Pranzo di famiglia

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-Allora- iniziò Jace battendo una mano sul tavolo -se siamo tutti pronti direi che possiamo cominciare-
Un coro di "Buon appettito!" riempí la sala da pranzo di casa Herondale. Seguirono risate e schiamazzi vari.

Vivere in una famiglia tanto grande aveva i suoi pro e i suoi contro.
I piatti cucinati da Clary erano molto buoni: non deliziosi, ma comunque gustosi (soprattutto per Simon, che amava Isabelle alla follia, ma non poteva negare che le pietanze da lei preparate erano a dir poco immangiabili).

-Adam, scendi dalla sedia e mettiti composto!- urlavano i genitori esasperati, ma anche vagamente divertiti dalla scena.
Adam era in piedi sulla sedia e continuava a ballare sbraitando come un'aquila, mentre Jordan, sedutogli di fianco, tentava concentrato di tagliare la pasta che aveva nel piatto.

-Jordan, piccolo, guarda che la pasta non si taglia- lo riprendeva dolcemente Clarissa, mostrandogli il corretto modo di arrotolare gli spaghetti sulla forchetta.

Jace e Magnus erano impegnati in una viva conversazione riguardo l'ultimo modello di giacca in pelle di Gucci, ritenuta dal biondo troppo vistosa, mentre lo stregone gliela consigliava caldamente (escludendo però la versione color cremisi, che era a detta sua "poco consona al campo di battaglia").

Celine ascoltava attenta la conversazione, cercando di trattenersi dal ridere, poi i suoi occhi si posarono su Mandy ed Alexander: non si muovevano e non emettevano suoni.

La Cacciatrice ruotò gli occhi al cielo e si schiarí la gola -Allora...- cominciò.
Si bloccò poco dopo nell'accorgersi che né l'una né l'altro la stavano considerarlo.

Celine odiava molte cose, ma l'essere ignorata era sicuramente ai primi posti della classifica.

-Alexander- esordí, facendo voltare l'altro verso di sé.
-Ehm... sí, Celine?-
-Mi passeresti l'olio, perfavore?- domandò, con una gentilezza palesemente falsa.
L'altro le passò la bottiglia senza aggiungere altro.
-Grazie mille- rispose lei, rinvigorendo il tono.
Alec non ci fece caso.

Celine sbuffò sbattendò la bottiglia d'olio sul tavolo -Possibile che voi due facciate sempre cosí?- chiese scocciata.
Mandy e Alexander la fissarono interdetti, poi si guardarono per qualche istante e ritornarono ai propri piatti.

-Di...- Mandy masticò una forchettata di pasta -di cosa parli?- chiese tentando di apparire disinvolta.
-Ma siete seri?- quasi urlò Celine alzando un sopracciglio.
-Parlo del fatto che siete padre e figlia, e sembrate due signore sconosciute alla fermata del pullman-

Alexander strabuzzò gli occhi allibito (anche se non fu chiaro se se la fosse presa per il tono presuntuoso di sua nipote, o per l'essere stato paragonato ad una signora)

-Celine, non sai cosa stai dicendo. É ovvio che sono suo padre, é solo che...-
-É solo che la cosa ti scoccia, non é cosí?-
-Celine!- intervení Jace, e in quel momento i tre si accorsero che la loro conversazione era assistita da tutti i componenti del gruppo, compreso Adam (che per la curiosità aveva addirittura smesso di saltare sulla sedia).

-Non so come tu possa anche solo pensare una cosa del genere- ribadí freddo Alexander.
-Oh nessun problema: io lo so- disse tranquillamente Celine.
-É perché Mandy é la mia Parabatai, e lo capisco quando si sente sola. Quando siete insieme é come se tu non ci fossi-

Mandy fissava il piatto senza nemmeno respirare.

-Siete bravi a recitare la parte della famiglia felice, ma in tutto questo Magnus é l'unico soddisfatto della situazione. E francamente, zio,- disse rivolgendosi allo stregone -mi stupisco della tua poca prontezza nel realizzare che tuo marito e tua figlia si odiano-

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora