Capitolo 6

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Il Sole caldo le sfiorò la pelle. La finestra della camera di Ethan era esposta ad est e, perciò, le prime luci del mattino invasero la stanza. Lasciò che le lenzuola le accarezzassero la pelle: le piaceva il loro odore. Quell'odore che aveva avvertito anche sui vestiti di Ethan, quell'odore "di Ethan". Le venne l'acquolina in bocca.

Gli occhi si schiusero pigramente e con fatica a causa della luce a cui non era abituata, prigioniera com'era delle sue tenebre.

Non udiva particolari rumori in casa. Ethan e James erano già andati a scuola, così come Claire era andata a lavoro. Per fortuna la madre di Lara conservava il suo posto in un piccolo giornale di Downtown, o almeno così le era stato detto la sera prima. L'avevano anche messa al corrente del fatto che suo padre avesse perso il lavoro, e adesso, oltre a cercarne uno nuovo era anche in giro per trovare una casa temporanea. La sistemazione a casa di Ethan era provvisoria, così come il nuovo appartamento in cui avrebbero dovuto traslocare. John cercava con tutte le sue forze di tornare nella loro vecchia casa. O almeno così le era stato detto la sera prima. Lara era della stessa opinione di suo padre, voleva tornare nella casa di cui non ricordava nulla.

Quella mattina in casa, perciò, si trovava solo Rachel che, però, si stava preparando per uscire. La donna lavorava come segretaria per un medico il cui studio si trovava a pochi passi da casa sua; motivo per il quale poteva raggiungerlo a piedi.
Ethan, così, era libero di guidare fino a scuola con quella che chiamava "ammasso di ferraglia". Almeno lui ce l'aveva un "ammasso di ferraglia". I Wells avevano perso anche quello, o almeno così le era stato detto la sera prima.

Lara aveva capito che le condizioni economiche della sua famiglia erano precarie. Il disastro che li aveva travolti in quei giorni non aiutava affatto. Desiderava, a tutti i costi, recuperare la memoria, per poter essere d'aiuto e non sentirsi un peso.

«Lara?!» Rachel la chiamò dall'altro lato della casa. Doveva aver sentito la ragazza svegliarsi, Lara la raggiunse in cucina. Rachel stava preparando la colazione «Buongiorno!» le sorrise mentre versava una giusta quantità di cereali nel latte.
«Buongiorno.» rispose Lara.
«Tua madre ha detto che cereali e latte andavano bene.»
«Immagino di sì.» le piacevano? Era quella la sua colazione preferita?
«Oh.» Rachel si accorse delle domande che la tormentavano, ma la ragazza non voleva farla sentire fuori luogo.
«Voglio dire... sì, i cereali sono perfetti.» simulò un sorriso convincente.
«Bene. Allora ... » tossì per schiarirsi la voce «Alle dodici James tornerà a casa. Ethan tornerà un po' più tardi. Sa già cosa cucinare a pranzo.»
«Grazie, Rachel.»
«Se ti viene fame serviti pure, apri mobili, frigo, dopotutto, adesso, questa è anche casa tua.» sorrise «Ah, riposati. Il dottore ha detto che questa settimana dovrà necessariamente servirti per il riposo.»
Rachel ripeté a memoria, come una poesia, tutte le raccomandazioni che sua madre le aveva fatto la sera prima, quando si era sentita in colpa di doverla lasciare sola a casa. Ma Lara aveva insistito affinché la madre andasse a lavoro, in fondo, la sua famiglia era già nei casini a causa dell'incidente che aveva causato, non voleva che la vita dei suoi genitori si fermasse per lei. Avevano cose più importanti a cui pensare.
«Farò come se fossi a casa mia.» disse.

Rachel le rivolse un ultimo sorriso. Compassione? Tenerezza? Lara ancora non riusciva ad interpretare gli occhi della donna, erano strani, un po' spenti, le si illuminavano in presenza dei figli e solo in quei momenti diventavano trasparenti, limpidi. Lara si chiese se lo stesso bagliore illuminava anche gli occhi di sua madre.
Dopo averla salutata con estrema dolcezza, girò sui tacchi e andò via.

Lara fu sola. Sbadigliò in un modo che avrebbe reputato "poco femminile" , ma si perdonò all'istante poiché non aveva dormito quasi per niente.

Il dottore l'aveva messa in guardia riguardo gli incubi, ma Lara credeva che una leggera insonnia fosse meglio di uno psicologo. Poteva resistere, ne era convinta, e soprattutto poteva riuscire a ricordare da sola, senza l'aiuto dei farmaci.

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