Capitolo 34

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Il locale dove Ethan avrebbe suonato si chiamava "Blackground" e si trovava nel cuore pulsante della città, allineato con una schiera di altri locali di diversi tipi, in ognuno dei quali si suonava un genere musicale diverso.

Sebbene fosse martedì, molte persone affollavano le strade della città.
Mike parcheggiò la moto difronte al locale già affollato. Erano appena passate le dieci di sera e stando a quello che Mike sapeva, Ethan avrebbe suonato alle dieci e mezza.

Lara aveva tranquillizzato i suoi genitori dicendogli che Mike le avrebbe fatto compagnia per tutto il tempo. Loro credevano che fosse stato Ethan ad averla invitata al locale, perciò non avevano obiettato alla richiesta della ragazza, in un certo senso si fidavano di lui e sapevano che se ci fosse stato Ethan, o un suo amico, Lara sarebbe stata al sicuro.
D'altra parte, il locale non era poi così lontano da casa sua.

«Andiamo.»
«Aspetta, Mike.» Lara tirò la maglia del ragazzo per trattenerlo, doveva parlargli e se avessero attraversato la strada e raggiunto il locale, non avrebbero più avuto modo di farlo, disturbati dalla confusione della gente.

«Cosa c'è?» il ragazzo assunse un'espressione preoccupata «Ci hai ripensato?»
Lara scosse energicamente la testa «No, non riguarda questo...»
Micheal rimase in silenzio, attendendo che Lara continuasse
«Michael, mi dispiace per quello che è successo.» abbassò la testa, mortificata «Non avrei dovuto insistere. Sai, io non sono il tipo di persona che non si fa gli affari suoi, però... penso davvero che tu possa diventare un fantastico chef.»
Si riempì di coraggio e alzò lo sguardo, cercando gli occhi di lui, pronta a sostenere il rimprovero del ragazzo.

Ma il rimprovero non arrivò, né tantomeno la rabbia.
Mike le sorrise appena «Non devi scusarti, non ho mai avuto il coraggio di parlare con mio padre di ciò che voglio dal mio futuro.» sospirò, alzando un angolo delle labbra «Immagino sia colpa mia se l'argomento si sia presentato solo adesso.»
Lara inclinò la testa da un lato «Non credevo che tuo padre non lo sapesse.»
Mike scosse impercettibilmente il capo, facendo vagare gli occhi da un lato all'altro della strada e poi in basso e in alto «Lui si aspetta molto da me. So di avere le capacità di diventare un medico bravo come lui, ma non è questo ciò che voglio. Io voglio dedicare tutta la mia vita alla cucina, per me è un'arte che concilia tutti e cinque i sensi, non voglio che sia un hobby da coltivare accanto ad un lavoro prestigioso. Eppure, so che se abbandonassi gli studi ferirei i miei genitori, la loro fiducia nei miei confronti, i sacrifici che hanno fatto per me. Li deluderei.»
Lara lesse nei suoi occhi un profondo sconforto: Mike si sentiva perso e incapace di intraprendere una scelta fondamentale, quella che avrebbe determinato la persona che sarebbe diventato.

Istintivamente gli poggiò una mano sulla spalla «Dovresti dire a tuo padre le stesse cose che hai detto a me. Lui ha realizzato il suo sogno, è diventato ciò che voleva. So bene che lui non vuole altro che il tuo bene, ma spesso gli adulti non comprendono che ciò che secondo loro sia il meglio per noi, in realtà, non è ciò di cui abbiamo veramente bisogno. A te cosa sembra giusto?»
«Cucina, dedicare il mio tempo a studiare per imparare nuove tecniche, questo mi sembra giusto.»
disse d'un fiato.

Lara sorrise, comprendendo che l'amico aveva afferrato il suo messaggio.
«Parlerò con mio padre.» concluse Mike.
«Questo è lo spirito giusto.»

Si incamminarono nel locale con una nuova leggerezza nell'animo, disturbata unicamente dalle incertezze di Lara.

Per lei cosa era giusto?
Era giusto catapultarsi nel locale dove Ethan suonava, dopo che lui l'aveva evitata?
E se lui non avesse voluto vederla?

Di una sola cosa era perfettamente sicura; la sola che le avesse dato l'impressione di essere giusta.
E cioè il bacio che si erano scambiati.

*
Il nome del locale era dovuto al pavimento lucido completamente nero che faceva sembrare la stanza molto più grande di quanto non fosse.

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