Una canzone sospesa

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-... 397, 398, 399, 400!- Celine sbattè la mano sul tavolo ed emise un sospiro di soddisfazione.

-Finalmente hai finito- commentò Jace entrando dalla porta che collegava la sala da pranzo alla cucina -Cosa stavi contando?- le chiese sedendosi davanti al pianoforte.

Celine prese la pila di foglietti di carta che teneva di fronte a sè e li analizzò con aria furba -Ho realizzato dei biglietti da visita-

Suo padre corrugò le sopracciglia, mentre scorreva distrattamente il dito sullo spartito -A che ti servono dei biglietti da visita?-

La ragazza sorrise leggermente, probabilmente contenta di poter spiegare il proprio piano a qualcuno
-Li farò avere a tutti gli abitanti di Alicante, così nel caso qualcuno si dovesse ritenere degno di stare al mio cospetto, potrebbe chiamarmi e chiedermi una mano negli allenamenti-

-Quindi parli di un'opera di bene- interruppe sua madre, apparendo sulla soglia.

Jace rise -Non credo che Celine farebbe mai una cosa del genere gratuitamente-
Celine si finse scioccata -Papà, ma cosa dici? Sai bene quanto io sia un'amante della beneficenza!-
Entrambi sghignazzarono, sotto gli occhi rassegnati di Clary.

Ristabilito il silenzio, Celine prese a rifinire con le forbici i suoi biglietti da visita, mentre sua madre andava avanti e indietro per la stanza alla ricerca di un libro di arte.

Jace prese a suonare con grazia il pianoforte, fermandosi a tratti per lamentarsi della poca visibilità delle note sullo spartito.

-Forse dovresti trovarne di nuovi- propose sua moglie, ma lui la zittì con un gesto della mano, guadagnandosi uno schiaffo sulla nuca.

Per l'ennesima volta Celine si trovò a chiedersi che strano tipo si sostanza stupefacente ti obbligassero ad assumere prima di diventare adulto.

Clarissa si sedette sul divano, immergendosi nella lettura.
Jace riprese a suonare con classe, nonostante il brano non fosse dei più solenni.

Una canzone semplice e aggraziata, non molto nel suo stile.
-Come s'intitola?- gli chiese Celine, continuando a ritagliare i suoi cartoncini con attenzione.

-"Merry Christmas Mr Lawrence", di Ryuchi Sakamoto- rispose lui, senza smettere di far scivolare le dita sui tasti.
La ragazza sbuffò -Non è un po' presto per le canzoni di Natale?-

Jace sbagliò una nota e imprecò lanciando lo spartito per aria.
Clary lo raccolse e se lo poggiò di fianco, senza staccare gli occhi dalle pagine del libro.

L'uomo cominciò a tamburellare sul pianoforte, come alla ricerca dell'ispirazione.
-Ho un'idea! Perchè non suoni qualcosa di non noioso?- lo provocò la figlia, lanciandogli un'occhiata di sfida.

In tutta risposta Jace attaccò con un pezzo decisamente più complicato di quello di poco prima.

Giocando sulla tastiera con entrambe le mani, alternando la destra con la sinistra e viceversa, come se non riuscisse a trovare una posizione sufficientemente comoda.
Eppure sapeva bene cosa stava facendo.

Nonostante lo strumento non fosse perfettamente accordato, il suono e la melodia risuonavano nella stanza come il canto di un Angelo.

Il saltellare delicato ma impaziente delle dita sui tasti ricordava una pioggerella leggera, ma incessante.

Le note, confuse, incatenate, andavano formando le linee di un disegno.
Le frasi di un racconto.

Era una musica troppo violenta per essere una fiaba, ma troppo elegante per essere una storia di paura.

Non era abbastanza misteriosa per essere un giallo, ma nemmeno sincera quanto una poesia.

Jace smise di suonare di colpo.
Che avesse già finito?
Forse era giunto al punto culmine del racconto, e ora tutto dipendeva dalla scelta accurata delle ultime note.

Avrebbe continuato con una sinfonia lenta? O si stava preparando ad un'improvvisa tempesta di suoni?
Ma Jace non continuò a suonare.

Celine lo trovò uno strano modo di concludere un brano.
Eppure era così: la canzone era giunta al termine.

Chissà che storia aveva appena raccontato.
Avrebbe voluto chiederglielo, ma non ci riuscì, perchè in quel momento Jace cadde a terra a peso morto.

-JACE- gridò Clary, lanciandosi sopra di lui.
Celine le corse in aiuto, voltando il volto di suo padre verso di sè.

-Che succede?- gli chiese, mantendendo la calma.
Lui provò a parlare, ma qualcosa di improvviso gli fece serrare i denti e stringere forte il proprio stomaco.

-Jace che cos'hai?!- gridò Clary, scuotendolo.
Celine provò a sentirgli il battito del cuore: era decisamente accelerato.

Del sangue cominciò a colargli giù dalle labbra, ma lui non smise di balbettare parole incomprensibili.

Entrambe cercarono di individuare il fretta la causa di quell'improvviso malessere, mentre Jace continuava a dimenarsi cercando invano di parlare.

A un tratto però si arrestò, e dopo qualche istante colmo solo dei suoi rantolii riuscì finalmente a sussurrare qualcosa -Al..- cominciò, interrotto da una fitta alla pancia -Al..- prese un respiro profondo -..blu..-

-Al blu? Che cosa significa?-
-Forse è un modo per dire mare- ipotizzò la ragazza.
-Non c'è il mare, qui ad Alicante-
-Però c'è il lago Lyn!-
-E perchè mai tuo padre dovrebbe parlare del lago Lyn?!-

Le due cominciarono ad urlarsi addosso, senza comprendere cosa intendesse, fin quando non notarono, nello stesso momento, il rivolo di sangue che gocciolava dal suo avambraccio.

-La Runa Parabatai- disse Celine deglutendo.
Clary alzò gli occhi su di lei, fermi e roventi come ferro -Vai a chiamare Mandy- disse inflessibile
-È successo qualcosa ad Alec-

Celine annuì una volta soltanto, e in un secondo si ritrovò a correre in strada.
Tutto ciò che sapeva era che doveva essere veloce abbastanza per arrivare in tempo da Mandy.

Da quel momento in poi, uccidere Roxana sarebbe diventata la sua unica priorità.

Angolo autrice
Buonsalve popolo di Wattpad!
Prima che mi defenestriate, sappiate che mi dispiace.
*la legano ad un razzo e la spediscono in Uganda*

Lo so, sono sparita nel nulla.
No, non è stata una pausa programmata.
Sì, sono ancora viva e sto bene.
Spero sia lo stesso per voi.
*voce fuori campo*: prima avevamo il dubbio fossi viva, ora ne abbiamo la conferma e posso assicurarti che stiamo davvero male.

È giunto il momento di continuare questo libro, ammesso e non concesso che ci sia ancora qualcuno disposto a leggerlo.
*va a piangere in un angolino a causa della propria incapacità a mantenere un impegno*

Restate con noi, perchè l'ultima battaglia è alle porte!
Torneremo dopo la pausa pubblicitaria.

Siete sempre le mie alette di pollo preferite,
Waffle❤

Shadowhunters - Città delle mezze veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora