Capitolo 6 // Hook-ups

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*Calum

Quando aprì gli occhi venni accolto da un terribile mal di testa. Strinsi gli occhi per abituarmi alla luce che entrava dalla finestra e mi stiracchiai per mettermi più comodo. Solo allora mi resi conto di essere sul divano, cosa che spiegava il mio intorpidimento. Non ricordavo niente della scorsa notte, ma immaginavo che Cassidy doveva avermi costretto a dormire qui in conseguenza a qualche mia parola scontrosa.

"Aw, la bella addormentata è sveglia." Urlò una voce femminile. Mi sfregai gli occhi con le mani prima di aprirgli, rivelando l'irritante amica di Cassidy. Mi passò un bicchiere di acqua e un'aspirina. "Tieni, immagino che questo aiuterà il tuo mal di testa."

"Grazie." Mormorai, piegando la testa indietro mentre bevevo. Ricordavo vagamente di essere andato in un bar con Luke e Michael, ma non avevo idea di cosa fosse successo dopo. "Cosa è successo ieri sera?"

"Eri davvero ubriaco, completamente devastato, è stato esilarante! E hai costretto Cassidy a venirti a prendere, poi sei svenuto sul divano non appena siete arrivati a casa." Spiegò Bree, ridacchiando tra se e se mentre ricordava me che mi comportavo da idiota totale.

Il mio stomaco si contorse al pensiero di Cassidy che mi faceva da babysitter. Probabilmente adesso mi odiava ancora di più. "Oh, Dio. Dov'è lei adesso?"

"Nella doccia." Rispose Bree, spostandosi i capelli dietro la schiena. Era carina, ma molto irritante e mi ricordava Ashton in un modo particolare. "Ascolta, Calum. Non so cosa sia successo tra voi due, ma Cass non va a recuperare persone molto spesso. A mala pena viene a prendere me. Quindi c'è, ovviamente, ancora una parte di lei che ci tiene a te. Non rovinare tutto, okay?"

Deglutì per l'intimidazione nella voce di Bree. "Uh, okay."

Lei annuì prima di andare verso la porta d'ingresso e uscire, senza neanche salutare la sua migliore amica. Avevano una relazione così confusa, ma niente era più confuso della reazione che avrei presto avuto da Cassidy. Probabilmente non avevo fatto altro che blaterare qualcosa di imbarazzante che adesso la farà sentire a disagio accanto a me o probabilmente mi avrebbe fatto una ramanzina sulla mia abitudine di bere. Nonostante quanto entrambi eravamo cambiati da quanto la nostra amicizia era finita, la conoscevo ancora abbastanza bene da prevedere queste cose.

Cassidy entrò in salotto con un vestito a fiori e i capelli bagnati legati. Sussultò leggermente quando mi vide ed io non riuscì a trattenere un sorriso. "Oh. Sei sveglio. Come ti senti?"

"Come se fossi stato colpito da un bus." Risposi sinceramente, sistemandomi sui cuscini per sedermi dritto. "Grazie per essermi venuto a prendere ieri. Non ricordo niente. Cosa è successo?"

Lei sospirò, sedendosi dall'altro lato del divano per mettere della distanza tra di noi. "Non riuscivi neanche a camminare quindi sono venuta a prenderti prima che ti mettessi alla guida e uccidessi qualcuno. Poi hai continuato a chiamarmi Cassie e a dirmi che sono la tua migliore amica ed eri molto divertente con il tuo essere infantile da ubriaco."

"Oh, Dio. Mi dispiace, Cass." Mi scusai subito, sentendo le mie guance diventare rosse.

Lei strinse le labbra con un'ombra di divertimento sul viso. "Non è per questo che devi scusarti."

Io sospirai per l'irritazione. "E' stato anni fa, Cassidy! Non pensi che sia un po' troppo tardi adesso?"

Cassidy si alzò di scatto dal divano, lanciandomi con forza un cuscino in faccia. "E' per questo che non saremo mai amici di nuovo! Non hai nessuna idea di quanto mi abbia fatto male quello che mi hai fatto. Sei ancora uno stronz-o che non sa come essere un decente essere umano."

Aprì la bocca per rispondere, ma non ne valeva la pena. Aveva ragione. Aveva sempre ragione. Sapevo che avrei dovuto scusarmi per sistemare le cose, ma non volevo neanche parlare di quello che era successo. Non avevo mai pensato che fosse una cosa così grave e lei sarebbe probabilmente scoppiata a piangere.

"Devo uscire con Luke tra poco. Dovresti invitare qui la tua fidanzatina. O fare qualcosa, non mi importa. Lasciami solo in pace e non disturbarmi." Ordinò Cassidy prima di andare dritto verso la camera da letto per finire di prepararsi per il suo appuntamento.

Immaginavo che si riferisse a Reagan, che era lontana dall'essere la mia ragazza. Ogni qual volta ci trovavamo vicino Los Angeles, Reagan ci trovava in qualche modo e finivamo insieme. Poteva essere considerata una groupie visto che non avevo nessun interesse per lei, ma neanche a lei sembrava interessare di me.

Mi irritavano molte cose e una di queste era il fatto che fossi circondato da ragazze che si gettavano su di me, ma io non riuscivo ad innamorarmi di nessuna. Potevano essere le ragazze più belle del mondo, ma non riuscivo mai a provare nessun tipo di fuoco d'artificio o farfalla quando erano con me. Non mi ero mai provato quel pazzesco, vertiginoso tipo d'amore prima e questo era sinceramente quello che avevo sempre voluto.

Nella band, ero io l'unico che non aveva ancora avuto una relazione seria. Adesso erano tutti single e sostenevano che esserlo e poter stare con tutte le ragazze che volevano fosse la cosa più bella del mondo, ma non pensavo che si rendessero conto di quanto erano stati fortunati ad avere qualcuno che era il loro monto intero.

Con una scrollata di spalle, sbloccai il mio telefono e mandai un messaggio a Reagan, quasi ordinandole di venire qui. Ero solo e lei era l'unica che poteva darmi attenzioni. Anche la mia coinquilina mi stava dando buca.

***

Raegan arrivò quando Cassidy era uscita già da un'ora, sbattendosi la porta alle spalle dovevo aggiungere, e indossava un paio di paio di pantaloncini sportivi e una maglietta stretta, con i capelli neri legati in una coda di cavallo. Non era truccata, in contrasto con i suoi solito occhi scuri. "Scusa se ci ho messo tanto. Ero in palestra."

Io le feci un occhiolino. "Ma, piccola, sei già così in forma."

Lei alzò gli occhi al cielo, allungando una mano verso la coda e sfilando l'elastico. I suoi capelli color cioccolato le ricaddero sulle spalle. "Zitto, Calum. Mi piace la tua nuova casa. E' vero che vivi con Cassidy Gold?"

"Si, siamo amici di famiglia, ma ci odiamo. Questo dovrebbe aiutarci a risolvere i nostri problemi." Risposi, non volevo parlare troppo di Cassidy.

"Quindi non mi devo preoccupare di doverti condividere allora?" Chiese Reagan con un tono seducente, posando le mani sulla mia vita. Scossi la testa, ridacchiando al solo pensiero. "Bene. Ma forse posso aiutarti ad alleviare un po' di stress. Sembri abbastanza teso."

Si stava comportando in modo allettante ed io avevo già uno sguardo di lussuria sul viso mentre le facevo strada verso la mia nuova camera. Non sapevo neanche perché ci preoccupavamo ancora di parlare quando sapevamo entrambi che le intenzioni erano altre.

Chiusi la porta dietro di noi non appena le sue labbra si unirono alle mie, muovendosi in sincrono mentre ci strappavamo quasi i vestiti da sopra. Quello che sarebbe successo dopo era inevitabile, quindi non ero per niente sorpreso quando Reagan mi spinse verso il materasso e si mise a sedere a cavalcioni su di me.

Mentre continuava a baciarmi, lasciando anche vari marchi sul collo, non potei fare a meno di pensare con quanti altri ragazzi famosi lo faceva. Reagan voleva solo una connessione con Hollywood ed io volevo una connessione con qualcuno visto che non riuscivo a trovare con nessuno le scintille. Credevo ancora nelle relazioni e non sarei stato così ossessionato dal sesso con una ragazza di cui mi importava davvero, ma trovavo difficile accettare il fatto che forse il mio destino era quello di stare con ragazze a caso senza mai trovare l'amore.

Le unghie di Reagan mi sfiorarono i pettorali, tracciando ogni dettaglio fino ad arrivare all'orlo dei miei boxer, le sue labbra ancora attaccate alle mie. Proprio quando stava per abbassarmi le mutande, venimmo interrotti dalla porta che si spalancava e da un urlo.

E adesso c'era un altro evento che stava per creare ancora più distanza tra me e Cassidy.

Roommates || Calum Hood TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora