★ dinner plans

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capitolo diciassette ;; dinner plans
jeongguk's perspective
°..:*°

"Mi stavo chiedendo se volessi venire a questo nuovo ristorante che ho scoperto." Taehyung mi guarda da terra. Mancava poco all'ora di inglese, e Taehyung aveva deciso di venire da me, accovacciandosi vicino al mio banco siccome tutte le altre sedie erano già occupate o troppo lontane. Le persone ci guardavano con curiosità, confusi dal fatto che Taehyung stesse insieme a me. Sembrava che nessuno avesse notato prima la nostra vicinanza a scuola, "Hanno la carne migliore
e—"

"Tae," la mia voce interrompe la sua frase, rivolgendogli uno sguardo piuttosto irritato. Sembrava che i soprannomi fossero diventati un'abitudine tra me e lui, "non mangio la carne, Tae, lo sai bene."

"Non la mangi," chiede ad alta voce, confuso. Annuisco, "pensavo non mangiassi latticini o uova—"

"Quello è ciò che mangio."

Una ragazza dai riccioli neri e rimbalzanti cammina dietro Taehyung, fermandosi allegramente dietro di lui e picchiettando strategicamente la sua spalla con un dito. Le mie mani si chiudono in due pugni, sento una sensazione di rabbia crescermi dentro. Quella ragazza non era Seoyun, ma era sicuramente in grado di portare via Taehyung con facilità. Gli sorride dolcemente e lui si gira, alzandosi in piedi con lentezza e standole di fronte, "Uh... ciao," dice chiaramente confuso. Le sue sopracciglia si aggrottano, e io tiro la manica di Taehyung senza che nessuno lo veda.

"Taehyung," dice vivacemente la ragazza con fare civettuolo, "Seoyun voleva sapere se voi ragazzi foste disponibili per fare qualcosa dopo la scuola."

I miei occhi bucano il banco che mi è davanti, e la mia faccia è dipinta di rosso dalla furia. Non ero un tipo che si arrabbiava facilmente, ma il modo in cui la ragazza stava parlando e il fatto che Taehyung avesse un piccolo sorriso in faccia mi faceva bollire il sangue. Io ero di Taehyung, non lei.

Sono io quello che ne è attratto e sono io quello che gli appartiene. Ma poi mi ricordo di una cosa, una cosa estremamente importante che mi fa sgranare gli occhi dalla paura. Era destinata ad essere scoperta prima o poi, ma continuava a rimbalzare da una parte all'altra della mia testa a mille chilometri all'ora. Io, in nessun modo, appartenevo a Taehyung. Io non ero suo e lui non era mio, io non ero niente. Io ero un ragazzo affascinato da un altro ragazzo attraverso infinite notti di braccia di luce e di sguardi d'intento. Sorrisi che defluiscono contro muri fatti di lacrime di dolore in un mucchio di confusione e terrore.

E alla fine capisco come dev'essersi sentito Jimin per tutto questo tempo, per tutte queste settimane, e ciò mi faceva prova un'empatia immensa.

"Mi dispiace, ma dì a Seyoun che non potrò fare nulla, ho già altri impegni." Era sicuro, sincero, e mi aveva fatto sentire la testa leggera come non mai, mi chiedevo se fosse ovvio, se si riuscisse a vedere.

Quand'è che il mio cuore aveva deciso di voler qualcosa in più con Taehyung, o forse la domanda avrei dovuto porla a me stesso, quand'è che non l'aveva fatto?

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L'appuntamento era ancora in sospeso, sempre se era possibile chiamarlo appuntamento, e adesso Taehyung era affianco a me. Aveva comunque lasciato una netta distanza tra noi, ma mi ritrovavo a volerla riempire. I miei sentimenti erano come quelli di una teenager che si faceva filmini mentali sulla sua cotta dopo essere stata considerata per una volta. Mi faceva rabbrividire, facendomi vergognare del mio stupido cervello.

I nostri backpack pendevano dalle braccia, e i corridoi erano ancora affollati, un mix di ogni classe. Le matricole si spiaccicano al muro per la paura di incrociare i passi con una persona più grande. Io e Taehyung passeggiamo nel centro, schivando quelli che ci passano in mezzo e poi tornando uniti. Non sapevo se stessi per tornare a casa a piedi o con la macchina di Taehyung.

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora