★ jeon jeongguk

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capitolo due ;; jeon jeongguk
jeongguk's perspective
°..:*°

Oggi lo consideravo il mio giorno libero, essendo lunedì. Ero troppo stanco per non aver dormito abbastanza la scorsa notte (vallo a capire), e il mio abbigliamento consisteva in un paio di pantaloni grigi della tuta e una larga maglietta nera con una hoodie dello stesso colore.
Le mie scarpe erano quelle di sempre, le mie converse bianche, usurate ma tenute il più pulite possibile.
La mia figura ingobbita che si porta dietro un backpack di ventitré euro si trascina a fatica nel corridoio con il resto della gente. Le altre persone sono molto più energetiche di me ma è solo la normalità.

Le folle e i luoghi con tante persone non sono proprio la mia passione. Ecco perchè le mie cuffiette sono premute in entrambe le mie orecchie a quasi tutto volume, per bloccare fuori il caos che le persone meno sveglie emettono con così tanta irritazione che mi fa quasi venire voglia di urlargli contro... quasi. Anche se sono una persona rispettosa. Se qualcuno volesse essere rumoroso e fastidioso, faccia pure, ma io non perderò tempo a dimostrare il fatto che me ne importi qualcosa.

La spalla di qualcuno sbatte contro la mia, facendomi sobbalzare in avanti. Le mie braccia si allungano istintivamente per attutire la caduta, ma il pavimento non arriva mai. Per una volta sono riuscito a mantenere il mio goffo equilibrio, ma a chiunque mi fosse venuto addosso di sicuro non importava. È un ragazzo, lo posso dire con certezza. Solo i ragazzi possono avere una tale forza mentre corrono. Di solito le ragazze sanno quando rallentare.

Non appena il ragazzo mi sorpassa, capelli verdi e marroni sparsi, il suo corpo si volge rapidamente per guardare me e la mia faccia sorpresa, ancora scioccato da tutto l'accaduto, "Scusa." Lo sentii dire con la sua voce bassa prima di girarsi e riprendere correre.
Almeno ha avuto la decenza di chiedere scusa.

Mentre cammino verso il mio armadietto fin troppo affollato nel mezzo del corridoio, faccio smorfie verso le persone che devo spingere via per raggiungerlo. Tutto questo finché qualcuno non circonda il suo braccio attorno alle mie spalle, portandomi molto vicino, "Ciao, Jeongguk!" Una voce familiare ride, facendomi sorridere.

"Ciao Jimin." Dico flebilmente osservando il modo in cui il ragazzo dalle guance paffute trasforma i suoi occhi in due mezzelune prima di ripuntare il suo sguardo sul mio armadietto.

"Ecco, guarda che ho." Dice Jimin, lasciando andare la presa stretta attorno al mio corpicino, "Tutti, state indietro." Jimin si esprime ad alta voce, mettendo in avanti le sue braccia così da far dividere il gruppo in due, "Il carico prezioso sta per passare." Aggiunge alla fine, girandosi verso di me. "Visto, facile."

"Grazie." Mormoro, passando nel viottolo quasi vuoto diretto al mio armadietto.

"Non c'è di che," Jimin mi sorride, "ci vediamo dopo, okay?" Prima che potessi rispondere, Jimin stava correndo via. È sempre stato così sin da piccolo, correndo da una parte all'altra. Non rimarrei sorpreso se gli venisse diagnosticata l'ADHD.

Jimin era il mio unico amico, sfortunatamente. Sì, gli voglio molto bene, ma certe volte è un po' troppo per i miei gusti. L'unica cosa è che se non avessi scelto di stare con lui, adesso non avrei nessuno. E un'altra cosa è che certe volte venivo obbligato ad uscire con altri suoi amici. Non che non mi piacessero, solo che ero troppo abituato a stare da solo.

––––

Avevo paura al pensiero di andare a lezione di inglese. A quanto pareva, i miei professori pensavano che per me fosse grandioso andare a delle lezioni di approfondimento siccome ero molto bravo in inglese, e ciò significava integrarsi in una nuova classe. È un po' triste, stavo giusto iniziando a sistemarmi nella mia, e adesso ne devo entrare in un'altra. Non aiuta molto il fatto che sia un pestaggio a metà anno scolastico. Esiste davvero qualcuno che fa qualcosa del genere?

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora