★ tell me something

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musica nei media ☆彡
• after the storm - Mumford & Sons

capitolo diciannove ;; tell me something
jeongguk's perspective
°..:*°

Era allettante, come le sue labbra morbide si muovessero mentre liberavano parole di debolezza. Creavano forme distinte e le nuvolette d'aria fredda si espandevano nell'aria. La nebbia era fitta, colta in flagrante nella notte. L'arancione e il giallo danzavano sulle nostre stupide facce mentre stavamo sdraiati. Metallo nero, ecco cosa sentivo al di sotto della mia camicia bianca. Era freddo come sempre, essendo un buon conduttore, ma stasera lo sembrava ancora di più. La sensazione colpiva in pieno me e la mia essenza, buttandomi giù dai binari solitamente scorrevoli del mio treno.

I suoni che stava emettendo Taehyung non mi entravano bene in testa, sembravano solo spazzatura, mettendoli da parte mentre le luci arancioni-gialle del parcheggio continuavano a sfavillare, creando una dolce atmosfera. Per un istante, avevo immaginato la condensa che lasciava le labbra di Taehyung mentre blaterava come fumo, fumo di sigaretta. Avevo pensato a come la sua bocca sapesse di quel rivoltante mix di calore e cenere mischiato a sapore chimico e e catrame, con i suoi polmoni che si scuriscono sempre di più e gli alveoli che si trasformano nella sua stessa condensa di morte soffocata dalla dipendenza.

"Stai blaterando," Sussurro, le mie dita tremano dopo averle portate sopra la mia testa.

"Che intendi dire?" Mi guarda confuso, ma non ricambio lo sguardo, vedendolo accigliarsi e mettere su un broncio.

"Sento suoni, parole, frasi, ma nessuna emozione. Vedo l'attore senza il suo ruolo, il personaggio senza personalità. La tua voce è come l'Uomo di Latta senza il suo cuore, come lo Spaventapasseri senza il suo cervello, come il Leone senza il suo coraggio... come Dorothy senza Kansas." La mia stessa voce risuona, tristemente. Dev'essere in ritardo di un'ora; la mia testa sembrava deviare in uno stato semi-sociopatico e sadico. Non ero assolutamente in me, diventando lentamente qualcun'altro mentre gli occhi restavano fissi e le labbra serrate.

"Non ho ancora capito di cosa parli, Jeongguk."

"Stai parlando a caso, la mia mente si ferma sull'importanza."

I miei occhi si spostano sui suoi, prendendo un dolce sorso del suo aspetto che continuava a farmi restare senza parole. Chi l'avrebbe mai immaginato che una creatura tanto poco importante per il mondo sarebbe stata così bella ai miei occhi? Forse era perché lo capivo, comprendevo il suo bisogno di essere sentito ma non essere abbastanza forte, ed ecco perché avevo trovato la bellezza nella conchiglia che con fatica avevo provato ad aggiustare con del nastro anziché con i chiodi.

"E allora di cosa vorresti parlare?" Sbotta, aggrottando la fronte e guardandomi irritato. Era la prima volta che infastidivo Taehyung così tanto da mostrarlo. Le altre volte, cercava di nascondere le sue emozioni. Ed era anche la prima volta che ero così diretto, sapendo già che non mi avrebbe odiato per averlo fatto. Adesso i miei pensieri stavano vacillando sulle mie labbra immobili, "Non ho idea di cosa tu voglia adesso, quindi ti prego, illuminami. Di cosa vuoi parlare-"

"Di te," con occhi lacrimanti che brillano come le stelle sparse nell'oscurità al di sopra di noi, ignare che ce ne siano altre come loro, avvolte nel nero del cielo, che è incapace di sentire le ammirazioni che riceve ogni notte, lo guardo, "non più di me, parliamo fin troppo di me. Voglio sapere di te, piccola conchiglia."

"Non sono piccolo." Mormora Taehyung, guardandomi con occhi socchiusi.

"Tu sei piccolo, al resto del mondo. Tutti lo siamo, esperimenti mal riusciti di un'autorità sconosciuta proveniente da lassù." Deglutisco, tornando a guardare i globi di plasma appesi ad un filo invisibile, "Pensi che se ci fosse stato un creatore, sarebbe rimasto soddisfatto di noi e di ciò che abbiamo fatto?"

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora