★ new things

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capitolo ventinove ;; new things
terza persona
°..:*°

Di recente Jimin era come un'anima persa. La persona che ricordava avesse dato un senso alla sua vita ormai se n'era andata, la stupidità dei suoi gesti era l'unica cosa da biasimare. Non l'aveva mai voluto; non aveva mai desiderato di essere il mostro che tutti pensavano che fosse. C'era un motivo per il quale Jimin aveva nascosto il suo problema per tutti questi anni, ma adesso stava rimpiangendo quella decisione così stupida, perché il prezzo da pagare era stata un'amicizia che sperava che un giorno fosse diventata qualcos'altro.

Ecco un'altra cosa, Jimin non faceva caso ai segnali. Le sirene rosse che non smettevano di suonare nella sua testa provavano a fargli capire che non c'era nulla per cui sperare mentre Jeongguk si innamorava perdutamente di Taehyung, finché non è successo quel che è successo. Non c'era modo che Jimin potesse smettere di essere disgustato dalle sue azioni, avendo ferito una persona che non ne meritava il dolore. Era tutta colpa sua e lo sapeva, mostrando le sue emozioni attraverso un paio di occhi vuoti che continuavano a fissare il prato, fulminando il suolo mentre le lacrime cadevano come gocce di rugiada salate sulle sue gambe.

Un corpo, una persona, qualcosa di curioso si sedette affianco al ragazzo che piangeva silenziosamente, rattristato a vederlo in quello stato. Quest'ultimo non sapeva cosa fosse stato a portarlo dal ragazzo dai capelli arancioni, ma forse era per il modo in cui era appoggiato contro il muro di mattoni come se avesse rinunciato a tutto, soprattutto a se stesso. Yoongi conosceva la sensazione di tradire qualcuno, la sentiva ogni volta che i suoi occhi scuri si spostavano sul suo migliore amico che era Hoseok. I due erano intimi amici, ma uno di loro un po' di più, innamorato del menta che non ricambiava i suoi sentimenti. Probabilmente era anche colpa sua per aver interpretato la parte.

"Che c'è che non va," La voce del ragazzo dai capelli color menta era calma e dolce, un tono che gli era difficile ma che stavolta era venuto fuori con facilità. Non sembrava un idiota mentre manteneva il contatto visivo con l'altro che faceva di tutto per evitarlo.

"Non è niente, Yoongi-hyung. Sto bene." Risponde Jimin con voce monotona, piegato da un lato col viso triste. I suoi occhi emanavano una scintilla lucida, facendo dolere il cuore dell'altro.

'Allora, è così che starà Hoseok una volta che gli dirò cosa dev'essere detto.' Pensa Yoongi disperatamente nella sua testa che sembrava sempre ingombrata di pensieri accumulati e compressi in una discarica troppo difficile da riordinare, "Ma non stai bene. Io lo so." Spinse l'acceleratore, spingendo il minore a parlare di più, anche se la sua voce era triste e spensierata.

"Non ne voglio parlare." Sussurra Jimin con voce spezzata, guardandosi le piccole mani e l'anello sull'indice sinistro, un promemoria della sua medicina. Pietra blu per pillola blu.

"Sono qui per parlare." Il maggiore stava diventando insistente vedendo le crepe formarsi sul corpo della persona accanto a lui, facendo del suo meglio per supportarlo e far restare Jimin in piedi per un altro giorno.

"Ai tuoi amici non piacerebbe che tu parlassi con me..." Più gocce di rugiada salata cadono subito dai suoi occhi, atterrandogli in grembo.

Era una vista per la quale chiunque avrebbe compatito quel ragazzo. Yoongi non lo compativa in alcun modo; voleva solo aiutare, perché è quello che è. Ecco chi può essere. Nascosto dietro la facciata di un'altezza attraente fatta di commenti sarcastici c'era qualcuno a cui piaceva sedersi e parlare con chi ne aveva bisogno. Non molte persone lo capivano, ma voleva che Jimin lo facesse.

"Perché dovrebbero pensarlo?"

"Perché sono un mostro che non merita l'aiuto degli altri." Jimin sputa con tanta rabbia, paura e tristezza da lasciare Yoongi impietrito.

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora