★ bottled truth

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capitolo trentadue ;; bottled truth
jeongguk's perspective
°..:*°

"Yoongi-hyung", chiamo preoccupato mentre busso piano alla sua porta.

C'erano rumori di vetro che si frantumava e cose che venivano lanciate all'interno della stanza seguiti da urla biascicate. Era stato un sabato silenzioso, fino ad ora. Taehyung era andato in palestra, e i suoi genitori erano partiti per un altro viaggio di lavoro, lasciandomi con Yoongi che adesso stava avendo una specie di crisi. Ero incredibilmente spaventato, tremante e mi chiedevo se presto sarei accidentalmente diventato vittima del suo stato di rabbia. Invece di urlare, tutto il mio corpo era statico, a parte i miei richiami disperati del nome del maggiore.

"Non posso crederci, cazzo!" Grida Yoongi, seguito da un tonfo mentre stava forse dimenandosi e urlando. Un altro suono di vetri frantumati irrompe da dietro la porta chiusa.

"Yoongi-hyung, sto— sto entrando." Non c'era dubbio che le mie mani tremanti fossero un indicatore del fatto che io non stessi bene, insieme alla debolezza di tutto il mio corpo, che era di nuovo e indubbiamente innescata dalla febbre. Taehyung non lo sapeva; non volevo che si preoccupasse per me. Ora non era il momento di lamentarsi bensì di risucchiare qualsiasi fragilità reclamasse il mio piccolo corpo.

Lascio cadere la soffice coperta dalle mie spalle e stringo la flanella al mio petto. Non era più calda, tutto il mio corpo era stato investito da un'ondata di vento freddo, ma per ora dovevo sopportare. Trattenendo tutta la fragilità, la mia mano tremante si sporge in avanti e afferra la maniglia della porta per poi rivelare uno Yoongi furioso nel processo di lanciare una bottiglia di liquore per la stanza.

Non di nuovo.

"Cosa dovrei fare?!" Grida a squarciagola con parole confuse. La testa di Yoongi si getta indietro mentre urla, un grido liberato nel vuoto. Non l'avevo mai visto così, con gli occhi nascosti dietro le palpebre serrate. Lui afferra improvvisamente un'altra bottiglia e la tira su per consentire al liquido di scendergli in gola.

"Y-Yoongi-hyung," dico ancora una volta, la voce calma e l'esatto opposto della sua. Non era affatto come quella che Taehyung usava per prendere in mano le situazioni. Io non sono mai stato capace di controllare gli altri. Ero sempre io quello da controllare, "calmati, ti prego".

"Tu," Yoongi si volta immediatamente verso di me barcollando dopo aver perso l'equilibrio. Era completamente ubriaco, e l'aroma pungente dell'alcol mi faceva quasi vomitare. Indietreggio al tono cupo della sua voce, "perché deve ancora essere attaccato a te?" Sussurra Yoongi con voce spezzata, "Perché... Perché devo stare in mezzo a questa situazione. Io— Io non l'ho mai voluto..." I suoi occhi erano socchiusi, sembrava così sconcertato.

"Co-cosa intendi?" Chiedo fiaccamente, non girando troppo intorno alle parole che stavano fuoriuscendo dalle labbra di Yoongi che probabilmente sapevano di whisky mentre ne trasudavano l'odore.

Yoongi ride amaramente, "Sto parlando di Jimin, ovviamente." Scuote la testa con un sorriso triste, "Quel ragazzo è ancora attaccato a te, anche se lo nega." C'era una sfumatura di gelosia nel suo tono, e ciò rese tutto ancora più difficile. Era ubriaco, probabilmente non si rendeva conto di quello che stava dicendo. Non avevo visto Yoongi per tutto il giorno, e Taehyung mi aveva detto che se n'era andato prima. Con il mio buon senso, capii che era dovuto a qualsiasi cosa fosse successa.

"Lui— Lui non lo è più. L'ha detto Jimin stesso." Dico in modo rassicurante, facendo tutto il possibile per aiutare il maggiore che sembrava così fragile. La mia mente non aveva controllo su Jimin e su quello che faceva, ma mi faceva stare male sapere di potergli piacere ancora, anche se Jimin aveva affermato il contrario.

« pretty boy » taekook [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora