Ancora in piedi

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'Gli specchi sono potenti' pensò Mandy 'Riflettono la verità, per questo hanno il potere di salvarti o di annientarti'.
Se solo ci fosse stato il modo di far specchiare anche i pensieri, o le emozioni, sicuramente lo specchio si sarebbe spaccato alla vista di Mandy.
'Ma qual é il tuo problema, cavolo!' si alzò di colpo dalla sedia e sbatté le i palmi sul comò.
Inspirò, espirò.
Sollevò lo sguardo e vide il suo riflesso.

E venirono in mente cosí tante riflessioni che avrebbe potuto fare, partendo da un immagine tanto semplice; e per un attimo si chiese come sarebbe stato essere come le altre ragazze.
Quelle a cui, vedendo quell'immagine, sarrebbe venuto in mente di sistemarsi il trucco, e non delle riflessioni sulla propria identità.
Si chiese come sarebbe stato, essere come loro.

Vivere nella libertà.
Stare sempre in compagnia.
Mettersi in gioco.
Non preoccuparsi di niente che sia piú importante del proprio outfit.
Camminare con la consapevolezza che gli altri ti seguiranno.
Giocare a nascondino senza avere paura che gli altri si scordino di cercare te.
Mettersi a parlare senza essere interrotti.
Entrare in una stanza e vedere persone che ti corrono incontro e ti saltano addosso per abbracciarti.
Riuscire a far valere la propria opinione.
Non avere paura di dire di no.
Essere riconosciuti in mezzo alla folla.
Essere importanti.
Essere qualcuno.
Mandy si accorse che stava piangendo.

Una lacrima le aveva rigato il viso, cosí prese un fazzoletto e si asciugò gli occhi umidi. Respirò profondamente per tranquillizzarsi.
'Non pensare a queste cose. Tu sei forte Mandy. Tu devi sorridere, e allora anche gli altri sorrideranno. É questo il tuo compito' in verità lei non aveva nessun compito.
Quella era la sua missione, piú che altro: far star bene gli altri.
E poi a lei? Chi ci pensava a lei?
La porta si aprí.

-Tanti auguri a me, tanti auguri a me!- cantò Celine facendo una strana danza -Ho rubato una birra a tuo padre, ma non credo se ne accorgerà- spiegò appoggiando due lattine sulla scrivania -Allora- disse estraendo un coltellino dalla tasca posteriore -come sta la mia Cacciatrice preferita?-
'Cacciatrice non piú per molto' pensò Mandy -Bene bene- rispose afferrando velocemente il proprio succo, poi diede un occhiata alla birra in mano all'amica e arricciò un labbro -Quanto hai pagato Alexander per fartela dare?-
Celine fece un sorso e le strizzò l'occhio -Ho barattato uno dei miei migliori sorrisi-
Mandy sorrise. Poi ebbe un'idea.

-Posso assaggiarla?- domandò.
La parabatai per poco non si strozzò
-Come dici?- chiese ridendo.
-Non sto scherzando- rispose stizzita l'altra. Si diresse verso la finestra, e le parve di vedere la compagna annuire con un ghigno.
-Alla salute allora- disse Celine passandole la lattina.
Mandy la prese, la guardò dubbiosa e fece un sorso. Il liquido amaro le scivolò giú per la gola e le fece fare una smorfia.
-Buono?-
Mandy si leccò il labbro inferiore e annuí alzando le sopracciglia
-Sublime- rispose con un colpo di tosse.
Le due scoppiarono a ridere.
Poi rimasero in silenzio per un po', appoggiate al davanzale.

Erano abituate a parlare di attualità, ma gli eventi degli ultimi giorni non erano esattamente il miglior argomento di conversazione.
Dopo un po' Celine interuppe il silenzio -Beh, novità?-
Una domanda stupida, ma pur sempre una domanda.
Mandy sospirò 'Se per novità intendi se Magnus sia riuscito a far cambiare idea al Conclave allora, no. Niente novità'
-Non esattamente- disse con un piccolo sorriso.
-Mh... peccato- sentenziò Celine guardando riluttante il succo di frutta, poi fece un sorso seguito da uno sputo fuori dalla finestra -Ma che cos'é questa roba? Glucosio liquido?- chiese tra una smorfia e l'altra.
-A me piace. Ed é piú salutare sella birra- rispose l'altra agitando la propria lattina.
Celine rovesciò il succo di frutta nel vaso di geranei di fianco a lei.
Poi si buttò sul letto.
Un altro silenzio imbarazzante.

-Senti Mimi, se c'é qualcosa di cui vuoi parlare...-
-Non c'é niente- si affrettò a rispondere.
Ma perché la gente non capiva quanto parlare fosse inutile?
Celine laguardò alzando un sopracciglio, poi si lasciò cadere con testa sul cuscino.
-Non capisco come tu faccia- disse poi.
-A fare cosa?- chiese lei.
-A far credere a tutti di essere sempre felice-
Cavolo.
Ci risiamo.
-Ma io non faccio finta... cioé é solo che... non mi va di condividere la mia tristezza con gli altri. Ecco tutto- lo disse in tono giocoso, gesticolando, in modo da normalizzare la cosa.
Stupidi imbarazzanti sentimenti.
-Lo so che cerchi sempre di fare in modo che gli altri ti vedano sorridere, ma non puoi farti venire una paresi tutte le volte che vorresti mettere il broncio e ti ostini a non farlo-
Perché Celine doveva essere sempre cosí brava a capirla?
-Lo so che non ti piace parlare, ma se non mi dici tutto come faccio ad aiutarti?-
E perché doveva avere questa fissa del dover sempre salvare tutti?
-I sentimenti sono stupidi, su questo siamo d'accordo- continuò facendole segno di sedersi vicino a lei -però non puoi fingere di non provarli-
Aveva ragione, o almeno, in parte.
Ci fu un attimo di bollente silenzio, poi Mandy scoppiò a ridere.
Ci mise un po' a capire che in realtà stava piangendo.
Celine l'abbracciò facendola sentire un po' meglio.

-É solo che... io non ce la faccio cosí- disse singhiozzando nella chioma riccia -Prima Roxana e l'interrogatorio, poi Connor e la sentenza del Conclave, ora scopro che i miei genitori mi hanno mentito per 14 anni della mia vita- continuava a piangere, e le lacrime le andavano in bocca insieme ai capelli -e sono...- questa era la parte peggiore -sono una mondana- i singhiozzi si erano interrotti e il pianto placato.

Ora Mandy tremava come una foglia, come quell'ultima fogliolina che cerca di resistere attaccata al ramo dell'albero. Finge che vada tutto bene, ma il vento é troppo forte, e la fogliolina sa che prima o poi la trascinerà via con sé.

-Shh... stai tranquilla- le sussurrava dolcemente Celine, ma a quale scopo?
Stava andando tutto troppo male.
-Risolveremo tutto- le disse.
-No, non é vero- bofonchiò nella sua spalla.
-Ascolta- le disse in tono deciso, facendola mettere dritta -Sarà difficile, ma ce la faremo-
Se Mandy avesse avuto la forza di alzare un sopracciglio, lo avrebbe fatto.
-Ti ricordi la riunione a inizio giugno, nella Sala degli Accordi? Tu mi hai detto che sarebbe andato tutto bene, e io ti ho creduto. Ora fidati di me, intanto io vado, trovo una soluzione e torno- teneva le piccole mani tra le sue, scaldandole -però ho bisogno che tu mi dica tutto-
Mandy ci pensò un po' su: se c'era qualcuno di cui poteva fidarsi quella era Cece -Va bene- rispose.

-Perfetto. Innanzitutto indagheremo su Roxana e sulla sua strana storia-
-Si può fare-
-Poi mi devi raccontare per filo e per segno quello che hai visto durante il combattimento con lei-
Mandy strabuzzò gli occhi.
-Oh andiamo, chiunque avrebbe capito che hai mentito all'interrogatorio- disse Celine alzando gli occhi al cielo -tra parentesi- abbassò il tono della voce -poi mi spieghi come si fa-
Mandy rise asciugandosi gli occhi -Non ho mentito... ho solo detto la verità in un modo diverso-
-Sí, va bene, é lo stesso- la rossa scrollò le spalle -Poi dobbiamo indagare sulle tue origini. Parla con i tuoi genitori, o vai in biblioteca, sí insomma fa' ciò che il tuo elevato QI ti consiglia-
Era pur sempre un complimento.
-Infine dovremo trovare il modo di evitare che ti tolgano le rune-
-E questa é la parte piú difficile, immagino-
-No, la parte difficile é smettere di pensare a quel Rightway figlio di...-
Seguirono una serie di termini per cui Mandy si iniziò a chiedere se sarebbero dovute andare in chiesa a scusarsi.
Però era vero. Doveva smettere di pensare a Connor.

-Allora agente Herondale, hai già un piano?- chiese
-Ovviamente no. Sei tu la mente: fa' lavorare il cervelletto che ti ritrovi- rispose agitando la mano -e io faccio il lavoro sporco-
Le due risero.
-Va bene- decretò Mandy -lo faremo-
Celine sorrise e andò verso la porta.

-Comunque mi hai mentito- la fermò la bionda.
La cacciatrice si girò verso il letto
-Quando?-
-Quando hai detto che sono la tua Cacciatrice preferita- rispose incrociando le braccia al petto.
Celine aprí la porta -Beh...- si appoggiò allo stipite e fece un sorriso beffardo
-Intendevo apparte me- Mandy scoppiò a ridere mentre la porta si chiudeva.
Forse Cece aveva ragione: forse la sua vita non era stata distrutta del tutto.
Forse lei non era stata distrutta.

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora