Capitolo 30

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L'oscurità, amica di Lara degli ultimi tempi, avvolgeva ogni oggetto nella piccola stanza e inghiottiva persino i suoni della notte.
Erano le tre e di Ethan non si vedeva la minima traccia.
Non si era preoccupato di rispondere al messaggio che lei gli aveva inviato, nonostante ciò, Lara era troppo su di giri per essere arrabbiata con lui, per tale ragione lo aveva aspettato, e aspettato e aspettato ancora.

Poi nella sua testa fece capolino l'idea che Ethan non sarebbe tornato presto, probabilmente non sarebbe tornato prima dell'alba.

Ma sarebbe tornato.
Doveva tornare.
Doveva salutarla prima che lei andasse via dalla sua casa... No?

Cullata dalla convinzione che lo avrebbe trovato in casa al risveglio, si lasciò trasportare dalla stanchezza e si addormentò.

I rumori del sabato mattina non tardarono a giungere alla sue orecchie, svegliandola: il giorno del trasloco era ufficialmente iniziato.
Non che ci fosse molto da "spostare" nel nuovo appartamento in affitto, ma non avendo ancora un'auto, avevano dovuto noleggiare un piccolo camioncino, di quelli bianchi con le porte posteriori, per infilarci dentro il minimo che avessero recuperato dopo l'incendio.

Dopo essersi lavata e vestita, Lara svuotò la camera di Ethan dalle sue cose.
Quando aprì l'anta dell'armadio si aspettò che il profumo del ragazzo la avvolgesse e la inebriasse come aveva fatto la prima volta che lo aveva aperto, al contrario, ad attendere il suo olfatto ci fu un nuovo odore, un misto del profumo di Ethan e del suo, che si era ormai impregnato anche negli abiti del ragazzo.
Le ricordò l'odore che le era rimasto sulla pelle dopo che lui l'aveva baciata; era l'odore di entrambi ed era così buono...

Arrossì violentemente.
Alla luce dei suoi ritrovati ricordi, quel bacio rappresentava la realizzazione di ciò che aveva sempre desiderato.
Adesso, ricordando anche i baci di Mark, si rese conto che non erano neanche lontanamente comparabili all'unico istante di estasi che Ethan le aveva concesso.

Perché doveva essere per forza difficile? Agli occhi di Lara nulla sembrava più semplice del da farsi: lei lo amava, anche lui provava qualcosa per lei e stando alle sue parole, doveva essere anche quello amore.
Perciò, il comportamento di lui non poteva essere definito in nessun altro modo che come il capriccio di un bambino.

La sua unica speranza era che, parlandogli, spiegandogli come stavano le cose, lui avrebbe capito e si sarebbe sentito finalmente libero di aprirsi con lei.

Ma come Lara aveva già intuito, le cose non vanno mai come si vorrebbe, ogni suo programma, ogni sua intenzione sarebbe fallita miseramente sotto il peso schiacciante della Legge di Murphy.

«Ethan?» lo chiamò non appena ebbe finito di sistemare le sue cose.
John e Claire l'avevano preceduta, in modo che, al suo arrivo, Lara avrebbe dovuto solo sistemare la sua nuova camera, quindi a casa Bay dovevano essere rimasti solo lei, James, Rachel, che però era impegnata a pulire, e Ethan.

Non sapeva a che ora fosse tornato la notte prima, ma doveva essere stato molto tardi, o meglio, mattina presto, perché non l'aveva svegliata.
Lo chiamò ancora, certa che avrebbe attirato la sua attenzione.

«Non c'è.»
Saltò dallo spavento quando James, ancora assonnato, era comparso alle sue spalle.
Con una mano si stava strofinando l'occhio, mentre sbadigliava sonoramente.
«Che vuoi dire? È andato già via?»
Dopo il restauro del locale di Max, Ethan doveva lavorare anche il sabato pomeriggio, essendo stato anticipato l'orario di apertura.

Ma James scosse la testa, facendo illuminare i fili rossi nei suoi capelli alternatamente.
Si concesse un secondo sbadiglio e Lara dovette trattenersi dal non imitarlo «Lara... Ethan non è tornato ancora, neanche stavolta.»

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