo. Si mise le ciocce di capelli grigi dietro le orecchie e appoggiò le mani sulle ginocchia.
-D'accordo, hai ragione. Siediti e parliamo un po', ti va?-
Roxana si sedette ad una lentezza estenuante, poi dischiuse le labbra e rispose scandendo le parole -No che non mi va- sentí una vampata di freddo, una fitta che le conferiva una sensazione straordinaria: potere.
Si sporse piano verso il viso tremante di sua madre, che iniziò a preoccuparsi -Tesoro... che ti succede?- sporse le mani verso la figlia ma questa gliele afferrò di scatto -Dillo-
-Roxana, che cos'hai?- la tensione si alzò esponienzalmente nella voce della donna.
-Dillo- ripeté Roxana sollevando la madre per i polsi e sbattendola contro il tavolo.
-Che cosa ti succede? Che stai facendo??- cercò di dimenarsi, ma Roxana strinse di piú.

Si sentí un suono di ossa che si rompevano.
La donna iniziò a piangere, mentre cercava di parlare -Tesoro, tesoro guardami, sono io, sono la tua mamma...-
-BUGIARDA- la ragazza rovesciò il tavolo con un calcio e spinse la disgraziata contro il muro.
Il sangue fresco iniziò a bagnare la testa di sua madre.
'No, non é vero. Non sei mia madre'

-Dillo- le sibilò ancora nell'orecchio.
I singhiozzi si fecero persistenti, mentre la chiazza di sangue colava giú per il muro.
-Perché fai cosí? Io sono la tua mamma, tesoro...-
-Non chiamarmi cosí!- urlò sollevandola da terra e andando a sbatterla sul piano cucina -Potresti farlo se fossi tua figlia, ma non é cosí, vero?-
-Roxana... io...- non riusciva a parlare.
Roxana le aveva messo le mani alla gola, e stava stringendo.
-Dimmi, mamma, é cosí che dovrei chiamarti?- usò una voce ironica, con il scopo di fare del male.
-Non... riesco... a respirare...-
Allentò leggermente la presa.
-Dimmi, mamma, dimmi la verità-
La faccia della donna era contratta in un un'espressione di dolore: stava soffrendo.
'Bene'.

-Ascolta: non devi fare cosí, ti dirò tutto, ma lasciami andare-
Roxana la fissò impassibile.
-Io ti voglio bene tesor... Roxana. Ti voglio bene e ti ho cresciuta, quindi sí, io sono la tua mamma- la gola le si strinse.
Le mani avevano ripreso a stringere piú forte.
Roxana percepiva il suo battito irregolare, i suoi respiri affannosi, il suo dolore.
-Quindi non ti dispiacerebbe raccontarmi come é stato avermi nella pancia?-

La donna scoppiò a piangere.
Gli occhi neri di Roxana incrociarono i suoi -Non puoi farlo, non é cosí?- piegò la testa di lato, come un esperto d'arte ad una mostra.
Come a voler osservare meglio l'opera che aveva davanti.

-Roxana... io ti voglio bene, e te ne vorrò sempre, d'accordo? Ma io- deglutí a fatica -Io non sono la tua mamma biologica-
Roxana allentò la presa.

Era una sensazione strana: come se avesse avuto il potere di fare tutto, ma non avesse avuto la forza di fare niente.
Lo aveva immaginato, lei, quel momento.
Talmente tante volte che non si ricordava nemmeno piú come si fosse sentita nello scoprire la verità.
Eppure, di quelle innumerevoli scene che aveva immaginato, non ce ne era una dove si sentisse cosí.
Tradita, persa.
Il centauro l'aveva avvertita, però: "Non é mai stata tua madre, non devi avere compassione"
La compassione: che cosa inutile.

-Quindi sono stata adottata?- si era staccata completamente dalla donna, che ora si stava ritirando su, tremante.
Lei sospirò per riprendere fiato, e in quel sospiro Roxana rivide la sua infanzia: rivide se stessa sulle giostre del parco, o mentre dipingeva con le dita, quando suo padre tornava da una missione e lei gli saltava addosso per abbracciarlo.

Suo padre però non era mai stato suo padre.
E quella donna non era mai stata sua madre.
-Sí, Roxana, sei stata adottata-

Si girò di colpo verso di lei afferrando il coltello vicino ai fornelli.
La lama sfrigolò, e la gola si squarciò.
Il corpo cadde per terra a peso morto.
Un lago di sangue si espanse sul pavimento.
Inzuppava i capelli grigi e il vestito in pizzo.
Roxana la guardò, e si accorse con piacere di non provare dolore.

-Ce l'avete fatta, Roxana- una voce profonda la raggiunse da dietro -Ora sapete la verità-
Si girò e alla porta vide il centauro.
-Non mi avevi detto che l'avrei uccisa-
Il cavaliere fatato batté uno zoccolo per terra -Sono gli effetti collaterali del potere che la nostra generosa Regina vi ha conferito. Perché, vi dispiace?-

Roxana guardò la donna a terra, quella che la chiamava "tesoro", e le preparava la minestra quando stava male, esitò un momento, poi scosse la testa e ogni traccia di umanità scomparve.

-No. Sono pronta-
Il centauro sorrise -Allora venite, mia futura maestà- si fece da parte e lasciò che la Cacciatrice uscisse dalla cucina -L'intero Popolo non vede l'ora di conoscervi. Devo solo chiedervi di non portare armi: sapete com'é, non vorremmo mai avere problemi con i Nephilim coinvolgendovi-
Roxana sorrise -Allora dovrò liberarmi di questo- cosí disse e conficcò il coltello ancora sporco di sangue nello stipite della porta.
-Possiamo andare?- chiese il cavaliere.
-Possiamo andare- rispose lei -non vedo l'ora di conoscere mia madre- Sorrise.
-Prima però ho una questione da risolvere-

Angolo autrice
Mi sono svegliata stamattina e ho aperto Wattpad come tutti i giorni.
Ho controllato le notifiche, sorriso a qualche voto, risposto a qualche commento, ricambiato qualche seguace.
E poi l'ho letto.
1k.
1000 visualizzazioni.
Ora spiegatemi COME CASPIO É SUCCESSO.

Non so come ringraziarvi! Magari da fuori potrà sembrare una cavolata.
Ma quella piccola K vicino al simbolo dell'occhio mi ha resa felice, davvero.
E vi sono grata di tutto!

Spero davvero di continuare a crescere con tutti voi, perché senza lettori una scrittrice é solo una pazza che mette insieme parole per esprimere dei concetti che non condividerà con nessuno.
Perciò grazie di esserci.
Perché senza di voi io in questo momento non sarei cosí felice, e onestamente non la trovo una cosa banale.
Waffle ❤

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora