Risveglio

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Quando Mandy si svegliò Celine era già in piedi da un po'.
-Buongiorno principessa, dormito bene?- le chiese sorridendo, mentre si apprestava a lucidare la sua spada. L'altra si tirò sú faticosamente e si mise a sedere a gambe conserte -Dove siamo?-
-In infermeria, grazie di aver risposto alla mia domanda, comunque- finse un'aria imbronciata all'amica, che intanto si massaggiava le tempie
-Credevo fosse una domanda retorica- bofonchiò dolorante.
Celine appoggiò il pugnale sul tavolino vicino al muro e si avvicinò al letto della Parabatai -Hey Mimi tutto bene?- sembrava vagamente preoccupata, nonostante riuscisse sempre a evitare di mostrare i suoi sentimenti -Sí, sono solo un po' stanca- Mandy si guardò la mano destra: era stata lavata, ma si riusciva a intravedere una leggera patina oleosa 'Icore' pensò.
Stava per fare una domanda quando la porta di aprí.

Entrarono due donne e un uomo.
Una era Stefy, capo infermiera di Alicante, l'altra era Clary.
Celine non si accorse nemmeno che fosse entrata che se la ritrovò addosso -Celine, mi hai fatta preoccupare! Cosa ti é saltato in mente!? Il portale ti avrebbe potuta uccidere! Tua nonna non ti ha trovata in casa e stava per avere un infarto! Non so piú cosa devo fare con te...- la ragazza aveva memorizzato ogni frase, e avrebbe potuto rispondere ad ognuna con una battuta sarcastica, ma vide l'espressione esasperata della madre, e capí che era meglio tacere.
Le due si abbracciarono e da dietro l'intreccio di capelli rossi, Mandy le guardava. Per un momento si chiese come sarebbe stato avere una mamma.

Si sentí afferrare da dietro e riconobbe subito quelle braccia. Magnus.
-Papà!- esclamò stringendolo piú forte. Dopo poco i due si staccarono e lo stregone guardò dolcemente la figlia -Ci hai fatto preoccupare tantissimo- lo sguardo si fece piú serio -Promettimi che non farai mai piú una cosa del genere-
Mandy lo guardò e si sentí invadere dal senso di colpa -Te lo prometto- disse a bassa voce e l'uomo le sollevò delicatamente il viso rivogendole il suo sorriso piú rassicurante.
La domanda fu come un fulmine a ciel sereno. Non ebbe il tempo di realizzarla nella sua testa che già stava parlando -Hai detto 'Ci hai fatto'?' si morse il labbro, ma era troppo tardi.
Magnus corrugò leggermente la fronte -Sí, certo, lo zio Jace ha chiamato tuo padre Alexander, cosí siamo venuti a prenderti a New York-

'Mio padre Alexander' pensò Mandy. Era un po' scomodo dover sempre specificare il nome del genitore al quale ci si riferiva, ma a dire il vero lei non si faceva molti problemi. Magnus era 'papà' e Alexander era... Alexander. Non c'era mai stato un vero rapporto padre-figlia quindi il problema non si poneva. Eppure ora suo padre era proccupato. 'Preoccupato per me? No, questo é impossibile!' i suoi pensieri furono interrotti da un nuovo arrivo.

Jace spalancò la porta e parlò sopprimendo il fiatone -Il Conclave vuole iniziare l'interrogatorio ora- Clary strinse forte la figlia a sé -Avevano detto domani!- protestò.
-Hanno voluto anticipare-
A Mandy sembrò di sentire la propria mano stritolata. Fu solo per un secondo, ma bastò per farle percepire l'agitazione del padre.
-D'accordo, allora andiamo- Celine sembrava tranquilla -Tanto se non ci andiamo subito mandano qualcuno a prenderci con la ruspa- disse facendo spalluccie. Jace alzò un sopracciglio -La... ruspa?-
-É una macchina che ti permette di spostare oggetti anche di grandi dimensioni- spiegò Clarissa, che intanto si torceva freneticamente le mani.
-Per l'Angelo papà, ma tu non sai proprio niente della cultura mondana eh?- il carattere di Celine non si smentiva nemmeno nelle situazioni piú difficili.
Mandy intanto si era infilata gli stivali, e aveva raggiunto la porta con suo padre al seguito. Le altre due Cacciatrici abbandonarono la stanza subito dopo di loro e i cinque si avviarono verso la sala dove l'Inquisitore avrebbe interrogato le due ragazze.

Celine non mostrava un filo d'ansia, Mandy tremava come una foglia. Non aveva mai assistito a un interrogatorio, e l'idea di essere l'imputata non migliorava la situazione.
Aveva solo un pensiero per la testa: la Spada Mortale.
Si raccontavano storie orribili su quell'arma. Si diceva che bruciasse il sangue nelle vene e ti strappasse fuori dalla gola la verità con una violenza disumana.
'Saranno solo storie' pensava camminando 'ma tutte le storie sono vere...'

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora