capitolo ventisette ;; packing
jeongguk's perspective
°☆.。.:*・°☆"T-Tae," chiedo esitante, strofinandomi gli occhi stanchi ancora insonnoliti con il dorso della mano. Avevo tolto le crosticine dagli occhi tirandomi su a sedere. Era probabilmente mattina, anche se più presto rispetto a quando mi svegliavo solitamente, "È sabato, perché mi svegli così presto?" Mi lamento, gli occhi che si stavano ancora adattando allo spazio circostante, che consisteva soltanto in un ragazzo seduto di fronte a me.
"Giorno," dice con la sua voce bassa e dolce, piegandosi in avanti per posare un bacio veloce sulle mie labbra. Non ero ancora abituato ai costanti baci che mi dava. Cavolo, gli avevo detto di sì praticamente un giorno fa. Venerdì era stato un giorno di nuove esperienze di baci a stampo tra i corridoi della scuola e di abbracci. Nessuno sembrava averci beccato... per ora.
"Cosa stavi facendo?" Piagnucolo, allungando l'ultima vocale e lasciando cadere la testa in avanti, appoggiandomi comodamente sulla spalla robusta di Taehyung. Il mio corpo era piuttosto stanco oggi, non volevo muovermi proprio. Ultimamente, mi sentivo debole e volevo riposarmi ma sapevo di non poterlo fare, avrebbe infastidito Taehyung.
"Dobbiamo prendere la tua roba." Dice Taehyung con nonchalance prima di raggiungere il mio armadio dove prende a piegare e riporre con cura i miei vestiti in una grande valigia.
"Cosa, perché, dove andiamo?" Era fin troppo presto per fare tutti i calcoli e mettere insieme la parole che Taehyung stava dicendo con chiarezza. Il mio cervello stava leggendo le parole sulla pagina ma non ne trovava un senso.
"Hai risposto di sì a stare da me." Spiega dolcemente Taehyung e mi guarda prima di tornare a tirare fuori le mie cose e metterle nella valigia. Mi faceva sentire a disagio.
"N-No non l'ho fatto," io amavo la mia casa più di ogni altra cosa.
Ci erano voluti anni per collezionare e arrangiare le cose nel modo in cui fosse tutto compatibile con ciò che mi piaceva. Vedere tutto il lavoro andare sprecato mi rendeva troppo triste. Ovviamente, mi sarebbe piaciuto da impazzire vivere con Taehyung, ma non volevo andarmene da qui. Non è che abbia visto molto papà mentre ritornavo la paghetta mensile che ricevevo, la carta veniva inviata per mail dove aprivo poi una busta, ed era mia responsabilità metterla in un conto bancario per tenerla al sicuro.
"Sì, l'hai fatto, la notte in cui stavamo in macchina," si gira con sguardo serio, prendendo un'altra maglietta dalla gruccia, "Non ti lascerò più vivere con quel bastardo." Invece di piegare il morbido tessuto, Taehyung lo lancia nella valigia con rabbia e torna verso l'armadio, "Non l'ho nemmeno incontrato, e già lo voglio ammazzare." Rabbrividisco leggermente al suo tono cupo, non apprezzandolo particolarmente. Certo, sapevo che Taehyung fosse in grado arrabbiarsi, cavolo, aveva minacciato di uccidere anche Jimin, ma stavolta era sembrato ancora più vero, come se stesse pianificando il modo per riuscire a farlo. Taehyung sospira tristemente, abbassando lo sguardo sui suoi piedi prima di volgersi ancora verso di me, "Scusami, so che non ti piace quando dico quelle cose."
Annuisco accettando le sue scuse ma insisto, "Ho detto di sì a stare con te, non a vivere con te."
"Scusa, piccolo, ma quella era una parte del patto." Le mie guance diventano subito rosse a quella parola. Era un gran contrasto con i miei capelli neri e scompigliati. Taehyung ridacchia e chiude la zip della valigia non proprio piena di tutte le cose per potersi trasferirsi da qualcuno, "Sto scherzando, non preoccuparti," mi sorride con dolcezza venendo verso di me e sedendosi, "ma voglio che tu venga a stare da me per una settimana, solo per provare, sai?" La sua mano sale sul mio collo e si posa sulla mia guancia fredda.
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« pretty boy » taekook [ita]
Fanfictionun viaggio speciale tra un grazioso junior chiamato jeon jungkook, amante dei glitter ed un senior dalle buone maniere di nome kim taehyung, giocatore di football. ©sourprincess | traduzione