★ at it again

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musica nei media ☆彡
• Talk me down - Troye Sivan

capitolo dodici ;; at it again
taehyung's perspective
°..:*°

C'eravamo un'altra volta, Jeongguk che piangeva tra le mie braccia di notte. Ero tornato a casa sua dopo poco tempo per restituirgli la maglia siccome mi ero scordato di farlo qualche giorno fa, ma avevo semplicemente aperto la porta che non era ancora chiusa a chiave. Mi faceva preoccupare il fatto che Jeongguk non chiudesse a chiave nessuna delle sue porte. E se qualcuno di cattivo avesse deciso di fermarsi e quella sarebbe stata l'ultima volta con Jeongguk?

L'intera situazione era peggiore stavolta, e non poco. Jeongguk non si era calmato in nessun modo dopo essere andato da lui; invece, aveva iniziato a piangere più forte, timoroso del mio tocco. Era come guardare un bimbo costretto ad andare dal dottore. Le sue gambe si calciavano da ogni parte, spingendomi sempre più indietro e piantandomi un bel colpo nelle costole, e le sue braccia restavano avvolte al suo stomaco, e l'intera cosa era terrificante. Quasi piansi per tutta quella tristezza. Invano, Jeongguk provò a fare di tutto per farmene andare finché le sue energie non finirono, per poi aggrapparsi a me come un koala.

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"Jeongguk, sono tornato per ridarti la maglia." Urlo nel silenzio della sua casa, irritato poiché la porta d'ingresso non era chiusa a chiave. Avanzo sempre di più nella sua fredda dimora, osservando le stesse cose che avevo visto la scorsa volta, anche se qualcosa era diverso. C'era un odore nell'aria e sembrava stantio, facendomi allarmare, "J-Jeongguk?" Urlo nuovamente, poggiando una mano sulla ringhiera di legno prima di decidere di salire. Mi sarei scusato dopo aver controllato se stesse bene o no. Non ci pensai due volte a spalancare la porta bianca per poi ritrovarmi faccia a faccia con una scena che mi faceva tremare le gambe, "Jeongguk..."

Il suo solito tono calmo e leggero non c'è più mentre soffoca gli urli nel cuscino sotto la sua testa, stringendolo stretto come se fosse l'ultima briciola della sua umanità. Non riesco a vedere la sua faccia, ma sono sicuro che stia piangendo- singhiozzando. I miei passi martellanti rimbombano in tutta la casa, mi lascio poi cadere sul suo letto e allungo le braccia per tenerlo fra di esse come qualche notte fa.

"Lasciami!" Grida scalciando le mie braccia con occhi sbarrati.

"Guk, ti prego." Ci riprovo ancora, venendo solo allontanato di nuovo, "Jeongguk, smettila di fare così. Stai diventando impossibile e io sto cercando di aiutarti!" Le lacrime iniziano a formarsi lentamente nei miei frenetici occhi.

"Lasciami da solo." Piange ancora nel cuscino, nascondendo il viso al meglio, "Non-Non voglio essere f-f-feri-to ancora." A quelle parole, Jeongguk fa di nuovo ritorno, lasciando che i suoi occhi si aprano per sbirciare dal bordo del cuscino.

"Ferirti," La mia voce alta si fa sentire. Come avrei mai potuto ferire Jeongguk? È l'ultima cosa che farei, oltre a tutto il dolore che sta già passando, "Non ti farei mai del male..."

I suoi denti incontrano il suo labbro inferiore, mordendolo con violenza, provando a trattenere un singhiozzo. Il solito colorito roseo delle sue labbra diventa bianco, abbinandosi al resto della sua stanza. Direi che si intonasse alla sua aura scolorita, ma era nera, tutta quanta. Non c'era più alcuna luminosità nella sua aura o nei suoi occhi, l'oscurità si diffondeva con immensa velocità, superando macchine da corsa o tornado. Non c'era luce- nessuna speranza di luce. Jeongguk è una tempesta, nella sua piena espansione e pioveva lacrime di paura e rabbia. La furia si unisce alla paura come l'umidità si mischia con l'atmosfera, soggiungendo solo più pioggia e tenebre. Jeongguk non è solo spaventato, è del tutto pietrificato, stretto al cuscino come se ne dipendesse la sua vita.

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora