Capitolo 36

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«Dove stai andando?» John la bloccò prima che Lara potesse uscire di casa. Era seduto sul divano e leggeva un giornale, probabilmente era l'unico uomo della sua età che ancora lo faceva.
«Da Michael, starò con Christine.»
«Ci sarà anche Ethan?»
Il sangue di Lara gelò nelle sue vene, strinse i pugni per scaricare la tensione e fare in modo che il suo tono di voce apparisse calmo.

«Ha importanza?»
Suo padre alzò le spalle «No. Ma Ethan è un bravo ragazzo ed ha sempre un occhio di riguardo nei tuoi confronti, perciò sono più tranquillo se ci sarà anche lui.»

Da quando Ethan si era piombato nella loro casa in fiamme, John era stato particolarmente fiducioso nel ragazzo, a questo si aggiungeva il fatto che sia Ethan che James, avevano considerato John come una sorta di figura paterna durante il periodo in cui avevano alloggiato a casa Bay.
John non aveva potuto fare a meno di prendere a cuore i due ragazzi.

Nonostante ciò, John non sapeva come Ethan fosse cambiato, né che era diventato un'ombra nei giorni di Lara.
«So badare a me stessa.» rispose.

Aprì i pungi, sentendo che la discussione fosse terminata.
John si alzò dal divano e raggiunse sua figlia sulla soglia della porta, tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni color sabbia.
«Ma certo che sai badare a te stessa.» sorrise «Hai un bel vestito.»
Lara ricambiò il sorriso del padre e si lanciò su di lui, abbracciandolo più forte che potesse.
«Grazie, papà.»

Christine stava aspettando nella sua auto parcheggiata vicino al palazzo di Lara.
Quando la vide arrivare, portò l'indice sul polso sinistro, ad indicare un orologio che non aveva.
«Ci hai messo una vita.» la rimproverò.
Lara si affrettò ad entrare in auto «Mi dispiace.»
«Hai un bel vestito.»
«Grazie.»

Aveva davvero un bel vestito: era di un tessuto molto leggero, il fondo verde scuro metteva in risalto i suoi occhi e rendeva lucenti i suoi capelli biondi.
Sull'abito, che scendeva in una gonna morbida fin sopra al ginocchio, erano stampati dei motivi floreali.
Amava gli abiti floreali, la facevano sentire viva in qualche modo.

Il viaggio era stato tranquillo, le due ragazze non avevano parlato molto; Christine non voleva intavolare argomenti che avrebbero scosso Lara.
Quest'ultima, invece, era già un fascio di nervi.

La casa di Michael era stata già addobbata a festa, la musica non era ancora ad un volume abbastanza elevato da essere udibile per strada.
«Finalmente siete qui!» Mike salutò le ragazze facendo scivolare le sue braccia sulle loro spalle, intromettendosi tra le due.

Aveva un profumo buonissimo, indossava una camicia bianca su un paio di jeans scuri, aveva curato il suo aspetto in ogni minimo dettaglio, così come aveva fatto con la casa e con gli antipasti in bella mostra su un tavolo nell'angolo. Era proprio un ottimo padrone di casa, dopotutto, c'era da aspettarselo.

Quello che, invece, fu del tutto inaspettato, fu il fatto che Christine non si sottrasse all'abbraccio di Mike né tantomeno protestò.
Doveva essersi resa conto che mancava poco tempo prima della fine della scuola, prima che vedere i suoi amici più cari e Michael non fosse più la quotidianità.

«Hombre... Estas chicas son tus amigas? Oh-oh son muy guapas.»
Una fantastica pronuncia spagnola distrasse i tre ragazzi e Mike sciolse a malincuore l'abbraccio.

Si voltarono tutti alle loro spalle, dove un ragazzo alto troneggiava al centro della loro visuale.
Doveva essere senza dubbio il cugino di Michael, anche se non gli somigliava per niente, ad esclusione del colore scuro dei capelli e degli occhi.

«¿Qué dices, una para mi y otra para ti?» continuò.
Christine e Lara si guardarono, alzarono un sopracciglio simultaneamente e scossero la testa sospirando alle moine del latin lover.

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