capitolo quarantasei ;; slashed cord
terza persona
°☆.。.:*・°☆Il viaggio in auto fu tutt'altro che tranquillo. Il cuore di Jeongguk stava esplodendo nella sua cassa toracica con una velocità così terrificante, che pensò di poter avere un infarto. Taehyung, d'altra parte, non mostrava più di tanto la sua paura. Il ragazzo era più arrabbiato che impaurito. Stava per incontrare un uomo, uno che aveva torturato quel bel ragazzo vicino a lui, e che gli aveva inflitto lividi e cicatrici irreparabili. Doveva assolutamente trattenersi, o sarebbe finito a prendere a pugni qualcuno.
Attorcigliato tra le dita snelle aveva un fiore bianco e magenta, mentre le mani dell'altro stringevano saldamente il volante. Entrambi i loro occhi erano fermi, concentrati su ciò che stava di fronte a loro. Le labbra rossastre erano diventate rosa chiaro, molto più chiare del magenta che svolazzava e si apriva. Il ragazzo sospira, affondando ulteriormente nel sedile con gli occhi chiusi.
Presto avrebbe compiuto diciotto anni, sentendosi come se avesse già sorpassato quell'età da tempo. A diciassette anni non si sentiva per niente come uno della sua età. Si spaventava ancora come un diciassettenne. Quelli di diciotto anni sembravano avere un qualcosa, qualcosa in cui la paura semplicemente non era niente per loro, né una preoccupazione. Rendeva Jeongguk geloso. Taehyung sembrava non avere paura di nulla, quando in realtà, il maggiore era soltanto bravo a nasconderlo.
"Hai paura?" Sbotta Jeongguk con un tono un po' frenetico, prendendo Taehyung alla sprovvista e lanciandogli uno sguardo strano. Gli occhi castano scuro gli si chiudono rendendosi conto di essere risultato strano.
"Certo che ho paura." Lo rassicura il maggiore, togliendo una mano dal volante e appoggiandola sulla coscia magra dell'altro.
"N—Non sembri averne."
"Perché sto cercando di sembrare forte per te." Jeongguk tace, rendendosi conto di quanto fosse stato stupido per non averlo capito dall'inizio.
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Era successo così in fretta, una cosa dopo l'altra e loro erano già alla porta. Trapelava di pericolo e paura, facendo sì che Jeongguk indugiasse all'apertura, che rivelò un uomo di bell'aspetto.
Nessuno sospetterebbe mai degli orrori che erano stati evocati dentro quella casa. I due non sembravano nemmeno parenti, ma Jeongguk sapeva che era lui, era lui quello da cui si nascondeva, quello per cui si era quasi suicidato.
"Signor Jeon." Taehyung fu il primo a parlare, come sempre, con una voce sorprendentemente sicura, anche se le sue mani tremavano leggermente mentre si stringevano sull'avambraccio di Jeongguk. Non riusciva a capire se stesse tremando di paura o rabbia. Entrambe le emozioni stavano turbinando dentro di lui finendo per creare qualcosa sulla falsariga di un intruglio mortale.
"E tu chi sei?" Chiede il Signor Jeon, con gli occhi socchiusi e con aria accigliata.
"Sono Kim Taehyung, e vorrei entrare in casa per parlarti insieme a Jeongguk."
Il Signor Jeon tira un sospiro pesante. Si stava comportando come se gli avesse chiesto troppo. Vedere suo figlio era un peso. Dopotutto, lui non aveva visto quell'uomo orribile per un anno e mezzo. Tutto era andato a rotoli quando la mamma di Jeongguk era morta. Lo dicono i racconti e i ricordi.
Da molto tempo Jeongguk si sentiva come se non avesse un padre.
"Bene." Sbuffa il Signor Jeon. I due si aspettavano una discussione, qualcosa di molto peggiore e brutale.
Taehyung afferra la mano di Jeongguk, ma il minore la scaccia via con un rapido cenno di testa. Anche sapendo di dover entrare in una casa un po' piccola, la paura era ancora prominente, e voleva che per lei non ci fosse possibilità. Si sarebbero scambiati gesti affettuosi e amorevoli un'altra volta. Solo non qui.
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« pretty boy » taekook [ita]
Fanficun viaggio speciale tra un grazioso junior chiamato jeon jungkook, amante dei glitter ed un senior dalle buone maniere di nome kim taehyung, giocatore di football. ©sourprincess | traduzione