Epilogo

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Ethan Bay sedeva sulla sabbia sottile e bianca di Fort Lauderdale, in un pomeriggio caldo.

L'hotel nel quale alloggiavano si stagliava alto alle sue spalle, al di là dell'ampia area pedonale dove molte persone a quell'ora si riposavano sulle panchine bianche o passeggiavano ricoperti dai raggi dorati del sole calante.

Michael era steso accanto ad Ethan su di un pareo a strisce, teneva il braccio sinistro sugli occhi mentre ancora respirava profondamente, immerso nel sonno concessogli dal dolce cullare delle onde del mare.

Christine e Lara erano ancora a riva.
Da quando erano arrivati lì, il giorno prima, Lara aveva passato la maggior parte del tempo in spiaggia o in acqua.
Vedere la meraviglia negli occhi di lei ogni volta che questi osservavano il mare era il regalo più bello che Ethan potesse desiderare.

Quella ragazza era nata per vivere in quell'ambiente, accanto al mare; era solo uno stupido scherzo del destino il fatto che non ci fosse mai stata.

Dannazione.

Più guardava il suo corpo muoversi tra le onde, imbevuto dalla luce divina del tramonto, più pensava che lei fosse una sirena scappata da Atlantide.
Si disse di essere dannatamente fortunato.

Avrebbe potuto restare lì a guardarla per tutto il giorno, se non fosse per il fatto che vederla così lontana non faceva altro che accrescere il suo desiderio di accorciare le distanze e riprendersela tra le braccia.

Lara non aveva idea di cosa gli stava facendo giorno dopo giorno.

Ethan si era assuefatto in quella routine che la contemplava, non poteva farne a meno, non poteva fare a meno di lei, non per il momento.

Si rilassò quando vide il suo viso di sirena voltarsi e sorridergli.
Dio...

I cancelli del Paradiso si erano appena aperti davanti ai suoi occhi.
Alcune volte pensava che sarebbe stato dannato per sempre per aver privato Dio di un angelo.

Ma il suo angelo, la sua sirena, la sua dea, la musa delle sue canzoni, anche lei non avrebbe voluto essere da nessun'altra parte se non lì, Ethan questo lo sapeva.

Christine si avviò verso i due ragazzi, ma prima che gli fosse vicina Ethan chiamò Mike dandogli un pugno sul braccio «Amico, muovi il culo e dai l'asciugamano alla tua donna.»

Il ragazzo si svegliò in tempo per accogliere la rossa di ritorno dall'ultimo bagno di quella giornata.

La ragazza lo abbracciò, finendo per bagnare i vestiti puliti di lui, perciò Mike protestò e urlò al contatto con la pelle fredda di lei.
Ethan soffocò un risata.

Ma quanto tempo ci vuole per tornare?

Il suo cervello lo distrasse dai dispetti che si scambiavano i suoi amici, facendogli rendere conto che Lara non lo aveva ancora raggiunto.
Lanciò un'occhiata alla riva e la trovò con i piedi ancora in acqua, di spalle, mentre guardava lontano.

I suoi capelli raccolti in uno chignon disordinato, così che non si bagnassero, gli concedevano la vista mozzafiato della sua schiena scoperta e delle scapole che le si contraevano mentre incrociava le braccia sul petto.

Neanche il migliore artista avrebbe potuto rappresentare tanta bellezza.

Ethan si alzò dal suo comodo posto, senza dire una parola, afferrò l'asciugamano di spugna che teneva nello zaino e si accostò alla sirena, che se ne stava in piedi, pronta a tornare nel suo regno marino.

«Hey.» sussurrò, avvolgendole attorno al corpo l'asciugamano.
Lara non si girò per guardarlo, come di solito faceva, e Ethan avvertì una fitta di invidia nei confronti dello stupendo paesaggio che aveva catturato l'attenzione della ragazza.
Se avesse potuto, sarebbe diventato il mare che lei desiderava.

«Perché non torniamo in camera? Devi asciugarti prima che la temperatura si abbassi. Tra poco il sole scomparirà all'orizzonte.» continuò.

«Ancora due minuti, ti prego.» supplicò con un tono di voce a metà tra l'essere sognante e nostalgico.
Il cuore di Ethan ebbe un sussulto, gli venne voglia di scusarsi per la sua proposta: non voleva sottrarla da quel posto, dal suo posto.

La ammirò nella luce del tramonto, bella come un angelo e sinuosa come una sirena.
Sacro e profano.
Peccato e redenzione.
Desiderio e privazione.
Li racchiudeva tutti sotto la sua pelle morbida e nel profondo del verde dei suoi occhi.

Risvegliava in lui la vena poetica che carburava il suo cervello per scrivere le sue canzoni.
Se Lara fosse rimasta per sempre al suo fianco, Ethan non avrebbe mai smesso di essere un musicista.

«Che stai guardando?» le chiese.
Notò che gli occhi di lei seguivano il calare del sole, ma non si soffermavano unicamente sul tramonto, né sulle onde, no, andavano oltre, arrivando a lambire con lo sguardo puro le terre dimenticate di un mondo fantastico.

Lei tirò un profondo respiro « "Uomo libero, tu amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio; tu contempli la tua anima ne lo svolgersi infinito della sua onda."» recitò, poi si voltò verso di lui e quando i loro sguardi si incrociarono, Ethan rabbrividì.
Lara continuò «"Ti compiaci nel tuffarti in seno a la tua immagine: l'avvolgi con li occhi e con le labbra, e il tuo cuore si distrae talvolta dal suo battito al rumore di quel lamento indomabile e selvaggio."»

Baudelaire.
Era senza dubbio una delle poesie di Baudelarie, Ethan lo sapeva perché Lara aveva messo un segno accanto ad essa nel suo libro, probabilmente il titolo era "L'uomo e il mare" .

«È così per te?» le chiese.
Lara annuì «Credo che il mare sia la cosa più bella che esista. Non trovi? È immenso e misterioso e ... Pericoloso. Come può una cosa tanto pericolosa essere così affascinante e sublime?»
Ethan scrollò le spalle.
Lei.
Lei era immensa e affascinante e sublime e terribilmente pericolosa per la salute mentale di lui.
Perciò Ethan sapeva bene che il mare, come Lara, poteva essere tutte quegli aggettivi allo stesso tempo.
«Se Poseidone ti sentisse parlare così del mare, ti rapirebbe e ti sposerebbe. Sarò costretto a friggerlo e a mangiarlo.»
Lara rise, la più bella musica per le orecchie di lui, una musica che Ethan era incapace di riprodurre.

«Tu, invece, cosa pensi davanti a questa vista mozzafiato?»
Lara indicò il tramonto sul mare con il mento.
Ethan non seppe se si stesse riferendo al mare o al sole, ma poco importava, perché qualunque cosa lui ammirasse, qualunque cosa che fosse incantevole, lo avrebbe indubbiamente condotto con la mente a lei.

Lei...
Il tramonto...
Il mare...
Forse poteva giocarsi l'asso nella manica che a lei sarebbe piaciuto senz'altro.
Mandò lo sguardo al sole, implorando la sua memoria di funzionare per una sola volta e di suggerirgli i versi giusti «"Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, o Bellezza?"»

Lara si voltò di scatto a guardarlo, la bocca spalancata per la sorpresa «Tu conosci Baudelaire? Insomma, intendo... a memoria?»
Ethan rise della reazione di lei, ma continuò «"Hai nell'occhio il tramonto e l'aurora; spandi profumi come una sera tempestosa; i tuoi baci sono un filtro e la tua bocca un'anfora che rende vigliacco l'eroe e coraggioso il bambino".»
Concluse chinandosi sul volto di lei, la strinse a sé, avvolta nell'asciugamano, e la baciò con passione, come usava fare spesso.
Lara Wells meritava tutta la sua intensità: non c'era posto per l'insicurezza o la timidezza, lei lo reclamava e bramava il fuoco che Ethan sapeva incendiare nel suo stomaco.

Il sentimento era reciproco.

Quando si allontanò a malincuore, ma necessariamente, da lei per prendere aria, la trovò rossa in volto. Uno spettacolo alla pari del tramonto.
«Sei bravo con le parole, Ethan Bay. Ottima scelta, riguardo la poesia.» abbassò lo sguardo, chiaramente imbarazzata per le sue guance rosse.
Ethan sorrise «È sempre bello vedere l'effetto che ho su di te.»
Lara gli colpì il braccio con un pugno debole «Andiamo, ho bisogno di una doccia e di vestiti.»
«Come vuoi, principessa.»
«Ethan?!»
«Dimmi.»
«Questo è il tramonto più bello che io abbia mai visto in vita mia.» mormorò.
Il ragazzo intrecciò le dita con quelle di lei, sicuro del fatto che i loro cuori stessero battendo allo stesso ritmo.
Niente avrebbe potuto rovinare la felicità che aveva preso possesso della sua anima.
Una felicità meritata e a lungo attesa...
Ethan Bay era felice perché lì, in quel pezzo di Paradiso, le loro due anime che si erano toccate, e che si erano salvate, stavano creando l'indimenticabile.

~Fine~

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