capitolo cinquanta ;; ring
taehyung's perspective
°☆.。.:*・°☆Soltanto perché Jeongguk aveva una grande probabilità di battere la leucemia non significava che non la sentisse ancora dentro di lui. Oggi non sembrava essere una delle sue giornate migliori, dopo essersi svegliato al mio fianco tutto sudato e tremante. Com'era stato terrificante e triste, tirare a me il suo corpo inzuppato, solo per ricevere piagnistei e suppliche perché il dolore se ne andasse via.
Avrei tanto voluto capire cosa gli stesse succedendo, mantenere l'empatia e non solo la semplice compassione. Questo è ciò di cui Jeongguk ha bisogno, qualcuno che lo capisca, non qualcuno che potrebbe provare ad aiutare. Ma io ero tutto ciò che aveva. Aveva distrutto ancora di più il mio cuore da adolescente mentre gli porgevo due pillole per la febbre.
Mi pregò di non chiamare un dottore, un sottotono quasi terrificante e oscuro per una voce solitamente calma e pacata. Era un lato di lui che non avevo mai visto, ma fui obbediente e misi giù il cellulare dopo aver sentito una tale supplica. Questo è ciò su cui mi aveva messo in guardia, implorando di essere guarito, implorando che tutto finisse. Ieri era stata una giornata fantastica, una notte trascorsa in estasi e festeggiamenti in vista del nuovo briciolo di speranza. Ora, stava tutto crollando, mentre piangeva e pregava per la sua guarigione.
Adesso, le mie braccia circondavano il povero ragazzo steso sul divano affianco a me. Jeongguk se n'era voluto andare dalla mia stanza, avvolto in una coperta soffice. Anche con un cipiglio e con le sue parole sbottanti, restava comunque adorabile. Un mondo unico ai miei occhi. Questo era solo uno dei tanti giorni sbagliati a venire. Stavo solo riprendendo a prendermi cura del mio amato, quasi da punto a capo.
"Ti amo." Dico piano, mentre Jeongguk mi aveva spinto via da lui, lamentandosi del troppo caldo. Aveva solo sospirato, affondando di più la sua testa perlata di sudore nella coperta avvolta attorno la suo corpo, "Ho detto che ti amo." Dico ancora, usando un tono deciso e più alto. Il battito cardiaco aveva iniziato a battere di paura. Le mani appiccicaticce e gli occhi tristi erano diventati freddi, e la situazione si era aggravata proprio come non doveva, "Bene, continua così. Prenditi cura di te. Io me ne torno in camera." Ma non avevo sentito quel singhiozzo spezzato, non finché non ebbi superato il divano, col passo veloce e quasi rumoroso. I suoni provenienti da Jeongguk erano appena udibili, girandomi lentamente per vedere ciò che sembravano essere più strati di coperta tremare. Mentre abbassavo il volume della tv a schermo piatto, le mie azioni colpevoli e insicure aumentarono sedendomi affianco a Jeongguk, "Guk—"
"M—M— Mi dis—dispiace ti p—prego non," singhiozza rumorosamente col corpo tremante e il petto che si alzava e abbassava velocemente, "l—lasciarmi." Continuava a piangere.
"Non me ne vado," Sussurro, facendo scorrere le mani tra i capelli sudati di Jeongguk, "N—Non ti lascerei mai, Gukkie." Le mie mani si allungarono, prendendo e tirando a me il suo corpino. Si accovacciò più vicino, stringendosi a me, mentre mi risedevo sul divano.
"Ti amo. Ti amo. Ti amo" Mormora in una sorta di loop infinito, gli occhi preoccupati incrociarono dei capelli verdi menta.
Yoongi— che era corso per il corridoio con Jimin dopo averci sentiti —non poteva far altro che deglutire, il pomo d'Adamo si alzava e abbassava e la sua bocca si mosse sulla fronte di Jimin per lasciarci un bacio dolce e consolatorio. Scambiarono alcune parole guardando il ragazzo sfinito appoggiato a me e che si stava lentamente calmando, con la sensazione delle mie dita sulla sua nuca, "Lo so che mi ami. Ti amo anch'io."
"N—No, io ti amo. Ti amo un sacco, e ho paura di andarmene, perché se me ne vado non sarò più in grado di amarti, e io questo non lo voglio." La mia gola stava diventando sempre più asciutta con le sue tristi parole che erano venute fuori in un'orda di mormorii, già mezzo addormentato.
Con le lacrime e un gran nodo che sembrava impossibile ingoiare, mi stesi e lasciai un bacio sulla sua testa, notando le lunghe ciglia delle palpebre chiuse. Le labbra di Jeongguk emettevano piccoli sospiri, ovviamente privo di quasi tutto e incredibilmente stanco. Avrei dovuto far attenzione al suo continuo rigirarsi nel letto ieri notte.
"Oggi è una giornata no," Tiro sul col naso, le lacrime scorrevano senza fermarsi ma le toglievo via subito col dorso della mano, "È una delle peggiori." Yoongi e Jimin entrarono insieme, Yoongi al comando come al solito.
Piccole e sottili dita si infilarono tra i miei capelli castani e macchiati di verde. Mio fratello mi guardava preoccupato, sedendosi vicino a me, e Jimin accanto a lui, "Dormi, Taehyung-ah." Dice Yoongi con tono grave, aiutandomi a stendere e facendo in modo da far stare comodo anche Jeongguk, "Jimin ed io penseremo alla casa mentre voi due vi riposate un po'." Anche se ero molto più alto, Yoongi si comportava sempre come un genitore protettivo, riuscendo quasi meglio del signore Min e della signora Min.
"Mi dispiace che Jeongguk stia facendo così." Dice tristemente Jimin, guardandosi le mani tozze prima di rialzare lo sguardo verso noi due ora sdraiati in direzione opposta, la mia faccia proprio di fronte a quella di Jeongguk ma il corpo steso nell'altro verso.
Tirai un sospiro, scorrendo piano il dito per tracciare quelle piccole labbra, gli occhi che si chiudevano sempre di più, "Jeongguk sa già dell'anello?"
"No."
"Sei ancora deciso a farlo? Sei così giovane, Tae." Dice dolcemente Yoongi, cercando di non rattristarmi maggiormente.
"È solo un anello di fidanzamento." Gli ricordo, "Solo che è diverso per le nostre circostanze, e—e io lo so che siamo giovani, ma il modo in cui è diventato Jeongguk di recente, è solo che...ho paura." I miei occhi tracciano tutto il viso stanco e lucido del minore.
"Lo so che hai paura, ma c'è una probabilità così alta che tutto possa andare bene." Yoongi sorride leggermente, "E poi voglio fare la proposta a Jimin prima che tu possa farla a Jeongguk." Scherza, i capelli verdi menta svolazzano un po' mentre si fa una grossa risata. Jimin gli colpì il braccio, mentre io cercavo di azzittire i rumori forti per far sì che il minore dormisse in pace.
"Sarà come ciò che hanno avuto Joon e Seokjin, vero?"
"Che hanno." Lo corregge Jimin, appoggiando la testa sulla piccola spalla di Yoongi, chiudendo gli occhi.
"Già..." Sussurro, concentrandomi sulla pelle pallida. Il mio cervello era a pezzi. Oh, così a pezzi. Il dolore immenso delle mie tempie e del mio petto che provavo al solo guardare Jeongguk era abbastanza da farmi tremare le punte delle dita, "Come—... Come sono finito qui? È tutto così difficile. Dovevo solo diplomarmi con una borsa di studio per il football, non innamorarmi e attraversare uno dei momenti più traumatizzanti della mia vita." Avevo iniziato a dar voce ai miei pensieri.
"Beh, nessuno di noi si aspettava qualcosa del genere." Risponde Yoongi, "Non mi aspettavo di innamorarmi di un'arancia o di quasi perdere il mio migliore amico...ma mi sento come se fosse dovuto succedere, e mi sento come se Jeongguk si meriti la colpa di questa catena di eventi. Non lo voglio incolpare per cattiveria ma voglio apprezzarlo per il meglio. Non ha cattive intenzioni."
Un piccolo sorriso si fa spazio sul mio viso, "Sì..."
"Vi lascio riposare adesso." Enuncia Yoongi dopo qualche minuto di silenzio, "Jimin è comunque stanco, e tu stai iniziando a comportarti in modo strano, ciao." Prende la mano di Jimin e guida il ragazzo assonnato, che trascina i piedi.
È qui che decido di chiudere gli occhi, sentendo i due ragazzi trotterellare per le scale condividendo risatine e corte conversazioni. Adesso, l'atmosfera era silenziosa, e la mia mente era tornata sulla piccola scatoletta nera di velluto e sul carino— bellissimo —ragazzo accanto a me.
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« pretty boy » taekook [ita]
Fanfictionun viaggio speciale tra un grazioso junior chiamato jeon jungkook, amante dei glitter ed un senior dalle buone maniere di nome kim taehyung, giocatore di football. ©sourprincess | traduzione