Capitolo 37

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Pochi minuti prima, Lara aveva visto il mondo crollare a pezzi intorno a sé. Adesso il mondo stava ruotando e cadendo e stava trascinando la ragazza nel suo moto incessante.

Non aveva mai bevuto fino a quel punto.
«Chica, la tua resistenza all'alcool mi sorprende.»
«Mh. Sorprende anche me... ma dovrei smettere prima che le tue due facce diventino quattro.» singhiozzò.
I sensi erano ormai inebriati dalla sostanza... E non solo quelli.
Tutto intorno a lei sapeva di alcool: l'odore di Pablo, il cibo preparato da Mike, l'odore del suo vestito, dei suoi capelli, le pareti della stanza e la brezza notturna.

Doveva smettere.
E poi vedeva Jane con Ethan e si rendeva conto di essere ancora troppo lucida.
Pablo era un ottimo compagno di bevute a quanto pareva, sebbene Lara dovesse conservare parte della sua consapevolezza per porre attenzione ai gesti del ragazzo.

Nonostante quello che Ethan le aveva detto, Pablo non aveva fatto altro che riempirla di complimenti e versarle da bere. Fin quando si sarebbe limitato a quello a Lara non importava.

Pablo l'aveva persino portata a prendere una boccata d'aria in veranda, allontanandola dalle due cause della sua autodistruzione.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, no?

Fu inevitabile per lei, però, tornare nella casa, attirata come una falena dal fuoco, non appena le sue orecchie disturbate dal caos provocato dal mix di alcool e voci udirono il suono poetico di sei corde sfiorate e amplificate nelle casse.

Prese il bicchiere di birra dalle mani di Pablo e bevve un altro lungo sorso «Questa è buona musica, mi amigo. Andiamo ad ascoltare, su.»
Pablo sorrise, divertito dall'espressione inebetita di lei.
Non c'era proprio niente a cui Lara potesse reggersi mentre dondolava sulle sue gambe, perciò Pablo colse l'occasione al volo e le circondò la vita con un braccio per sorreggerla.
Lara rise ricordando le parole di Ethan «Spegni il tuo fuego, amigo.»
Persino Pablo rise, ma non mosse il braccio da dove lo aveva messo.

Nel salone, i ragazzi che erano rimasti si erano accomodati sui divani, sulle poltrone, sulle sedie e addirittura sul pavimento a semicerchio, intorno ad uno spazio vuoto dove erano state montate due casse e un microfono.

Lara si chiese da dove provenisse tutta quella attrezzatura ogni volta che Mike organizzava le sue feste; d'altronde l'attenzione che il ragazzo prestava ai dettagli doveva essere uno dei motivi per cui i suoi party erano conosciuti in tutto l'istituto.

Nello spazio vuoto, dietro al microfono, si era posizionato Ethan, che stringeva una chitarra diversa dalla sua.

Stava suonando "Demons" degli Imagine Dragons, e lo faceva come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Lara era immersa nell'ascolto della canzone: neanche la birra la stordiva tanto quanto la musica del ragazzo, quanto la sua voce, per non parlare dei movimenti ipnotici delle sue dita e la vena sul collo che pulsava quando alzava il tono e ruotava la testa per osservare gli accordi.
Non era solo la sua musica ad essere uno spettacolo ... Era lui, era la sua intera persona a rendere spettacolare una canzone, perché Ethan ci metteva tutto sé stesso negli accordi.

Mentre suonava la sua anima era palpabile, al punto che nessuno scettico avrebbe potuto dubitare della sua esistenza.

Per un breve istante, Lara si rese conto che Ethan la stava guardando mentre cantava, mentre parlava dei demoni che si nascondevano nei suoi occhi, come se la stesse mettendo in guardia dall'oscurità con cui si era infettato.

Urla ed applausi si elevarono al di sopra di tutti gli altri suoni, come al solito, dopo ogni sua esibizione.

Lara non applaudì, non sorrise, non urlò, non chiese il bis come gli altri.
Bevve.
Ancora.
Mentre i suoi occhi contornavano la figura di Jane che ne se stava in piedi, accanto alla parete da cui aveva la miglior visuale del ragazzo.

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