Unforgettable

Capitolo 28

Mark aveva risposto con entusiasmo alla telefonata di Lara, sorpreso, ma felice.
Non si era fatto troppe domande su quel cambio repentino di programma, e Lara gliene fu grata, così non avrebbe dovuto mentire sul motivo per il quale lo aveva finalmente chiamato per andare al cinema.
Mark le aveva detto che sarebbe arrivato fuori casa di Ethan mezz'ora dopo, in modo da avere il tempo necessario per fare i biglietti e accomodarsi in sala in tempo; a Lara non importava quale spettacolo avrebbe scelto il ragazzo, gli aveva dato libera scelta per due motivi: in primo luogo non sapeva che genere di film le piacevano, secondo, qualsiasi cosa sarebbe andata bene pur di non restare un minuto in più in quella casa, sapendo che Ethan fosse via con Jane.

Mark era stato puntuale.
Lara non aveva badato troppo al suo aspetto fisico, sebbene le risultasse impossibile uscire di casa senza mascara o un velo di rossetto sulle labbra; a detta sua, rendevano il suo volto più vivo.

Mark, invece, era avvolto nella nube del suo profumo disgustosamente dolce, indossava una camicia attillata a mezze maniche, dello stesso azzurro dei suoi occhi, che lasciava intravedere la forma dei muscoli.
Troppo statuario per lei...
Più che un ragazzo sembrava il personaggio di un anime.

Ad ogni modo, le aprì gentilmente la portiera della sua auto sportiva e in dieci minuti arrivarono al cinema.

Il film che Mark aveva scelto era un film d'azione, uscito da pochi giorni. Il ragazzo si era scusato in anticipo, credendo che non fosse di suo gradimento, ma Lara, invece, era praticamente assorta dalla vicenda, inoltre, la colonna sonora le causava la pelle d'oca.

Doveva piacerle davvero tanto il cinema.
Si riscoprì a guardare ogni scena con occhio critico, a giudicare la recitazione e la fotografia, la palette dei colori di ogni scena la affascinava e le iridi le si riempirono della bellezza delle luci.

Avrebbe potuto scrivere un tema sull'uso degli effetti speciali, sul modo in cui si sposavano alla perfezione con i suoni e quando la sua poltrona vibrò a causa del Dolby surround, pensò di essere stata catapultata in un universo estraneo e familiare allo stesso tempo, incredibilmente vicino alla sua versione della realtà.

Purtroppo, però, troppo presto, la reale realtà prese il sopravvento sull'idillio che Lara stava vivendo.

Le mani.

Anzi no, la sua mente le suggeriva un altro termine per definirle: tentacoli.

Mark mosse i suoi tentacoli, dapprima con cautela, poi deciso, veloce e impercettibile.

Un suo braccio si insinuò sotto i capelli della ragazza, attorno al collo di lei e si fermò non appena la mano raggiunse la sua spalla.
Sarebbe stato un gesto al quanto naturale in una coppia, se il corpo di lei non avesse provato repulsione al tocco.

Lara si irrigidì, diventando tutt'uno con la poltrona del cinema, non più coinvolta dagli eventi che si susseguivano scena dopo scena, veloci, sul grande schermo. Il tempo intorno a lei si era fermato, i suoni erano ovattati, le luci sempre più offuscate dall'oscurità, mentre la mano di lui procedeva indisturbata lungo la clavicola di lei, e scendeva giù, giù, diretta lì dove non doveva giungere.

Lara se ne liberò immediatamente con una mossa degna del film che non stava più guardando, con una mossa che le risultò abitudinaria, poi...

La testa le bruciò, avvolta dalle fiamme dell'Inferno; si morse il labbro finché non sanguinò per sopprimere l'urlo di dolore che le cresceva dentro e percepì Mark allentare la presa sul corpo di lei, non appena si rese conto di quello che stava succedendo alla ragazza.

Un rumore di vetri rotti...
Il buio...
E Mark.

La sua mente le mostrò Mark nella sua auto che imprecava alle sue spalle, mentre lei saliva i gradini di casa sua, in lacrime.
Poco prima erano andati al cinema, dove si era comportato come suo solito, cercando di trarre vantaggio su di lei nel buio della sala, con i suoi tentacoli viscidi e freddi, mossi dalla libidine.