★ jersey

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capitolo ventotto ;; jersey
jeongguk's perspective
°..:*°

"Jeongguk, dai," si lamenta Taehyung.

"N-Non entra."

"Che significa che non entra?"

"È troppo grande." Da fuori il bagno si sentì un sospiro.

Taehyung aveva insistito per farmi provare il suo jersey, siccome aveva pensato che sarebbe stato carino. A Taehyung la maglia stava piuttosto larga così da adattarsi alla sua imbottitura da football, ma su di me era enorme. Il tessuto leggero e lucente si fermava poco più giù dai miei boxer. Già mi sentivo piccolo, ma con questa maglia, sembravo un bambino di otto anni che giocava a mettersi i vestiti del papà.

"Sono convinto che ti stia bene."

"Sembro un bambino."

"Tu sei un bambino." Ridacchia Taehyung stringendo la mano sulla maniglia, girandola appena, "Apri la porta e basta, Jeongguk."

Un sospiro fuoriesce dalle mie labbra nuovamente rosee. In quel momento, mi resi conto che se Taehyung voleva vedermi indossare il suo jersey in questo modo, allora ci sarebbe stato un momento in cui avrebbe voluto vedermi travestito. Allora sarei dovuto riuscire a superare questo prima dell'arrivo del vero problema. Sblocco la porta con riluttanza, sentendo il click che aspettava Taehyung. La maniglia si gira subito, emettendo un suono riecheggiante nel bagno attaccato alla sua stanza. Il ragazzo viveva nel lusso.

Gli occhi di Taehyung si spalancano non appena mi vede entrare, vedermi in quel jersey doveva averlo fatto impazzire. Anche i miei occhi erano sbarrati in realtà, anche se guardavo a terra con la faccia rossa e le mani strette attorno all'orlo. Potevo anche non indossare i pantaloncini; erano del tutto nascosti e invisibili.

"Smettila di fissarmi così." Mormoro ansioso, alzando lo sguardo per poi vedere il maggiore guardarmi dall'alto al basso. Le sue labbra erano schiuse, lo sguardo del tutto vuoto. Forse Taehyung era sorpreso, e lo fui anch'io quando mi guardai allo specchio. Anche se aveva visto le mie gambe diverse volte ormai, stavolta mi sentivo ancora più esposto.

"Ma ti sta bene." Sussurra Taehyung, avvicinandosi prima di prendermi le mani. Era così rilassante, mi guardava con così tanta adorazione. I suoi occhi contenevano emozioni che mi facevano scordare di come fossi del tutto graffiato al di sotto del tessuto, al di sotto della mia pelle.

Le nostre dita si erano intrecciate come le nostre essenze, una sola anima per due ragazzi. Quell'anima era casa di molti, un letto di pochi. E non appena Taehyung piegò il collo per raggiungere le mie labbra di ciliegia che si adattavano alla perfezione con le sue di limone, non ebbi necessità di alzarmi sulle punte dei piedi, perché mi sentivo già troppo in alto. Era stato breve e dolce, parole che solo Taehyung usava per descrivere me in particolare.

"Lo dici solo perché sei obbligato." Gli dico, sicuro della mia risposta che fece soltanto roteare gli occhi al maggiore.

Era una costante battaglia tra noi due, una battaglia che vinceva sempre Taehyung. Non c'era speranza di sconfiggere il ragazzo che mi stava di fronte, le mani che lasciavano le mie e che invece scorrevano sulle mie braccia come faceva sempre. Le sue dita ruvide erano ormai naturali sulle mie braccia, una parte del mio corpo che lui sembrava favorire. La pelle era liscia e intatta come il resto di me, una cosa che due anni fa sarebbe stara surreale.

"Credi ciò che vuoi," Sibila Taehyung, guardando le sue mani che continuavano a strisciare sulla mia pelle, fermandosi poi sui miei fianchi che ora gli appartenevano, "ma almeno so la verità, e mamma mamma, che magnifica verità." Lentamente mi guida in una abbraccio, finendo con la mia testa appoggiata al suo petto siccome era troppo scomodo raggiungere la sua spalla ampia. Il font grande e bianco che diceva 'KIM' e '95' si era spiegazzato sotto la volontà delle sue braccia mentre il mio corpo veniva spinto dolcemente verso il suo. Qualsiasi differenza d'altezza ci fosse tra noi stava diventando una cosa che adoravo invece di disprezzare.

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora